giovedì 5 ottobre 2017

Blog Tour: Dimmi che ore sono di Eliana Enne




TITOLO: DIMMI CHE ORE SONO
AUTRICE: ELIANA ENNE
GENERE: ROMANZO
EDITORE: SELFPUBLISHING
PAGINE: 203
USCITA: 10 AGOSTO 2017
PREZZO: CARTACEO 15,00 / EBOOK 4,99
Veronica ha 28 anni e tanti sogni nel cassetto, ma anche paura di innamorarsi. E' per questo che non sa se accettare la proposta di matrimonio di Alessandro e lasciare la piccola città marchigiana in cui vive per trasferirsi da lui a Torino. 
«Il punto è che non voglio proprio fare progetti a due e non c'entra niente lui. Non ne sono mai stata capace, finisco sempre col rovinare tutto. Ho avuto altre storie più o meno significative, ma quando la relazione sta per salire di livello, so che per me è giunto il momento di salutare e sparire. Meglio farlo finché i sentimenti in gioco non sono troppo profondi e nessuno si fa male, perlomeno non in maniera devastante».
Sono mesi che tergiversa, ci sono troppe incognite in ballo e Veronica è piena di insicurezze. 
«Sono eternamente irrisolta. Mi porto dentro tante di quelle paranoie che mi impediscono di lasciarmi andare la metà delle volte».
E’ così che, dopo l'ennesima discussione al telefono, sceglie di prendere comunque il treno e raggiungere Alessandro, senza però avvertirlo. Inizia così un viaggio che si rivelerà molto più avventuroso di quanto immaginasse, ricco di imprevisti e incontri occasionali con singolari personaggi, tra cui un artista misterioso e affascinante deciso a conquistarla. Emozioni, equivoci e colpi di scena trasformeranno il percorso ferroviario di Veronica in un viaggio dentro se stessa, ben oltre il tempo scandito dalle lancette dell'orologio, perché è inutile usare la ragione e pianificare ogni cosa, il momento perfetto non esiste: l’amore arriva quando sei nel caos.
«Le probabilità di incontrare l'uomo della vita aumentano quando vai a fare benzina al self service e blocchi la pompa col bancomat, ma salgono vertiginosamente quando scendi di casa struccata, in tuta e ciabatte, a buttare la spazzatura».
Ironia e sentimenti colorano un romanzo brillante e divertente da leggere tutto d'un fiato. 


TEMA DEL ROMANZO


«Se è vero che ciò che facciamo determina ciò che siamo e condiziona persino la percezione che abbiamo del tempo, allora esiste una domanda la cui risposta mi permetterà sempre di capire chi ho davanti».

