Il romanzo rivelazione dell'anno
Nel caso ve lo chiediate, questa non è una storia d'amore...
Il mio nome è Tori Spring. Mi piace dormire e mi piacciono i blog. L’anno scorso avevo degli amici. Prima che succedesse tutto quel casino con mio fratello, prima di dover affrontare la dura realtà dei miei voti e delle domande per l’iscrizione all’università e prima di rendermi conto che avrei dovuto iniziare a parlare con la gente… Le cose erano molto diverse, credo. Ma adesso è tutto finito. Ora c’è qualcuno che si firma Solitaire che sta cercando di terrorizzare tutta la scuola con strani messaggi e minacce. E, a dire la verità, ci sta riuscendo anche bene!
E poi c’è quello nuovo, un certo Michael. Sì, ok, è dolce e sensibile, ma perché mi sta così addosso? Nessuno ha detto che non sia carino e so che molte ragazze in classe lo trovano anche sexy. Ma non io. A me non interessano le storie d’amore e detesto i mielosi romanzi della Austen.
Ma con tutta questa confusione ho davvero paura di non capirci più nulla…
Il romanzo rivelazione dell'anno scritto da un fenomeno di soli 19 anni
In vetta alle classifiche inglesi
Questo libro, a differenza di molti YA, non narra solo della vicenda di una giovane coppia di ragazzi alla scoperta dell'amore e dei problemi a esso legati (poiché in questo libro l'amore ha davvero una piccola parte), racconta invece di quanto l'adolescenza possa essere difficile, di quanto insormontabili possano essere i problemi talvolta e, addirittura, il fatto che non tutte le persone riescono a rapportarsi con il mondo, trovando più facile starsene soli in casa che soli in mezzo a una moltitudine di persone.
Le tematiche affrontate non si limitano qui, poiché oltre a queste viene affrontato il tema dell'omofobia, dell'amicizia, vista non sempre come un qualcosa di facile da costruire, del bullismo, dei disturbi ossessivo-compulsivo e dei disturbi alimentari e di molti altri problemi che spesso gli adolescenti si trovano ad affrontare.
“Mi chiamo Victoria Spring. Credo dovreste sapere che mi costruisco in testa un sacco di cose che poi mi rattristano. Mi piace dormire e mi piace bloggare. Un giorno o l’altro morirò.”
Victoria, ma per gli “amici” Tori, è l'emblema dell'adolescente contro-corrente.
Pur avendo sedici anni Tori non si sente parte della sua generazione, si sente sempre a disagio in mezzo a tante persone e, seppur avendo degli amici, non si trova a suo agio nemmeno con loro, sembrando quasi che loro siano solo persone che fanno da “cornice” in questa sua età. Di ragazzi e frivolezze nemmeno se ne parla, poiché la ragazza dell'amore con la A non ha una grande opinione senza neppur essersi mai innamorata.
Tori è introversa, non ama leggere e, se dovesse scegliere se schierarsi dalla parte di Mr Darcy o da quella di Elizabeth Bennet, sceglierebbe senza ombra di dubbio il primo.
Becky si volta verso di me e lo stesso fa Evelyn. Ne deduco che mi pressano perché contribuisca in qualche modo.
Mi tiro su. «State dicendo che, se è per colpa di Harry che muoiono tanti maghi e babbani, sarebbe stato meglio che Harry Potter non ci fosse mai stato, e neppure i libri o i film, o nient’altro?».
Ho l’impressione di aver rovinato la loro conversazione, così bofonchio una scusa e mi alzo dalla sedia precipitandomi fuori dalla sala. A volte le persone le odio proprio. E probabilmente questo non giova alla mia salute mentale
Mi tiro su. «State dicendo che, se è per colpa di Harry che muoiono tanti maghi e babbani, sarebbe stato meglio che Harry Potter non ci fosse mai stato, e neppure i libri o i film, o nient’altro?».
Ho l’impressione di aver rovinato la loro conversazione, così bofonchio una scusa e mi alzo dalla sedia precipitandomi fuori dalla sala. A volte le persone le odio proprio. E probabilmente questo non giova alla mia salute mentale
Introversa e con la testa sempre nel suo mondo, Tori non prende mai parte ai discorsi, ritrovandosi così a dire la cosa sbagliata nel momento in cui è richiesta la sua opinione. E se deve scegliere fra due cose, sicuramente lei sceglierebbe la terza.
L'unico modo in cui si sente “a suo agio” nel rapportarsi con gli altri, è attraverso il suo blog, un mondo in cui può essere se stessa senza sentirsi differente
«Dio santo, l’età di questi computer è un vero reato».
