Madrid,
anni '40.
Amori, intrighi familiari e segreti continuano in una saga spagnola magica e
coinvolgente.
Marta Ribas aveva tutto per essere felice: amore, amici, prestigio. Ma un
giorno, per lei e per la sua famiglia - il marito Antonio, la figlia Elena -,
tutto cambia, inaspettatamente e per sempre. Un'amicizia profonda ma sbagliata,
quella con il notaio Figueroa, e una lealtà mal riposta precipitano l'intera
famiglia nella disgrazia, e sarà Marta a cercare, come la fenice, di risorgere
dalle proprie ceneri. In una società ancora antiquata, rappresentata a
perfezione dalla moglie del notaio, doña Virtudes, Marta dovrà trovarsi un
lavoro, esporsi alle maldicenze, e continuare la sua lotta per la libertà e
l'affermazione di sé. Aiutata da una sola, forte passione: quella per la
musica. La passione che la salverà, e la aiuterà a trovare, nonostante tutto,
il suo posto nel mondo.
Ma questa non è solo la storia di Marta. È la storia di due famiglie, i
Montejano e i Figueroa, e dei loro destini intrecciati. È l'affresco di un
momento della storia spagnola in cui molti cambiamenti si stanno preparando.
Ed è soprattutto una saga emozionante, già cominciata con Sulle ali del
silenzio, in cui, sullo sfondo di una Madrid magica e atmosferica, si muovono
straordinari personaggi, legati dal destino e dalla Storia.
Una Madrid franchista
fa da sfondo al dramma di una donna che lotta per la sua indipendenza. Il
processo non è per nulla facile se si pensa che ci troviamo negli anni
successivi al secondo conflitto mondiale in una società, quella spagnola,
chiusa, conservatrice e profondamente cattolica. A soffrire sono essenzialmente
le donne, costrette a vivere all’ombra del padre prima e del marito poi,
relegate ad occuparsi essenzialmente dell’andamento della casa e dell’educazione
dei figli. E se si pensa che per la maggior parte di loro era giusto mettere da
parte aspettative e sogni pur di compiacere l’uomo, comprendiamo meglio quanto
sia stata dura la lotta per la parità dei sessi, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Non crediate però che
non ci fossero, anche allora, donne caparbie disposte a lottare, nonostante
tutto: Marta, la protagonista, è proprio una di queste. Tutto sommato lei è
forse tra le più fortunate, si è sposata, infatti, per amore con Antonio
Montajano, un uomo che, non solo le ha permesso una vita agiata ma ha
assecondato le sue passioni, pur non condividendole. Marta ha sempre amato la
musica, per lei suonare il pianoforte significava dare un senso alla vita. La
sua era un’innocente passione che non tutti comprendevano così come non si
comprendeva il desiderio di voler lavorare fuori di casa.
Dopo
lo sgradevole incontro che avevano avuto davanti alla casa di Roberta, Rafael
avrebbe potuto in qualsiasi momento rivelare ad Antonio quanto aveva scoperto.
Così, per non rischiare di essere colta alla sprovvista un’altra volta, aveva
preso delle precauzioni. […] Per non dare nell’occhio ed evitare
fraintendimenti, si faceva accompagnare da Elena.
Costretta quindi a non
alimentare pettegolezzi sulla propria condotta, Marta trova conforto suonando
il pianoforte.
Purtroppo però, come
spesso accade, la vita può giocare brutti scherzi in ogni momento; un
investimento azzardato o una scommessa persa sono sufficienti perché la fortuna
cambi nel giro di un attimo. E così Marta si accorge che la sicurezza e la
stabilità economica su cui faceva affidamento, in realtà non sono altro che mere
illusioni, comete fugaci senza le quali però è difficile vivere. Per uno
sbaglio Antonio perde la propria attività, (aveva un negozio di proprietà), è
costretto a lasciare la sua casa e a trasferirsi in un appartamento più piccolo
in cui non c’è spazio per il pianoforte. Il dramma inizia: marito e moglie non
sono più gli stessi, si allontanano e si isolano trovando conforto altrove.