DIMMI CHE ORE SONO è un romanzo on the road, il diario di un percorso ferroviario di poche ore che si trasforma in un viaggio della protagonista dentro se stessa, alla ricerca della risposta alla domanda delle domande: in amore è possibile avere il controllo sul tempo, usare la ragione e pianificare ogni cosa?
Veronica è un personaggio in cui si possono rispecchiare le donne contemporanee che inseguono la realizzazione personale ma non hanno rinunciato al sogno romantico, è tenera e qualche volta  perfino buffa nelle sue insicurezze. All'inizio della storia mi sono domandata: perché non ha accettato subito la proposta di matrimonio di Alessandro?
«Lui c'è sempre, in ogni situazione, bella o brutta, romantica o complicata. E' un uomo meraviglioso e in questo preciso istante mi sento la più grande delle stronze, perché lo amo eppure ho una paura fottuta di sposarlo. Sono otto settimane che me l'ha chiesto e in una maniera che potrei definire semplicemente perfetta, ma invece di esplodere in un sì stellare, sono andata nel panico. Non ho detto di no, ho semplicemente evitato di rispondere».
Invece andando avanti nella lettura ho compreso che il centro del problema non è lui. L'apparente corazza che si è costruita Veronica nasconde, in realtà, fragilità che emergono a mano a mano, in un viaggio ricco di incontri e imprevisti che divertono il lettore (ci sono passi memorabili per cui si ride veramente tanto e personaggi indimenticabili, come il duo Barbara & Sofia) e lo avvicinano alla protagonista, di cui si può scoprire anche la storia personale. Illuminanti al riguardo sono le confidenze a Daniele, l'amico del cuore.
«Io e Alessandro siamo troppo diversi e tu sai bene come sono fatta. Sono eternamente irrisolta.» ammetto con una punta di amarezza «Mi porto dentro tante di quelle paranoie che mi impediscono di lasciarmi andare la metà delle volte».
Veronica non si sente all'altezza delle aspettative di Alessandro, non si sente pronta a lasciare la piccola città di provincia per trasferirsi nella metropoli Torino, teme che la quotidianità possa spegnere passione e desideri. Non si sente abbastanza sexy, non quanto la ex con cui il ragazzo tuttora lavora e di cui è follemente gelosa. Non si sente pronta a diventare madre (il confronto con Vanessa è uno dei capitoli più intensi) e, in fondo, ha una paura fottuta di ripetere l'errore dei suoi genitori, separati fin da quando era piccola e attualmente impegnati in nuove relazioni di cui non sono comunque soddisfatti. Viene fuori il rapporto conflittuale col padre, a cui è legata da un amore profondo fatto però anche di incomprensioni, scontri, parole non dette e altre gridate troppo forte.
«Da ragazzina dicevo sempre a tutti che lui somiglia a Nek, il mio cantante preferito, che è proprio fico e mi lamentavo perché non avevo ripreso i suoi fantastici occhi azzurri».
Mi domando se in realtà Nek sia il suo cantante preferito perché somiglia al padre, e non il contrario.
E' lui l'uomo più importante della sua vita, eppure l'ha delusa tante volte. Può l'amore superare anche la delusione?
«Gli errori lasciano un segno indelebile,» osservo «una coppia magari può decidere di andare avanti, ma certe ferite non si dimenticano. L'amore non lo so, ma la delusione sì, quella è per sempre».
Il romanzo è diviso in due parti e lo spartiacque della storia è nel capitolo centrale, “Bologna”, in cui un imprevisto importante rimescola le carte della giornata e costringe Veronica a cominciare una nuova partita. E' a questo punto che accade qualcosa che davvero mette alla prova il suo apparente equilibrio e le convinzioni con cui era partita: Veronica incontra Leonardo.
«Certe parole sono talmente importanti che quasi prendono forma e vita e ci ritroviamo a pronunciarle senza neppure accorgercene» esordisce lo sconosciuto, alzandosi in piedi. Avrà una decina d'anni più di me, fisico asciutto, lineamenti del viso decisi, labbra carnose, un velo di barba appena accennata. Un gran fico.
«L'ho ascoltata prima, con quella anziana signora» confessa mentre avanza verso di me «Mi chiamo Leonardo Moroni, sono uno scrittore e non abbia timori, la mia è mera curiosità artistica. Scruto il mondo in cerca di nuove idee e se qualcosa mi colpisce, ho bisogno di approfondirne il perché».
Non voglio anticipare nulla, vi invito a leggere DIMMI CHE ORE SONO e concludo con le parole di Eliana Enne:
«Le probabilità di incontrare l'uomo della vita aumentano quando vai a fare benzina al self service e blocchi la pompa col bancomat, ma salgono vertiginosamente quando scendi di casa struccata, in tuta e ciabatte, a buttare la spazzatura».




I primi tempi che stavamo insieme, era sempre Alessandro a venire da me per il fine settimana. Si faceva dal lunedì al giovedì ogni extra possibile allo studio pur di avere il venerdì pomeriggio libero, quindi saliva in macchina e correva come un pazzo senza neppure fare pranzo per poter essere da me prima di cena. Io uscivo dall'ufficio e mi precipitavo a casa perché volevo cambiarmi e farmi bella per lui e anche se il mio armadio esplode di indumenti di ogni genere, appena ne aprivo le ante cominciavo la solita lagna.
Quella gonna mi fa il sedere grosso, quel vestito me l'ha già visto, la maglia non sta bene con le scarpe e poi i capelli sono un disastro.
Cambiavo almeno tre volte colore di smalto e puntualmente, dopo averlo steso sulle unghie, lo scheggiavo prima che asciugasse. Finalmente squillava il citofono e io saltavo in aria, travolgevo tutto ciò che in casa mi capitava a tiro e non rispondevo: aprivo la porta e mi fiondavo direttamente giù dalle scale ad abbracciarlo. Baci che toglievano il respiro, mani che frugavano ogni centimetro di pelle e di cuore, corpi che si cercavano sotto i vestiti prima ancora di essere saliti in casa. Il resto del mondo scompariva all'istante, compresa la mia vicina impicciona che spiava tutta la scena da dietro la sua porta socchiusa. Dopo tre mesi di questo ritmo, Alex mi ha chiesto di andare a Torino. Voleva vivermi nel suo mondo e anche io ero curiosa, così ho approfittato del ponte per l'8 dicembre e ho fatto il biglietto del treno per stare da lui quattro giorni. Per tutto il viaggio non ho fatto che immaginare come sarebbe stato emozionante arrivare in una città che non conoscevo, incontrare l'uomo che amo dopo giorni che non ci si vedeva e trattenermi a stento dal saltargli addosso in stazione davanti a tutti; andare a casa sua e ritrovarmi in un ambiente sconosciuto dove ogni particolare, però, mi avrebbe svelato qualcosa di lui. Quando sono arrivata, invece, pioveva a dirotto, non siamo neppure riusciti ad abbracciarci perché siamo subito dovuti correre via, in direzione del parcheggio. Ho incastrato il tacco nella grata di un tombino e sono rimasta di colpo senza una scarpa al piede. Per recuperarla, l'ho inevitabilmente rotta ed erano scarpe comprate pochi giorni prima. Ho cercato di contenere il nervoso, ma saltellare a piedi nudi fra le pozze d'acqua sotto il diluvio, riparati a malapena da un ombrellino tascabile, non è esattamente la cosa più romantica del mondo. Arrivati all'auto, ne abbiamo trovata un'altra posizionata in doppia fila a bloccare la portiera del lato passeggero. Sono dovuta salire dalla parte della guida e poi superare la leva del cambio per sedere al mio posto, ho impigliato le calze e si è fatta immediatamente largo la scia di una smagliatura irrimediabile proprio sulla coscia. Un disastro totale. Sbraitavo isterica contro l'idiota che aveva parcheggiato così male, mi domandavo come avremmo fatto a uscire e guardavo Alessandro sistemare a fatica il trolley dietro, fra le cartelle e le varie scartoffie del suo lavoro. Finalmente è salito anche lui, zuppo fradicio peggio di un pulcino e all'improvviso ha illuminato il buio di quel tardo e piovoso pomeriggio di dicembre semplicemente col sorriso. Perché lui è anche così che scalda e scioglie e spalanca tutte le porte e spazza via limiti e problemi e rende belle per me tutte le cose. Mi ha preso il volto tra le mani e ha poggiato l'indice sulla mia bocca per zittirmi.
«Prima baciami!» ha esclamato ed è bastato assaggiarsi fra le labbra per toccarsi nell'anima, cancellare lo stupido mondo tutt'intorno e tuffarci nel nostro, dove non esiste lo spazio che non è come vorrei e il tempo che non basta mai. Ogni ansia è scomparsa dalla circolazione, quella caotica e scomoda macchina è magicamente diventata il castello delle meraviglie, e Torino così fredda e apparentemente poco accogliente si è trasformata in una città calda piena di colori e profumi.



