giovedì 31 marzo 2016

SAMARITAN #3 saga dei Saxton di Margaret Gaiottina




Un pezzo d'uomo alto due metri, addominali da paura, occhi di un verde lussurioso e selvaggio, Samaritan è appena arrivato su un aereo bimotore dall'Amazzonia direttamente al cuore della famiglia Saxton. Porta con sé un dolore da dimenticare, una maledizione con cui convivere e una vendetta da compiere. Quando Linda Tanner, vita grigia animata solo a sprazzi da un dispettoso diavolo personale, affronterà il pilota dalla pelle color miele non avrà altra possibilità: dovrà fare appello a una ostinata, vincente e disperata voglia di vivere.


Lui era alto due metri, aveva addominali da paura, occhi di un verde lussurioso e selvaggio, pelle color miele, vestiti sdruciti come se avesse appena compiuto un’azione di commando.
Quale incipit migliore che la descrizione dell’uomo dei sogni di Linda Tanner, per introdurvi al terzo capitolo della Jaguarà saga, di  Margaret Gaiottina. Devo ammettere che l’autrice si è veramente superata, confezionando un romanzo brillante e ironico senza nulla togliere all’avventura e all’amore.
Se avete letto i primi due libri della saga, Jaguarà e Thiago, sapete già tutto sulla famiglia Saxton e sulla maledizione che incombe su ogni settimo discendente di Helmut Von Sasch, un nazista rifugiatosi in Brasile, un mostro nel vero senso della parola. Di lui vi racconta, nel prologo di Samaritan, nientepopodimeno che Orlando Saxton: il Jaguarà!
La maledizione di cui parlo è quella dell’animale totemico. Lo zoo di Sussex! Quest’analogia una volta mi faceva ridere e incazzare nello stesso tempo, ma non è sbagliato chiamare così la nostra famiglia perché io e mio fratello, alla fin fine, siamo per metà uomini e per metà bestie. Per fortuna, però, ora anche l’animale totemico di Thiago è in gabbia e a serrare per bene il lucchetto è stata Portia Mantini, la sua salvezza. Da quando Maya e Portia sono entrate in famiglia, le nostre vite sono cambiate radicalmente.
Se, invece, ancora non avete letto di Orlando e di Thiago vi consiglio vivamente di rimediare, la lettura di Samaritan sarà così più piacevole e comprensibile. In calce a questo scritto potete trovare i link che riportano alle recensioni di “Jaguarà” e di “Thiago”.