Marta sopporta le
rinunce in silenzio, soffre ma non si abbatte. Resta accanto al marito, come è
giusto che sia ma, per quanto si sforzi, non riesce a tenere a freno la smania
che le arde dentro e che solo la musica può spegnere. L’incontro fortuito con
Flavio, un violinista italiano, professore al Conservatorio, le ridà la speranza.
«Non
voglio nessuna audizione e non ho alcuna esibizione da fare…» Si fermò e mentre
lui si allontanava gli urlò: «Senza la musica mi sento soffocare!» […]
«Cos’ha
detto?» chiese ormai di fronte a lei, guardandola negli occhi per la prima
volta.
«Ho
bisogno di suonare il pianoforte per respirare… soffoco signor Tassoni, la
musica è l’unica cosa che può aiutarmi a sopravvivere.»
Marta torna a suonare,
ritrovando di nuovo se stessa. Seduta davanti al piano, mette da parte le
preoccupazioni e le disillusioni, per lasciare il posto ad una passione che la
condurrà verso nuove esperienze. Così come le dita volano sul pianoforte, la
musica esce dalle pagine: riusciamo a sentirla, ne percepiamo l’armonia, ci
lasciamo cullare e proprio come Marta ci abbandoniamo alla sua forza,
nutrendocene. Ci accorgiamo subito che l’amore tra Flavio e Marta è diverso, intenso
come intense sono le note che lo hanno generato. Per la prima volta lei si
sente viva, desiderata, stimata e questa nuova consapevolezza di sé la porta a
osare e a sfidare le convenzioni e i falsi pregiudizi. Essere donna non vuol dire
rinunciare alla felicità. Bisogna combattere per raggiungere ciò che si vuole. E
Marta lotta finalmente non solo per se stessa ma anche per la figlia Elena,
aiutandola a seguire il suo cuore. Saremo al suo fianco quando lascierà il
marito violento, sposato solo per compiacere il padre e salvarlo dallo
scandalo. La sosterremo e approveremo quando volerà a New York dove il suo unico amore,
anche lui musicista, ha finalmente trovato il successo. Meravigliosa è la
descrizione del loro incontro a teatro, Marta la vive attraverso le parole nella
lettera della sua amica e con lei anche noi finiamo per emozionarci di fronte a
tanta bellezza.
Mai
in vita mia sono stata testimone di un’emozione così vivida condivisa da due
persone. Percepire le sensazioni, il rapimento, l’esaltazione che quelle
melodie, uscite dal violino di Hanno, provocavano in tua figlia faceva venire i
brividi. E poi il ragazzo, trasformato in musica, l’uomo e il violino fusi in
un solo essere. Due giovani uniti dalla bellezza di quell’armonia sublime,
impossibile da spiegare a parole, vivo esempio del reale significato della
musica, un sentimento che si può soltanto provare e non spiegare… È universale.
La musica e l’amore camminano,
dunque, di pari passo e la felicità si avverte non solo attraverso le azioni
dei personaggi ma anche nelle ambientazioni in cui è palpabile il cambiamento. Nel
condominio in cui vivono le tre famiglie del romanzo l’atmosfera è tesa: qui
accadono i drammi, si respira infelicità, si perpetrano tradimenti e violenza.
Dall’altro lato c’è l’appartamento di Flavio, un’oasi meravigliosa in cui Marta
si sente una donna libera. Purtroppo però la felicità, come spesso accade, ha
un prezzo troppo alto, non accessibile a tutti.
Leggere questo romanzo
è come ascoltare una sinfonia: l’adagio iniziale lascia ben presto il posto ad
un ritmo più sostenuto in cui gli archi e i fiati si alternano fino all’assolo
di pianoforte, magia allo stato puro. L’intera orchestra poi riprenderà in mano
la scena e ci accompagnerà verso un finale travolgente.
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