ELIANA ENNE è lo pseudonimo col quale Eliana Narcisi pubblica quotidianamente su Fb sia sul blog TUTTA COLPA DI ILARIA che sulla pagina ELIANA ENNE.
Avvocato di professione, scrittrice per passione, ha iniziato con piccoli racconti per un'associazione di volontariato. Ha collaborato per anni con lo scrittore e poeta Giuseppe Binni, ha curato per l'attore Premio David di Donatello Ernesto Mahieux la sua autobiografia. DIMMI CHE ORE SONO è il suo primo romanzo.
Di sé dice <>  



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5 commenti:

  1. questo libro mi ha appassionato fin dalla prima tappa
    sarà perchè ho vissuto qualche giorno a torino e ho un bel ricordo ...amoroso ih ih
    Marianna Di Lorenzo
    dilorenzomarianna07@gmail.com

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  2. wow sembra molto carino questo romanzo e seguo con gioia questo tour ;)
    Luigi Dinardo
    luigi8421@yahoo.it

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  3. Vedo che incontrerà gente davvero interessante in questo viaggio. Non è bello avere molte paranoie, poverina, la si può capire. Adora Nek, gli occhi azzurri, cioè, devo leggerlo.
    Oltre al mio amore per Nek, detto precedentemente nell'altra tappa ed è meglio che mi trattengo, potrei stare ore e ore a parlare di Fil (Nek), della sua musica ecc… io ho una fissa proprio per gli occhi azzurri, li amo alla follia *^* quelli di Fil (Nek) poi *^* sono LA MERAVIGLIA!!!

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  5. Adoro i libri che trattano di viaggi On the road, e quello a bordo di un treno mi mancava!
    Per quanto riguarda i temi, il romanzo acquista altri 1000 punti perché - a quanto ho capito - verrà dato molto spazio alle relazioni (di Veronica in questo caso) in generale ed è una cosa che mi fa veramente piacere perché credo sia importante focalizzarsi non solo sul rapporto amoroso ma anche sui rapporti d'amicizia e con la famiglia. Comunque la cosa che sicuramente mi incuriosisce di più è vedere in che modo il viaggio - e ovviamente tutte le persone che incontrerà e le esperienze che vivrà - influenzerà Veronica, se alla fine di tutto troveremo una persona completamente diversa, leggermente cambiata o uguale a come era prima (non si sa mai!).
    Apprezzatissimo l'estratto che mi ha dato modo di approfondire meglio lo stile dell'autrice e devo dire che mi piace!

    Seguo il blog come Dory A. Ho messo mi piace alle pagine su FB come Dory Angelino. Condivisione: https://www.facebook.com/doryyangelino/posts/10208302006946547

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