Ho conosciuto Alessandra a una festa. Ho cercato di impressionarla. Ero quasi certo che avrei fallito. Penso di aver detto qualcosa del tipo: «Sono una capra chiamata pesce, dotato come un toro, ma non proprio. In realtà sono nella media.» Piatto. Lo so. Cerca di non essere gelosa.
Quando rideva e, intendo dire, rideva davvero, sapevo che non era come le altre ragazze che avevo incontrato in tour. Diavolo, non era nemmeno nella stessa stratosfera delle altre fan e arrampicatrici sociali. A un certo punto, durante la festa, Alessandra ha detto: «Nulla si può paragonare al primo amore di una ragazza.» Sapevo che stava parlando del primo grande successo della mia band, 22 Goats. Alessandra ha detto che era la prima canzone che sentiva da noi e che “l’ha colpita come una tonnellata di mattoni”. Ironico, visto che, in sua presenza, io avevo più o meno la stessa reazione.
Impressionarla è diventata la mia missione di vita. Quella notte avrei voluto darle un bacio che non avrebbe mai scordato per tutta la sua vita. Ma dal momento che sono stato sempre un tipo sfigato, niente è andato secondo i piani.
Non mi arrendo, però. Conquisterò questa ragazza. Sono stanco di mettermi da parte a osservare il cattivo ragazzo che cerca di sedurla. Questa volta il bravo ragazzo vincerà. Anche se fosse l’ultima cosa che fa.
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