Mi volto lentamente. Davanti alla porta chiusa c’è un ragazzo
Mi volto lentamente. Davanti alla porta chiusa c’è un ragazzo
«Riesco a sentire la sinistra sinfonia della connessione via modem», dice con lo sguardo che vaga sperso. Dopo lunghi secondi, si accorge finalmente di non essere solo.
Ha un’aria ordinaria, non è né bello né brutto, un tipo composito. Il suo tratto più originale è costituito da un paio di occhiali dalla montatura grande e spigolosa, tipo quelli per vedere i film in 3D, che i dodicenni, convinti di sembrare “fichissimi”, indossano senza lenti. Oddio, detesto che qualcuno si metta occhiali così. È alto e con la riga di lato. Con una mano regge una tazza, con l’altra un foglietto e il suo diario scolastico.
Ha un’aria ordinaria, non è né bello né brutto, un tipo composito. Il suo tratto più originale è costituito da un paio di occhiali dalla montatura grande e spigolosa, tipo quelli per vedere i film in 3D, che i dodicenni, convinti di sembrare “fichissimi”, indossano senza lenti. Oddio, detesto che qualcuno si metta occhiali così. È alto e con la riga di lato. Con una mano regge una tazza, con l’altra un foglietto e il suo diario scolastico.
Micheal Holden è il tipico ragazzo estroverso, che fa di tutto per mostrarsi con un sorriso anche se non ha nulla per cui farlo. Nonostante questo, però, è una persona estremamente sola e, dopo il suo primo incontro con Victoria, un piccolo raggio di luce segnerà la fine della sua solitudine.
Lui si avvicina e io mi tiro indietro strascicando i piedi.
«Tu», dice, «non parli mai sul serio, vero?»
«Tu», dice, «non parli mai sul serio, vero?»
Rido ancora: una specie di patetico sbuffo d’aria, ma per me rientra nella categoria “risata”. «Tu chi sei?».
Lui si blocca e si ritrae, poi allarga le braccia come se fosse il Secondo Avvento di Cristo e annuncia con voce profonda e riecheggiante: «Mi chiamo Michael Holden».
Michael Holden.
«E tu chi sei, Victoria Spring?»
Lui si blocca e si ritrae, poi allarga le braccia come se fosse il Secondo Avvento di Cristo e annuncia con voce profonda e riecheggiante: «Mi chiamo Michael Holden».
Michael Holden.
«E tu chi sei, Victoria Spring?»
Sarà proprio questo incontro a dare svolta ad un processo che porterà la nostra protagonista a interrogarsi su certe emozioni e sensazioni di cui, fino ad allora, ha ignorato l'esistenza, perché, in fondo Michael ha il dono di guardare oltre il muro di silenzio in cui si circonda Tori, vuole conoscerla in maniera per nulla superficiale, anzi, vuole proprio creare un legame con lei anche se sarà un'impresa titanica.
Oltre questo, però loro due hanno qualcosa in comune: per loro la normalità non è altro che una parola, preferendo essere loro stessi dentro, adattandosi al contesto in cui si trovano, che essere come molti adolescenti che farebbero di tutto per somigliare agli altri.
«Volevo soltanto dirti che ti avevo già conosciuta».
Mamma mia, di nuovo: «Me lo hai detto ieri».
«Ma non alla Higgs. Ti ho conosciuta quando hai visitato il Truham. L’anno scorso. La visita alla scuola l’hai fatta con me».
La rivelazione fa rifiorire un ricordo. Ma certo. Michael Holden mi ha premurosamente mostrato il Truham all’epoca in cui dovevo decidere la scuola da frequentare per il sixth form. Mi aveva chiesto che materie volevo affrontare per la maturità, se mi piacesse tanto la Higgs, se avessi degli hobby e se fossi una patita dello sport. Infatti, tutto quello che aveva detto era indiscutibile.
«Ma…». È impossibile. «Ma tu eri così… normale».
Alza le spalle sorridendo, mentre qualche goccia di pioggia gli bagna il volto e sembra che stia piangendo. «Ci sono luoghi e momenti in cui essere normali. Per la maggioranza delle persone, essere normali è la modalità standard. Però, per alcuni, come te e me, la normalità è qualcosa che dobbiamo indossare, come un abito elegante per una cena chic»
Mamma mia, di nuovo: «Me lo hai detto ieri».
«Ma non alla Higgs. Ti ho conosciuta quando hai visitato il Truham. L’anno scorso. La visita alla scuola l’hai fatta con me».