Linda Tanner, è una giovane infermiera relegata a ruolo di bibliotecaria. A seguito di un triste evento si trova ad essere responsabile dei figli della sorella: due piccole pesti “ereditate” insieme a una Cadillac Eldorado dell’85, rosa per di più! Non potendo provvedere, col magro stipendio da bibliotecaria, al mantenimento dei nipoti, Linda tenta la sorte rispondendo alla domanda di lavoro per un posto vacante da infermiera, presso la Clinica Saxton di Sussex. Ed eccola al volante del mostro rosa mentre, non senza incappare in varie peripezie, prova a battere la sfortuna e dare una svolta definitiva ad una vita triste e solitaria. Con gli occhi della mente la vediamo sfrecciare in direzione Sussex, i due piccoli mostri cicalecciano sul sedile posteriore dell’auto e il talismano delle Pantere di Miss Charity (la miss in questione è un guru di autostima, nonché esperta nell’arte di acchiappare all’amo gli esponenti del “sesso forte”) è diligentemente riposto dentro la tasca dei jeans, pronto ad infondere coraggio e determinazione nel caso in cui l’animo di Linda decida di dare forfait, schiacciato dalle nefandità della sorte.
Dopo il diploma aveva visto le generazioni passarle davanti, studiare, innamorarsi e proseguire con la vita mentre lei era rimasta sempre lì, nel locale più squallido e solitario dell’Università, bloccata, sola, condannata a veder scorrere le emozioni degli altri senza prendervi parte. E ora il destino sarebbe stato quello della zia a tempo pieno. Era doloroso perfino il pensiero di poter inseguire il sogno di un ultimo pezzo, magari spensierato, di gioventù. Cosa aveva fatto di male lei per essere derubata della gioia di vivere, condannata a tutta quella solitudine? per sentirsi così, come se fosse già vecchia, messa da parte?La vita era stata un grigiore totale solo a sprazzi punteggiato da bagliori improvvisi quando, in rari casi, l’incaponirsi su qualcosa portava Linda a comportarsi in modo totalmente irrazionale.Sì, lei aveva un diavolo personale.
Nel frattempo, molto più a sud, nel cuore della foresta Amazzonica, la svolta del destino di Linda Tanner ,si prepara ad affrontare la trasvolata che lo porterà proprio a Sussex;  a bordo di un aeromobile della propria flotta personale, Samaritan Araujo, medita peste e vendetta contro la famiglia Saxton e prende il volo deciso a presentarsi al capofamiglia, il vecchio Arthur, per rivendicare la propria appartenenza alla stirpe  e ottenere dal vecchio quanto gli spetta in termini di denaro e riconoscimento ufficiale in seno alla famiglia. Non è che il denaro gli manchi, ma Samaritan ritiene che i soldi dei Saxton possano risultare molto utili alla causa degli indios, suoi conterranei, che ancora lottano contro i fantasmi del passato. L’incubo delle malefiche azioni di Von Sasch ha lasciato un segno indelebile che il denaro non può certo cancellare ma, come ben sappiamo, aiuta, specialmente se a beneficiarne sono genti povere e affamate. L’ingresso alla clinica Saxton non passa inosservato e riesce a scuotere anche l’aplomb di persone di solito moderate e ineccepibili, come David e Arthur.
Un uomo dall’aspetto selvaggio vestito come un vagabondo si precipitò dentro l’ufficio. Era corpulento, alto e massiccio, aveva una faccia dai tratti esotici e una massa di capelli ondulati sciolti sulle spalle. Sembrava appena uscito dalla foresta. E gli occhi!
Socchiusi dalla rabbia gettavano lampi verdi.
………………
Il vecchio Saxton avanzò di un passo. Era stranamente pallido.«Chi è costui?» Si rivolse a David, quasi che “il pirata “ non fosse presente. Ma lo sconosciuto si fece avanti. Si piazzò a gambe divaricate al centro della stanza. Incrociò lentamente le braccia nerborute sul petto e allargò le labbra in un sorriso smentito dallo sguardo gelido. Quando parlò la voce era bassa e vibrante ma senza incertezze:
«Vengo a rivendicare la mia appartenenza alla famiglia Saxton.»
 


Rude, bellissimo, selvaggio e assetato di vendetta ma con un cuore grande che non gli piace esporre e che tiene accuratamente celato dentro all’enorme petto, Samaritan è un uomo abituato alla vita dura della giungla. Egli racchiude in se stesso tutta la fierezza e la regalità rappresentata dal suo totem: il mangalarga. Un animale profondamente diverso dal Giuaguaro, feroce e letale, di Orlando o dall’anaconda, forte e altrettanto letale, di Thiago, ma non per questo meno selvaggio. Il mangalarga è dotato di un’intelligenza superiore e di grande controllo, nonché di una spiccata attitudine al comando; capacità questa, che si rivelerà molto utile quando il gioco si farà pericoloso ed i nostri eroi dovranno combattere contro nemici spietati.

C’era stato uno scricchiolio di rami, il verso di un animale nell’emettere fiato e un’ombra nera si era allungata sul terreno. Linda si girò al rallentatore certa di avere un orso alle spalle e invece non senza sollievo scoprì una sagoma familiare.


Un cavallo enorme e nero dal pelo lucido la stava fissando negli occhi e muoveva la coda. Poi con movenze eleganti avanzò per affiancarla. Linda annaspò in cerca d’ossigeno.
Diversamente da quello dei suoi parenti, il totem di Samaritan si manifesta sollecitato da uno stimolo 
che non è quello della rabbia e a subirne le conseguenze è la nostra povera Linda, che vi stupirà, reagendo con uno spirito e una forza d’animo fuori dal comune. Linda è semplicemente fantastica, ironica e determinata più di quanto lei stessa si renda conto di essere. il suo personaggio contribuisce a rendere questo lavoro, a mio parere, il migliore scaturito dalla penna di Margaret Gaiottina. Amerete all’infinito il suo modo di pensare e di agire, vi ritroverete spesso a sorridere per le battute sagaci e, come lei, rimarrete ammaliati dal fascino magnetico ed esotico del mangalarga.

Il vento le sferzava il viso e gli occhi le lacrimavano. Pian piano iniziò a raddrizzare la schiena. Non era poi tanto male andare a cavallo in velocità. Strinse le cosce attorno ai fianchi possenti dell’animale e cominciò ad avere la sensazione di poter esercitare un minimo di controllo su quella situazione assurda. Fino a quando non sentì una sensazione stuzzicante al basso ventre.


Mio Dio, che stesse succedendo davvero? Poteva essersi eccitata solo cavalcando?

