lunedì 9 febbraio 2015

L’uomo perfetto di L.A. Witt




Jon Beatty pensava che Craig fosse l’uomo perfetto. Ma sei mesi dopo la loro rottura, Craig non solo è riuscito a mettersi con un’altra persona – una donna – ma vuole anche che Jon faccia da testimone al loro matrimonio.
Convinto che l’unico modo per dimenticare il suo ex sia trovarsi qualcuno, Jon va in club in cerca di alcol e sesso. Il barista Liam Sable è più che disposto a fornirgli entrambe le cose. La loro avventura di una notte continua ed è ciò che aiuta Jon ad andare avanti. Craig, però, sta avendo ripensamenti riguardo alla loro rottura.
Anche se inconvenienti e fastidiose, le buffonate di Craig non sono nulla se paragonate al pericolo rappresentato da un’altra, ben più sinistra, minaccia alla relazione tra Jon e Liam

L’uomo perfetto è un’utopia, una leggenda metropolitana, un falso mito, quello che realmente esiste è l’uomo perfetto per Noi. 
Fin dall’inizio si capisce che Craig non era affatto l’uomo perfetto, anzi lo si detesta fin da subito e viene quasi istintivo desiderare di dare una scrollata a Jon per farlo rinsavire. Nemmeno Liam sembra esserlo, almeno non subito. I suoi “bellissimi occhi verde chiaro” attirano subito lo sguardo di Jon, ma entrambi desiderano solamente l’avventura di una notte, uno sfogo sessuale per liberarsi dalle catene di una relazione durata anni e finita male. 

Il racconto è narrato in prima persona da Jon, ma lo spessore psicologico di Liam è comunque reso molto bene e da subito ci si ritrova a tifare per loro. Le scene di sesso abbondano, ma non vanno ad appesantire lo svolgersi dell’azione, anzi. Spesso si trovano descritti rapporti sessuali gratuitamente, ma qui vengono percepiti come parte integrante dello svilupparsi della relazione fra Jon e Liam. Sono molto diversi, anche le loro esperienze passate lo sono, ma forse è per questo che si trovano così bene insieme.



L’amore nasce lentamente, ma rischia di essere soffocato ancora prima di vedere la luce a causa di Travis, l’ex di Liam, l’apoteosi di tutto quello che un uomo non dovrebbe essere. Ci si chiede perché Liam ci sia stato insieme per tre anni, ma è sempre difficile uscire da relazioni con persone violente e, forse, riesce a spiccare il volo della libertà proprio grazie all’amore per Jon, alla nuova consapevolezza di sé.



Una lettura piacevole, scorrevole ed emozionante. Sono scrittrici come L.A. Witt che riescono a tenerti incollata alle pagine di un libro con una storia avvincente nella sua semplicità. Un trionfo di forti emozioni.
Sicuramente una lettura consigliata.




“Per un battito di ciglia, le nostre labbra si toccarono, semplicemente sfiorandosi, e poi di nuovo. Il suo respiro caldo mi carezzò il mento spezzandosi e, quando prese di nuovo fiato, lui mi attirò a sé, come se volesse respirare me”

Quel bacio risuonava come un qualcosa che non sembrava avere una scadenza.
E quando interruppi il bacio e incontrai il suo sguardo, il rosso sempre più intenso del tramonto servì solo a intensificare l’inconfondibile bisogno nei suoi occhi.
«Vogliamo andare?» sussurrai.
Lui mi sorrise. «Tra un minuto.»
Gli rivolsi uno sguardo perplesso. «Un minuto?»
Attirandomi più vicino, sorrise contro le mie labbra. «Voglio guardare il tramonto.»
«Non puoi guardare il tramonto con gli occhi chiusi.»
Lui mi toccò il viso e sussurrò: «Dettaglio insignificante.»

I nostri sguardi s’incontrarono di nuovo.
Il mio respiro si bloccò. Lo stesso fece il suo.
Io lo sentii. Lui lo sentì. Nessuno dei due disse niente, ma i suoi occhi dicevano tutto.
Finalmente, si abbassò e mi baciò. Fu solo un bacio leggero e gentile, ma la sua intensità fu pari a quella dei nostri amplessi più frenetici.
Io sapevo. Lui sapeva.

Ma non dicemmo nulla. Che fossimo troppo spaventati per farlo o che semplicemente fosse impossibile da esprimere a parole, non avrei saputo dirlo.





L. A. Witt lavora a tempo pieno come scrittrice di romanzi d’amore ed erotici; attualmente vive in Giappone, a Okinawa, col marito e due gatti. Scrive da quando andava a scuola, ma è nelle storie d’amore – sia gay che etero – che ha trovato la sua nicchia. Quando non è impegnata a scrivere si diverte a scattare fotografie e a cacciarsi nei guai.

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