Mille volte aveva osservato il
volto di Dio, ma quell’unica volta aveva scorto il volto di Lucifero. Ed era
stata la cosa più bella che avesse mai visto in vita sua.
Lucifero aveva avvicinato il viso
amorevole così tanto, da riuscire a posare la guancia sulla sua. Una sensazione
di estasi mai provata prima.
Il lieve tepore era diventato
calore insopportabile, per poi trasformandosi in un dolore atroce.
La pelle si era liquefatta come
cera, era letteralmente colata verso il basso, sotto l’azione della forza di
gravità.
In quel preciso istante, al
culmine di una dura battaglia con il maligno, Galahad aveva deciso di
arrendersi. Aveva rinnegato per tre volte la sua natura, così come fece Pietro
dinanzi al Cristo, pregando perché quel tormento cessasse.
Nel
giro di un paio di giorni l’immenso esercito era in marcia.Il numero dei
soldati era così vasto che la carovana era lentissimae le operazioni di
coordinamento di quell’accozzaglia dicreature così diverse fra loro erano
complicate.
Mephisto
seguiva spesso l’avanzata del suo esercito spostandosiin volo in groppa al
drago nero, nonostante si fosse procurato anche una cavalcatura terrestre: un
orribile cavallo scheletricoevocato dalle profondità della terra. Quando
avanzavafra i suoi uomini in groppa al suo destriero d’ossa, seminavaterrore
persino nei coraggiosi orchi e nei letali draconici, mentrei goblin si
gettavano a terra piagnucolando dalla paura. Zuk aveva il compito di servire
Mephisto e di soddisfare le sue richieste: gli portava i pasti e faceva da
messaggero dei rapportiche ogni giorno i generali dovevano consegnare.
Dopo
alcune settimane di marcia incessante, l’esercito siera ormai avvicinato al
Lago Nero. Gli uomini di Mephistosi erano scontrati con le prime pattuglie di
Sentinelle che nesorvegliavano il confine più esterno. Ogni volta,
l’interventodel contingente di non-morti era sufficiente a sbaragliare
leSentinelle e a eliminarle tutte. Come un avvoltoio, lo stregonesi appostava
ai margini del campo di battaglia; una volta chelo scontro era terminato,
ordinava ai suoi uomini di restare indisparte mentre passava in rassegna i
caduti sul campo.
Con
orrore dei compagni, questi andavano subito a rimpinguarela fila del
contingente dei non-morti. I feriti che lostregone riteneva potessero tornare a
combattere entro pochigiorni, venivano consegnati a coloro che dovevano
prendersenecura, gli altri erano uccisi sul posto dallo stesso stregoneper poi
essere trasformati anch’essi. Così, quando giunserosulle rive dal Lago Nero, il
numero dei guerrieri non-morti eradi gran lunga raddoppiato.
Nessun commento:
Posta un commento