Capitolo n. 9 - Tom
Tom era stanco morto mentre rientrava al ranch con il
vitello ferito caricato sul cassone del pick up. Mick lo seguiva a cavallo altrettanto
sfinito. Era stato complicato salvare il vitello, il filo spinato si era
attorcigliato attorno ad una zampa oltre che al ventre, così liberarlo era
costato molto tempo e fatica. Mentre stava già sognando una bella doccia calda
ed il suo letto, vide Steve corrergli incontro preoccupato.
“Capo! Meno male che ti ho trovato! Per favore vai da Rhys,
è scappato nella stalla. Un momento prima mi stava ripulendo a poker e
raccontava dell’Irlanda e poi è balzato in piedi correndo via” Tom capì a mala
pena cosa l’altro gli stesse dicendo da quanto parlava svelto torcendosi le
mani, ma quando vide Rhys in groppa a Reese che uscì a razzo dalla stalla non
ci pensò due volte, prese il cavallo di Mick e gli corse dietro.
Era una follia, il temporale si stava avvicinando
rapidamente e sia lui che il cavallo erano stanchi, correre a quella velocità
al buio era un suicidio, ma non poteva lasciar così Rhys. Qualcosa doveva
averlo sconvolto, Tom semplicemente non poteva fregarsene, al di là
dell’attrazione che provava per l’altro non se ne sarebbe lavato le mani come
se niente fosse. L’unica luce era prodotta dalla torcia legata alla sella e
poteva ben poco contro l’oscurità data dal cielo carico di nubi temporalesche.
Un lampo improvviso rischiarò brevemente il paesaggio, subito seguito da un
tuono assordante. Thayne, il cavallo cavalcato da Tom, era un vecchio baio
abituato alle intemperie che nemmeno una palla di cannone avrebbe intimorito.
Reese era tutto un altro paio di maniche, si imbizzarrì al fragore del tuono e,
dopo aver sbalzato di sella il suo cavaliere, fece dietro front correndo
spedito nella direzione delle stalle. Tom assistette impotente alla scena,
vedendo la snella figura di Rhys cadere al suolo senza più rialzarsi. Prima di
riuscire ad avvicinarsi e smontare, Tom vide l’altro uomo alzarsi in ginocchio,
come se stesse pregando, ma quando gli si fece vicino vide che in realtà le sue
spalle tremavano ed il suo petto era scosso da singhiozzi. Senza pensare alle
conseguenze o alla reazione che avrebbe potuto avere Rhys, Tom si lasciò cadere
accanto a lui e lo prese tra le braccia. Gli si spezzava il cuore a sentirlo
piangere così disperatamente, lo strinse a sé accarezzandogli dolcemente la
schiena ed i capelli, mormorando parole di conforto che il forte vento portava
via. Il temporale era sempre più vicino, ma l’intero mondo di Tom si era
concentrato nell’uomo che si stava aggrappando a lui come se fosse l’unico
appiglio rimastogli. Tra i singhiozzi sembrava che Rhys ripetesse un nome come
una litania, quando Tom comprese che si trattava di “Sean” provò sentimenti
contrastanti. Da una parte fu quasi felice, voleva dire che, contro ogni
aspettativa, Rhys era gay. D’altra parte come si poteva essere felici se un
altro essere umano era così palesemente distrutto? Il suo corpo traditore si
eccitò per la vicinanza di quel corpo caldo premuto contro il suo, ma Tom
respinse qualsiasi emozione legata alla passione, non gli sembrava rispettoso
nei confronti del dolore dell’altro. Quando finalmente il pianto di Rhys iniziò
ad acquietarsi iniziarono a cadere le prime grosse gocce di pioggia che, in
pochi secondi si trasformarono in un vero e proprio acquazzone. Tom non avrebbe
voluto interrompere quel momento, ma mentre lui indossava almeno la cerata,
l’altro aveva indosso solo una camicia che si era già inzuppata.
“Su, sali con me prima che ti
venga una polmonite” disse quindi Tom tirando in piedi Rhys ed aiutandolo a
salire su Thayne prima di prendere posto alle sue spalle e cercare di coprirlo,
almeno un poco, con la sua cerata. Il ranch era troppo lontano per cercare di
arrivarci con quel temporale, il terreno si stava già trasformando in un
pericoloso pantano, l’unica alternativa era il suo capanno, il suo rifugio dove
non aveva mai portato nessuno. Quando Tom riuscì a scorgere, tra la fitta
cortina d’acqua, il profilo del piccolo edifico tirò un sospiro di sollievo,
sentiva il corpo di Rhys freddo e scosso da tremiti, non voleva assolutamente
che si ammalasse. Appena giunti sotto la tettoia che era stata creata appositamente
come rifugio per i cavalli, Tom scese ed aiutò Rhys a fare lo stesso.
“Presto entra in casa e togliti
quei vestiti fradici di dosso. C’è una coperta sul divano. Io arrivo subito” il
tono di Tom fu duro e sbrigativo, non voleva far intendere quanto l’idea di
Rhys senza vestiti nel suo capanno lo stesse agitando. Rimasto solo con Thanye
gli tolse sella e finimenti per poi legarlo alla staccionata poi si fece
coraggio ed entrò in casa.
Oddio quanto sono indietro! Devo assolutamente recuperare con i vostri racconti. Vedo che le cose si stanno facendo molto interessanti.
RispondiEliminaBeh di certo le cose si fanno moooolto interessanti fra Tom e Rhys ;-)
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