mercoledì 30 novembre 2016

SE IL NOSTRO AMORE NON BASTA di Jenny Anastan


Serena e Stefano si amano da sempre, sin da bambini. Con Stefano, Serena non ha scoperto solo l’amore, ma anche la passione, la felicità, e il matrimonio è il coronamento di tutti i suoi sogni. Tutto potrebbe essere perfetto se potessero avere un bambino. La vita però ha piani diversi per loro: dopo tre gravidanze infruttuose, il sogno di entrambi si infrange. Nella loro esistenza felice e realizzata si insinuano il silenzio, la sofferenza e la freddezza. E anche la menzogna.
Serena decide così di allontanarsi da una situazione ormai insostenibile e organizza un viaggio da sola negli Stati Uniti, una vacanza “on the road” sulla Route 66. È la vacanza che ha sempre sognato, di cui tanto ha letto, ma che lei e Stefano non hanno mai fatto. Arrivata a Chicago, però, l’attende una sorpresa: il marito è lì ad aspettarla, pronto ad arrivare con lei fino a Santa Monica, al termine della mitica Route, e a provare a fare insieme un viaggio tra paesaggi immensi e meravigliosi che potrebbe rimettere insieme i cocci delle loro vite spezzate. Perché se l’amore non basta più, forse bisogna metterci l’anima.
Oggi vi parlo di un romanzo che mi ha convinta a tratti: travolgente in alcune parti, un po’ scontato in altre.
Questo non è solo un romanzo, è un viaggio alla scoperta di se stessi, un viaggio alla fine del quale i protagonisti dovranno guardarsi negli occhi e compiere una scelta difficile.

“Lei lo fissò dritto negli occhi. «Perché, esiste ancora un noi?»
Stefano allentò la presa e le accarezzò dolcemente il viso, non sapeva cosa risponderle, non perché avesse timore di dire ancora qualcosa di sbagliato, semplicemente neanche lui aveva idea se quel noi esistesse ancora. «Non lo so…» disse piano. «Ma ci sarà fino alla fine di questo viaggio, poi decideremo. Faremo ciò che è giusto. Ma fino ad allora, dobbiamo provarci, Sere… Diamoci questa possibilità. Anche se non sarà facile.»
«Mi stai chiedendo una tregua?» chiese lei in un
«No, ti sto chiedendo di non chiudermi fuori» la spiazzò lui. «Non chiudermi ancora fuori dalla tua vita.»”

Già, perché nessun amore è immune, la famiglia felice del Mulino Bianco esiste solo nelle pubblicità e Serena e Stefano se ne renderanno conto nel peggiore dei modi.
Loro si conosco e si amano da tutta la vita, come se il loro destino fosse già scritto. Così, nessuno si stupisce più di tanto quando questi due ragazzini si baciano per la prima volta davanti al vecchio castello del loro paese per poi trascorrere insieme i migliori anni della loro vita fino ad arrivare al matrimonio. Hanno tutto, apparentemente: una bella casa, due lavori gratificanti e il loro amore, che pensano basterà.
Ma la vita certe volte è crudele. O forse è solo una questione di destino che, alla fine dei conti, non è scritto affatto. 
Serena è forte, ma non basta. Quando il mondo si accanisce e ti porta via, per tre volte consecutive, l’unica cosa che desideri di più al mondo, nemmeno una guerriera come lei può pensare di reggere il colpo. Perdere una gravidanza è devastante, perderne tre è un inferno. Un dolore così forte capace di sconquassarti fin dentro l’anima, che ti fa perdere la bussola e che ti fa mettere in discussione tutta la tua vita. Così iniziano i sensi di colpa, le accuse reciproche, i momenti di silenzio e il buio che sembra non avere mai fine. È pesto, è denso e rischia di schiacciarla. A quel punto le scelte sono due: lasciarsi andare e permettere alle tenebre di inghiottirti oppure tirare fuori le unghie e tentare il tutto per tutto per riprendere in mano le redini della propria vita.
E quando Serena tocca il fondo capisce che è il momento di rimboccarsi le maniche. Il suo matrimonio sta andando a rotoli insieme alla sua sanità mentale. Così decide che, per una volta, sarà egoista e farà una cosa solo per se stessa: il viaggio dei suoi sogni.
Tre settimane negli Stati Uniti, un road-trip sulla famosa Route 66 per cercare di scacciare i demoni e fare pace con se stessa, con i suoi sbagli, con i suoi sensi di colpa. Quello che non si aspetta è di trovarsi Stefano, suo marito, in aeroporto a Chicago, pronto ad affrontare quel viaggio insieme a lei, a mettersi in discussione e capire, una volta per tutte, se c’è qualcosa da recuperare o se il loro amore, così profondo e sincero, non basta più.

“La vita è come una corsa veloce, non cambiare la macchina per una gomma a terra. Sistemala e vai avanti”

Jenny Anastan ci catapulta in un bellissimo viaggio alla scoperta dell’America, in un incredibile percorso di crescita dei due protagonisti. Entrambi dovranno mettersi a nudo di fronte all’altro perché, se vogliono anche solo pensare di tenere in piedi il loro matrimonio, questo è il momento di tirare fuori tutto, a costo di piegarsi fino a spezzarsi, a  costo di perdere tutto.
Ho trovato alcuni passaggi di questo romanzo davvero toccanti, riuscivo a sentire il dolore di Serena sulle spalle, un po’ meno quello di Stefano. Immagino sia solo una questione di empatia: è sicuramente più semplice immedesimarsi ed entrare nella testa di una protagonista giovane che vive una tragedia così intima piuttosto che in quella di uno Stefano che troppo spesso non si sforza di capire il dolore profondo di sua moglie e risulta un po’ superficiale.


“Ma non si era fatto la domanda basilare, quella giusta, l’unica che lo avrebbe trascinato fuori dalla nebbia del suo io interiore. Avrebbe potuto concepire un mondo in cui Serena non facesse parte della sua vita?”

Quello che non mi ha convinto di questa storia sono i continui flashback che spesso sono lunghi e un po’ noiosi e i dialoghi fra marito e moglie. Alcune volte si percepisce in modo trasparente il rapporto complice fra i due: sono allegri, si fanno battute simpatiche, si conoscono da una vita. Altre volte, invece, sono forzati e troppo razionali, nonostante i loro sei mesi di crisi e tutto il dolore affrontato, non è verosimile pensare che due persone si esprimano come se si conoscessero appena.
Superate queste piccole pecche, che sono in realtà solo dettagli, il romanzo scorre bene, la scrittura di Jenny Anastan  è fluida e la storia originale. Riesce, come se fosse un’esperta guida turistica, a farti immaginare quei luoghi splendidi e tutta la magia della Route 66.
Sicuramente questo è un bel romanzo che mi sento di consigliare. Tratta di un argomento delicato con molta classe e senza cadere mai nel tranello di risultare banale o superficiale. È toccante ma non melodrammatico. Un mix perfetto che coinvolge e commuove.





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