martedì 24 marzo 2015

PACTUM VAMPIRI Di Barbara Riboni


Un vampiro nato nella Roma degli imperatori. Un'umana che farebbe di tutto per salvare il fratello. Una storia d'amore impossibile che vuole sfidare la morte.
Maximo Caio Dòmini è un immortale da diciotto lunghi secoli e insieme ai suoi fratelli governa in segreto il popolo dei vampiri di Roma da centinaia d'anni. Adesso il suo mondo ha bisogno di un erede e, per poterlo procreare, suo fratello Alessandro cerca per sé una donna umana davvero speciale: la compagna della carne.
Alice, giovane studentessa di biologia intelligente e determinata, non sa di essere l'ultima speranza della stirpe di vampiri, ma è disposta a tutto per salvare il fratello dalla morte certa che lo attende... 


Attualmente ci sono in circolazione centinaia di libri sui vampiri, e questo sicuramente fa partire prevenuti quando si comincia a leggere un romanzo sul genere.
In questo caso, tutti i miei pregiudizi sono caduti dopo pochissime pagine.

Maximo, il protagonista maschile, sarà anche un vampiro antico (congelato nel corpo eternamente trentenne), di quelli che succhiano il sangue ecc. ecc. ma ha una peculiarità del tutto nuova: è un mutaforma e grazie a questa caratteristica può girare sotto il sole senza tutti i problemi vampireschi classici.
Un simpatico regalo di un licantropo durante il periodo in cui Maximo combatteva come gladiatore nelle arene.
Il nucleo attorno al quale gira questa storia è la ricerca di una donna il cui sistema immunitario non contenga l’antigene protettivo che blocca il concepimento. Un’impresa che sembra quasi impossibile, dato che per centocinquanta anni non ci sono state nuove nascite. E qui entra in gioco Alice.
“Lei per me era l’Harmattan, in vento fresco del Sahara che portava sollievo nel deserto della mia esistenza, soffiava forte la vita nel mio corpo spazzando dalla pietra grigia della mia immortalità secoli di torpore, irradiando caleidoscopi di sensazioni e colori accecanti.”
Alice è una vera rivelazione per Maximo, e non solo per lui. Non è semplicemente un’incubatrice ambulante ma una donna con una personalità fortissima che oltre ad aver dimostrato di saper reggere sulle spalle un peso simile, può farlo senza piangersi addosso, senza sentirsi necessariamente una vittima.

Ho personalmente apprezzato quella vena di orgoglio in lei, quel suo dire a testa alta e petto in fuori “è stata una mia scelta, in ogni caso” anche laddove di alternative non ce n’erano.
Il cambiamento in Maximo era scontato, preannunciato, ma ciò che non è stato scontato affatto è stato il susseguirsi dei momenti di lucidità a quelli di rifiuto per il sentimento. Una guerra continua fra dovere e piacere.
“Era questo l’amore? Una creatura come me poteva provare questo? Quale miracolo aveva fatto sì che lei provasse lo stesso per me?”
La costruzione dei personaggi secondari, così come mi era già capitato di apprezzare in "Hydra - Il segreto degli abissi", è davvero eccellente: lo spirito “dark” dei Volkov (triumvirato vampiro russo), i fratelli di Maximo (Alessandro e Marco), Igridt e il fardello di amare il suo compagno ma di non potergli dare ciò che più brama, Amedeo e la leggerezza profonda dei suoi sguardi, sono componenti tutt'altro che da seconda linea.
La perla che però ho trovato più brillante delle altre, è stata Zelda. Superlativa.
Mi auguro davvero che nel secondo capitolo, che Barbara scriverà SICURAMENTE (vero, Barbara?!?) ci sia ancora moltissimo di lei.

Una lettura che vale sicuramente la pena, uno stile asciutto e pulito, che arriva dove deve arrivare, sempre. Sia nella prima parte della storia, più descrittiva e introduttiva, che nella seconda, più dinamica e veloce. Ottima la scelta dell’autrice di usare un pov maschile, è un’opzione che adoro e che trovo coraggiosa e appagante, quando arriva alla meta. E in questo caso è sicuramente stato così.




Barbara Riboni è nata a Milano dove vive col marito e il loro cane Nebbia. Ama cucinare per rilassarsi, adora gli animali e il mare, ma la sua grande passione sono i fantasy.



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