Un romanzo straordinario che parla di identità, libertà e
sogni. E del prezzo che a volte bisogna pagare per realizzarli.
Basta un attimo per cambiare tutto. Basta un attimo perché
Isabella, diciassette anni, si schianti sulla terra rossa di un campo da tennis
e si risvegli sotto le luci al neon del pronto soccorso. Non è la prima volta
che sviene così, all’improvviso, e quindi non può essere dimessa. Per Isabella
il ricovero nel reparto di pediatria è peggio di un incubo: gli esami continui,
gli infermieri opprimenti e poi quella silenziosa compagna di stanza che passa
il tempo a leggere libri. Eleonora è abituata ai ritmi dell’ospedale: è sempre
stata malata, fin da quando ha la possibilità di ricordare. Conosce tutto e
tutti lì dentro, conosce anche Daniela, una strana ragazza con un tatuaggio sul
collo che se ne va in giro per il reparto canticchiando sempre la stessa canzone.
Tra Isabella, Eleonora e Daniela nasce un’improbabile amicizia. Una simbiosi
capace di valicare persino il confine tra la vita e la morte. Un’alleanza che
le porterà a una scelta dura ed estrema e a scoprire la verità su loro stesse e
sul proprio destino. Apprenderanno quanto crudele e meraviglioso sia crescere,
in un viaggio visionario che in pochi, intensissimi giorni le renderà adulte.
Tra fantastico e reale, epifanie e rivelazioni, atti temerari e addii, una
corsa a perdifiato inaspettata, spaventosa e straordinaria. Come inaspettata,
spaventosa e straordinaria può essere la vita stessa.
Sogni infranti, voglia di scappare e desiderio di star bene,
così inizia la disavventura di Isabella nel reparto pediatrico. I suoi svenimenti
non sono casuali, ha un difetto al cuore ed è incavolata con il mondo perché non
potrà più riavere la sua vita da tennista. La sua unica passione, la vita sua e
di suo padre gira intorno alle gare, agli sponsor e alle vittorie e il loro
rapporto in realtà non esiste al di fuori delle performance. Per rendersi conto
di tutto ciò, Isabella inizia un percorso particolare che le farà assumere una
nuova identità e consapevolezza di sé.
La narrazione è resa interessante dalle intrusioni di Eleonora, prima entra in punta di piedi nella vita di Isabella e poi la stravolge completamente. Schele, è il suo soprannome, non sopporta il sole, è sempre rinchiusa nella sua mente, passa le giornate a scrivere, non distingue più il confine tra la vita e la morte, soprattutto non vuole affrontare una dura verità: può fare il trapianto ma ha paura e quindi preferisce convivere con la morte sempre più vicina. Dall’altra parte della stanza c’è Isabella che non sopporta la sua compagna ma non ha altra scelta che lasciarsi coinvolgere nella spirale di sogni e incubi che fanno visita alle due ragazze.
"Non riesco più, come prima, a scivolare sopra le cose brutte con una tavola da surf, senza rompere il filo dell’acqua; a volte mi trovo a sprofondare nella mia incoscienza, non sono nemmeno più invulnerabile. Credevo di avere molto più controllo, di poter tenere la direzione."
La narrazione è resa interessante dalle intrusioni di Eleonora, prima entra in punta di piedi nella vita di Isabella e poi la stravolge completamente. Schele, è il suo soprannome, non sopporta il sole, è sempre rinchiusa nella sua mente, passa le giornate a scrivere, non distingue più il confine tra la vita e la morte, soprattutto non vuole affrontare una dura verità: può fare il trapianto ma ha paura e quindi preferisce convivere con la morte sempre più vicina. Dall’altra parte della stanza c’è Isabella che non sopporta la sua compagna ma non ha altra scelta che lasciarsi coinvolgere nella spirale di sogni e incubi che fanno visita alle due ragazze.
E’ reale? Ho fatto veramente fatica a capirlo, pensavo di
essere anche io sotto effetto di qualche sonnifero che mi aveva intorpidita. Gli
incubi sono molto inquietanti e coinvolgenti e quando sembrano non finire mai
ecco che arriva Daniela, la ragazza che si aggira tra i corridoi, un po’ punk e
sfacciata che non ha peli sulla lingua e non passa inosservata. Le tre amiche
si ritrovano a vivere momenti indimenticabili fatti di risate, allucinazioni e
voglia di vivere.
"Le nostre mani, tutte e tre, ora pulsano all’unisono.
Tutte e tre. Assieme."
A 17 anni Isabella affronta la peggiore crisi d’identità,
vede sfumare tutti i suoi sogni e pensa di impazzire, trova un conforto
amichevole in Paolo, l’infermiere del reparto che non la tratta come una
bambina bensì cerca di aiutarla a non andare completamente fuori strada. Anche se la notte, l’adrenalina prende il
sopravvento e le due amiche riescono sempre a superare la sorveglianza di Paolo
ed esplorano una zona chiusa al pubblico. In una seconda perlustrazione Isabella
fa una scoperta molto inquietante trova un corpo in stato vegetativo, è uno
shock grandissimo per lei ma capisce molte cose.
Non ho bisogno di dirvi che per sapere che
cosa ha visto, vi tocca leggere il libro.
Ne vale davvero la pena, l’amicizia in questo caso ha trasformato l’egoismo
ed egocentrismo di Isabella, ora è più forte e ha trovato un nuovo scopo nella
vita. Purtroppo può solo imparare a convivere con il suo problema e forse è
riuscita a convincere Schele a fare il trapianto.
A volte l’amicizia ti porta a schiarirti le idee e ti permette
di ritrovarti.
"Nessun sogno, nessun progetto. Niente.
I sogni vanno e tu rimani lì.Qui.
Adesso ci sono solo io. Credo che sia iniziata quella che chiamano la vita adulta. Scelte irrevocabili, delusioni, segreti… i primi veri addii. Qui ci sono nata. Da qui riparto, esco una seconda volta e riprendo, come se fossi rimasta incantata per tutti questi giorni, ora il tempo ricomincia a muoversi, io scendo dalla mia montagna e torno a valle"
"Nessun sogno, nessun progetto. Niente.
I sogni vanno e tu rimani lì.Qui.
Adesso ci sono solo io. Credo che sia iniziata quella che chiamano la vita adulta. Scelte irrevocabili, delusioni, segreti… i primi veri addii. Qui ci sono nata. Da qui riparto, esco una seconda volta e riprendo, come se fossi rimasta incantata per tutti questi giorni, ora il tempo ricomincia a muoversi, io scendo dalla mia montagna e torno a valle"
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