martedì 11 novembre 2025

ALCHEMISED di SenLin Yu


In un mondo intriso di negromanzia e alchimia devastato dalla guerra, una donna senza ricordi combatte per la propria sopravvivenza contro chi vuole portare alla luce i segreti più profondi del suo passato. Un tempo brillante alchimista, Helena Marino è ora una prigioniera di guerra, intrappolata dai suoi carcerieri, ma anche dalla sua stessa mente. I suoi amici e compagni della Resistenza sono stati brutalmente assassinati, le sue abilità annientate e il mondo che conosceva ridotto in cenere. Ora, all'indomani della lunga guerra, Helena è nelle mani della nuova classe dirigente di Paladia: potenti famiglie di gilde corrotte e spietati negromanti, vittoriosi grazie alla creazione di orrende creature non-morte. Secondo gli archivi della Resistenza, Helena era una guaritrice di scarsa importanza. Tuttavia la sua inspiegabile perdita di memoria nei mesi precedenti la cattura solleva un dubbio inquietante tra i suoi nemici: è davvero così insignificante come sembra, o nei ricordi sepolti della sua mente si nasconde l'ultima, vitale mossa della Resistenza? Per scoprirlo, Helena viene affidata all'Alto Reeve, uno dei negromanti più potenti e temuti del nuovo regime. Chiusa nella sua tenuta decadente, dovrà lottare per proteggere la verità e conservare ciò che resta di sé. Ma la sua prigione e il suo aguzzino celano oscuri segreti... segreti che Helena dovrà svelare, a qualunque costo.

Ho iniziato Alchemised e l’ho abbandonato al capitolo 9, nei primissimi giorni dall’uscita. Credo che la mia difficoltà nel proseguire sia dipesa da vari fattori: in parte dalla narrazione in terza persona, in parte dall’hype che lo circondava, e un po’ anche dal fatto che, inconsciamente, cercavo nei protagonisti di Alchemised quelli della saga di Harry Potter, cosa sbagliatissima (Premetto che non ho mai letto i libri e che, delle trasposizioni cinematografiche, mi sono fermata al primo — forse al secondo).
Il mio cervello, però, continuava ad andare in quella direzione. Mi sono sentita frustrata e, alla fine, ho lasciato perdere, dispiaciuta.

«È così che ci si sente a essere te?»
Lui scoppiò in una risata sarcastica. «Ti piace?»


«Quando ho capito di aver sbagliato i calcoli, mi eri già entrata dentro con la forza».

Devo ringraziare una sola persona se ho ripreso in mano questo libro. Grazie a lei, che lo aveva già terminato, mi sono convinta a ricominciarlo. Aveva una luce negli occhi mentre me ne parlava, così intensa che mi sono chiesta se stessimo davvero parlando entrambe di Alchemised — perché, a sentirla, sembrava quasi un’altra storia.

L’ho vista il sabato pomeriggio. Il giorno dopo ho ripreso in mano il libro, ho fatto le due del mattino per diverse sere e l’ho portato a termine di martedì. Senza interruzioni, se non per quelle vitali.

Il worldbuilding di Alchemised è un intreccio di negromanzia, vivimanzia, alchimia e di un mondo devastato dalla guerra. Al suo centro ci sono una donna che ha perso la memoria, un Alto Reeve e persone che scandagliano la mente di lei in cerca di risposte. È un dark fantasy dai toni cupi ma non opprimenti, capace di bilanciare oscurità e umanità, nonostante gli abusi fisici e mentali che lo attraversano.
Un dark fantasy che alcuni hanno presentato come privo di elementi romance, e invece — per quanto mi riguarda — Alchemised è, prima di tutto, una storia d’amore epica, incastonata nella cornice della guerra.

I protagonisti principali sono Helena Marino e Kaine Ferron (ispirati a Hermione e Draco), poiché questa storia nasce come fanfiction di Harry Potter.

Il libro è suddiviso in tre parti.
Nella prima parte troviamo Helena priva di memoria, “imprigionata” nella tenuta dei Ferron e sottoposta ad abusi e maltrattamenti da parte di chi vuole studiarla e annientarla, dopo la guerra che ha devastato il regno di Paladia.
Nella seconda parte, Helena viene inviata in missione: il suo compito è far cadere Ferron ai suoi piedi.
Nella terza parte, la ritroviamo nel punto in cui l’avevamo lasciata alla fine della prima, quando finalmente riacquista la memoria.

La parte centrale di Alchemised è la più importante: le lacune che l’autrice lascia nella prima parte trovano qui la loro spiegazione.
La terza, invece, è forse la più dolorosa, ma anche quella in cui si intravede la speranza. 

Alchemised è una di quelle letture che richiedono pazienza, fiducia e la disponibilità a farsi trascinare nel dolore dei personaggi, nella loro perdita e nella loro rinascita. È un libro che non si lascia amare subito, ma che ti conquista lentamente, pezzo dopo pezzo, fino a lasciarti svuotata e piena allo stesso tempo.

Non mi sono commossa fino alle lacrime, ma mi sono emozionata — profondamente.

Lo consiglio a chi cerca un dark fantasy che non sia solo magia e guerra, ma anche amore, redenzione e umanità.
A chi non ha paura di soffrire un po’, di perdersi e poi ritrovarsi.
A chi ama le storie che non finiscono quando si chiude l’ultima pagina, ma continuano a scavare dentro.

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