La rivelazione fa rifiorire un ricordo. Ma certo. Michael Holden mi ha premurosamente mostrato il Truham all’epoca in cui dovevo decidere la scuola da frequentare per il sixth form. Mi aveva chiesto che materie volevo affrontare per la maturità, se mi piacesse tanto la Higgs, se avessi degli hobby e se fossi una patita dello sport. Infatti, tutto quello che aveva detto era indiscutibile.
«Ma…». È impossibile. «Ma tu eri così… normale».
Alza le spalle sorridendo, mentre qualche goccia di pioggia gli bagna il volto e sembra che stia piangendo. «Ci sono luoghi e momenti in cui essere normali. Per la maggioranza delle persone, essere normali è la modalità standard. Però, per alcuni, come te e me, la normalità è qualcosa che dobbiamo indossare, come un abito elegante per una cena chic»
Ad accompagnare il tutto il blog Solitaire, un sito che prende di mira la Higgs, la Harvey Greene Grammar School For Girls, trovando modi sempre più ingegnosi per portare lo scompiglio ed un pizzico di anarchia fra i ragazzi, il cui scopo, però, è un mistero, così come rimane nascosto il nome del fondatore di questo sito.
Ogni testa si volta spasmodica di qua e di là bisbigliando, e tutti ci chiediamo perché Kent abbia messo la musica in corridoio, e come mai proprio Guerre stellari. Forse ci farà una predica su come si comunica con chiarezza, sulla perseveranza, la condivisione aperta e la comprensione, o sulle capacità dell’interconnessione, insomma gli argomenti principali degli incontri del sixth form. Magari sta provando a fare un discorso sull’importanza della leadership. Soltanto quando sulla lavagna alle sue spalle cominciano ad apparire le immagini, comprendiamo quello che davvero sta accadendo.
La prima foto è la faccia di Kent photoshoppata su quella di Yoda. La seconda mostra Kent nei panni di Jabba the Hutt.
Segue la Principessa Kent con un bikini dorato.
Tutto il biennio scoppia in risate incontrollabili.
Il vero Kent, con espressione rabbuiata, ma ancora in grado di mantenere la calma, esce dalla sala a passo deciso. Non appena se ne va anche la Strasser, gli studenti cominciano a migrare da un gruppo a un altro, imitando l’espressione dello sguardo del vicepreside quando ha visto la sua faccia applicata su Natalie Portman, completa di cerone bianco e copricapo pomposo. Lo ammetto, è davvero divertente.
Dopo che Kent/Darth Maul scompare dallo schermo e negli altoparlanti l’orchestra raggiunge il suo culmine, lo schermo della lavagna interattiva mostra le seguenti parole:
SOLITAIRE.CO.UK
La prima foto è la faccia di Kent photoshoppata su quella di Yoda. La seconda mostra Kent nei panni di Jabba the Hutt.
Segue la Principessa Kent con un bikini dorato.
Tutto il biennio scoppia in risate incontrollabili.
Il vero Kent, con espressione rabbuiata, ma ancora in grado di mantenere la calma, esce dalla sala a passo deciso. Non appena se ne va anche la Strasser, gli studenti cominciano a migrare da un gruppo a un altro, imitando l’espressione dello sguardo del vicepreside quando ha visto la sua faccia applicata su Natalie Portman, completa di cerone bianco e copricapo pomposo. Lo ammetto, è davvero divertente.
Dopo che Kent/Darth Maul scompare dallo schermo e negli altoparlanti l’orchestra raggiunge il suo culmine, lo schermo della lavagna interattiva mostra le seguenti parole:
SOLITAIRE.CO.UK
Per me è sempre difficile trovare un libro in cui la storia d'amore passi non in secondo piano, addirittura in ventesimo, lasciando lo spazio a mille altre emozioni e storie che spesso vengono dimenticate, trovando la lettura non solo piacevole, ma addirittura ritrovarsi ad amarla.
E' difficile trovare adolescenti che non si identifichino in Tori, persone un po' come me che vedono l'adolescenza come un periodo dove sentirsi a disagio e soli è all'ordine del giorno, non come un qualcosa di fuori dall'ordinario. Ecco perché vedo nella Oseman una grande scrittrice, perché è riuscita a mettere nero su bianco tutti quei dilemmi che spesso o vengono trattati con condiscendenza o, addirittura, vengono ignorati, facendo di questi il tema portante per un libro di successo che inevitabilmente tocca le corde del cuore di chi lo legge.
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