Ricchi, potenti e di una bellezza quasi eterea, i fratelli Doko sono “I signori dell’est-Europa”. Arroganti, pericolosi e disonesti fino al midollo, non provano pietà, non rispettano le regole e l’unica legge che conoscono è la loro.
La sola parola che conta è la loro.
Tutti li temono, tutti chinano il capo al loro cospetto. Tranne le sorelle Norik, discendenti dirette della donna più autorevole e rispettata nell’Europa orientale, nonostante il passato per nulla glorioso. Il loro cognome è sinonimo di potere e protezione. Per loro la legge è al di sopra di tutto, non giocano sporco, non ne hanno bisogno. Ma il loro rispetto va guadagnato e i Doko l’hanno perduto da tempo.
C’è un confine invalicabile tra le terre degli uni e delle altre.
Due famiglie, due imperi in lotta da sempre per la supremazia. Ma la loro battaglia rischia di portare alla luce troppi segreti. Quanto a lungo possono i protagonisti di questa faida farsi carico dell’antico odio che li separa? Quanto, prima che gli istinti carnali sfocino in una passione travolgente?
Perché davanti a un sentimento come l’amore, il cognome che porti non conta nulla.
* ATTENZIONE *
Il romanzo contiene scene di sesso esplicite. Se ne consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole.
Avete
presente i Montecchi e i Capuleti della celeberrima tragedia shakespeariana?
L’odio e la rivalità tra le due famiglie era più che viscerale e sappiamo bene
quali conseguenze ha avuto. Ora provate ad immaginare questa competitività ai
giorni nostri ed eccovi un piccolo preludio di ciò in cui state per imbattervi.
“Io conoscevo solo l’odio, e di quello mi sono nutrito per anni.”
Siamo subito
catapultati in Albania, dove da anni si fronteggiano due clan tra i quali non
corre buon sangue: quello dei Doko e quello delle Norik.
I primi non
si fanno scrupoli ad utilizzare mezzucci pur di ottenere ciò che vogliono, le
seconde invece – forti del cognome che portano – hanno raggiunto l’attuale
prestigio partendo dal basso e l’onore è diventata per loro una virtù sacrosanta.
Si
contendono, senza alcuna esclusione di colpi, il predominio sulle terre da amministrare
e dei traffici illeciti da portare avanti.
“Non ridere per essere riuscito a buttarmi a terra. Comincia a tremare
perché sto per rialzarmi.”
Questo
palese antagonismo fa da contraltare al sentimento che serpeggia indomito in
entrambe le fazioni, eppure se si tenta di soffocare la passione essa troverà
sempre un modo per venire allo scoperto più potente e travolgente che mai.
Anche in
questo caso il paragone con Romeo e Giulietta sorge spontaneo, vi lascio questa
citazione tratta dalla tragedia:
“Che
cosa c'è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo
chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.”
Attraverso
questa frase, che si presta bene anche ad essere accostata a “The Aristocrats”,
voglio mettere in risalto quanto esiguo sia l’importanza di un cognome dinanzi
ad una forza inarrestabile come quella dell’amore, amore che tra queste pagine
è palpabile e decisamente impetuoso.
“The
Aristocrats” è un romanzo autoconclusivo di genere mafia romance scritto a
quattro mani da Daria Torresan e Brunilda Begaj. La scelta di scrivere a
quattro mani, per certi versi, potrebbe risultare rischiosa non so dirvi con
esattezza quale autrice abbia scritto cosa, ma posso affermare con assoluta
certezza che c’è omogeneità e armonia. Nessuna delle due sembra prevaricare
sull’altra, dall’intreccio alla stesura tutto è bilanciato con maestria e
funziona.
Sono molte
le voci che si avvicendano sulla scena, tanto da meritarsi un’ulteriore accezione
quella di romanzo corale, tuttavia è proprio per questo che non ho dato la
valutazione piena; alcuni avvenimenti sono appena accennati o risultano troppo
repentini laddove, invece, si sente l’esigenza di un maggiore approfondimento.
Un romanzo
come questo sono sicura che non lo dimenticherete presto; forte di una trama
complessa e ben strutturata, di un linguaggio scorrevole dai dialoghi arguti,
ma soprattutto senza filtri in particolare nella descrizione dei momenti piccanti
che, ve lo garantisco, sono BOLLENTI.
“Quello che ho lasciato in tenera età era un posto maledetto, dove il
dio Denaro ballava un sensuale tango con la dea Lussuria.”
Amore, autorevolezza,
rispetto e licenziosità sono i principi cardine di queste due famiglie avversarie;
non c’è tregua, vengono allo scoperto una dopo l’altra verità taciute e
scheletri nell’armadio di ambedue le parti… Che altro dire? Suspense e romance
si mescolano in una combinazione vincente.
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