Il capitano Tristan Kelley gode del lusso di prestare servizio nella Regency, così come del piacere nel letto del suo principe. È una vita facile, anche se non del tutto felice.
Quando il principe decide di fare un viaggio attraverso la spazio profondo e più pericoloso, Tristan deve andare con lui; qualcuno all’interno della Guardia, però, è un traditore.
Reso cieco e tenuto prigioniero, Tristan si ritrova in balia di Valero, un pirata che non ama per niente la Regency.
Valero è determinato a sedurre Tristan, e Tristan teme di non riuscire a resistergli. Il suo dovere è chiaro, ma lo è anche il suo desiderio.
I giorni passano e nessuno dice nulla, né si parla di un riscatto da parte della Regency, e Tristan comincia a mettere in discussione cosa significhi lealtà per il suo principe e per l'uomo che lo tiene prigioniero. Inizia a rendersi conto che l’essere un prigioniero può essere ciò che lo può liberare.
Trattandosi di un racconto (sono solamente 148 pagine) Marie Sexton è comunque riuscita a mettere in piedi una bella storia anche se, a parte Tristan il protagonista, gli altri personaggi non sono ricchi di spessore psicologico.
Questo è il primo racconto che leggo di questa autrice con ambientazione diversa da quella contemporanea e, mio malgrado, devo dire che forse era meglio se non avesse tentato la via della “fantascinza”.
All’inizio del racconto ci troviamo catapultati su una nave spaziale, si parla di Regency senza specificare di cosa si tratti e si assegnano titoli che non sono spiegati, insomma l’autrice forse poteva sprecare qualche pagina ad inquadrare il background del mondo in cui vuole ambientare la sua storia. A parte questo la lettura è molto scorrevole e la storia si sviluppa senza intoppi fino all’epilogo.
Il capitano Tristan è un uomo tutto d’un pezzo, o almeno lo è per quanto riguarda la sua fedeltà alla Regency (io me la sono visualizzata un po’ come l’Impero di Star Wars), per lui è tutto bianco o nero. Ovviamente non è poi così integerrimo visto che si lascia usare come svago sessuale dal principe Rikard che oltretutto è il prototipo del figlio di papà pieno di soldi e viscido come un rettile.
Quando la loro nave verrà presa dai pirati, una marmaglia descritta come dei punk anni ’80 dalle camicie in seta colorate, occhi truccati e creste di capelli multicolori, Tristan dovrà rivedere ciò in cui crede e a chi concedere la propria lealtà. Lui ed i suoi uomini vengono accecati con pistole flash e, per l’intera permanenza sulla nave pirata, rimarranno ciechi così da non poter riconoscere in futuro i loro aguzzini. Tali fantomatici aguzzini sono in realtà ladri sì, ma con un loro codice etico per cui non trattano in schiavi e non trattano affatto male i prigionieri.
Il capitano Valero, che in realtà era solamente capitano nelle milizie del suo pianeta in rivolta contro la Regency e non della nave, è attratto da Tristan perché ha lottato più di tutti al momento della cattura, rompendo qualche naso anche dopo essere stato privato della vista. Lo invita così nella sua cabina tutte le sere per cena non nascondendo la sua ammirazione ed il suo desiderio di sedurlo.
Tristan è ovviamente combattuto tra lealtà alla Regency e le attrattive della carne, ci metterà un bel po’ prima di cedere, ma la sua capitolazione è scontata. Innamorarsi di un uomo che non si è mai visto è difficile e lo sarà ancora di più quando lo potrà finalmente vedere. La relazione tra Tristan e Valero è un susseguirsi di lusinghe da parte del pirata e sesso torbido una volta che l’altro cede.
Forse se l’autrice avesse dedicato più tempo al descrivere l’evolversi del rapporto invece che alle scene da romanzo erotico sarebbe stato meglio, ma questo è un mio parere personale.
In sintesi si tratta di una storia con ambientazione fantascientifica, ma che si sarebbe potuta ambientare anche tra i pirati che solcavano i mari caraibici nel ‘600/’700, dove si mettono in dubbio valori come la lealtà ad un regime iniquo e dove i pirati non sono altro che ribelli che cercano un modo per sopravvivere in un mondo diventato ostile.
La trama non è particolarmente originale, ma la buona scrittura della Sexton ti permette comunque di gustarti appieno il racconto e di appassionarti agli eventi fino all’ultima pagina.
Marie Sexton lives in Colorado. She’s a fan of just about anything that involves muscular young men piling on top of each other. In particular, she loves the Denver Broncos and enjoys going to the games with her husband. Her imaginary friends often tag along. Marie has one daughter, two cats, and one dog, all of whom seem bent on destroying what remains of her sanity. She loves them anyway.