Tutto il romanzo è scritto con uno stile scorrevole e prevalentemente ironico. I coprotagonisti, in questo capitolo secondari ma non troppo, sono sviluppati alla perfezione e sempre coerenti con le caratteristiche caratteriali già tracciate nei precedenti romanzi. Orlando rabbioso e ferino, Thiago irruento e ribelle, Maya riflessiva e posata, Portia semplicemente fantastica, David ….ehhh David subirà un destino atroce e tutti noi siamo in fibrillazione per il prossimo libro che ci svelerà come il fratello più serioso reagirà al destino avverso.  Bellissime le copertine, sia di Samaritan che degli altri romanzi, per l'occasione completamente riviste con una magnifica, nuova, veste grafica..

Amiche di Romance & Fantasy, se cercate una lettura frizzante, erotica al punto giusto, piena di avventura, e con un inaspettato e drammatico colpo di scena verso la fine,  questo è proprio il romanzo che fa per voi. Anzi tutta la saga della famiglia Saxton fa per voi. Vi lascio i link con tutte le informazioni che vi catapulteranno nel fantastico mondo, un po’ paranormal, un po’ romance scaturito dalla penna magica di Margaret Gaiottina.

Invece di rispondere, Samaritan si abbassò su di lei, piano, dandole tutta la possibilità di assaporare lo sguardo velato di desiderio e le labbra socchiuse. Il suo profumo maschile e deciso la inebriò. E dopo ci fu il bacio.
Labbra su labbra. La lingua di Samaritan le aprì subito la bocca senza chiedere permessi. Era urgente, puro calore bruciante. Linda si tenne stretta alle sue spalle e scoprì quanto fosse meraviglioso aggrapparsi a quella mole di muscoli mentre veniva baciata come mai nella vita.


BIOGRAFIA 
gentilmente fornita dall'autrice per il nostro BLOG in occasione dell'uscita di Thiago:

Ho 40 anni tondi tondi compiuti quest'anno (aggiungo che è una botta alla quale si sopravvive, saranno peggio i cinquanta), un marito e due bambini. Vivo nella splendida Roma e ho la fortuna di lavorare al centro della città, per cui ogni mattina mi godo di passaggio la vista del Colosseo, Altare della Patria, Teatro Marcello e Isola Tiberina. Ovviamente non vivo di libri(magari!) ma lavoro nel settore della formazione.
Mi dedico alla scrittura dal 2007 circa. Gli inizi sono stati molto entusiasti ma un po' complicati, era il periodo in cui l'auto pubblicazione non c'era, o forse c'era ma in maniera molto più complicata, quindi essere contattati da una CE era qualcosa di fantascientifico. Io ho avuto la grossa fortuna di imbattermi in persone preparate e competenti che mi hanno insegnato tanto, soprattutto come approcciare alla scrittura con professionalità. Non solo con il cuore ma con cuore e cervello, e vi assicuro la professionalità paga sempre.
Qui apro una piccola parentesi spero non troppo pallosa: vedo tante ragazze, talentuose o meno nella scrittura, che hanno confezionato il loro bel manoscritto ma alla fin fine non vogliono cambiare neanche una virgola. È sbagliato, profondamente sbagliato. Se si vuole migliorare bisogna essere disposti a cambiare. In tutti questi anni ho imparato molto, su come si lavora su tutto ciò che di tecnico c'è dietro un romanzo. Di mio poi ci metto il bagaglio di emozioni che mi porto dietro e... sono tante! 
Il mio primo romanzo è stato “La sedicesima notte” che sinceramente non so se sia ancora in commercio. Erano i tempi in cui le recensioni negative mi facevano sclerare e mi l'ansia ogni volta era a mille. Sono seguiti “L'alba della chimera”, per rimanere sempre in tema di adorati vampiri, e “Un nido di terra per la donna cristallo” con i fantasmi. Poi pian piano il fantasy è andato scemando sempre più nelle trame. Ora nei miei romanzi il sovrannaturale è una specie di super potere, un dono che rende il personaggio “più” ma non è fondamentale.
Dal 2013 è arrivata la saga dei fratelli Saxton con Jaguarà e Thiago, che a dire il vero non doveva essere una saga ma mia ha preso la mano. E non è dipeso solo da me, visto l'apprezzamento delle lettrici il progetto si è evoluto da solo. Ogni fratello sta reclamando il suo spazio e chi sono io per negare qualcosa a Orlando?
Volevo spendere due parole su Thiago, anzi su Portia, a dire il vero. Lo so che è un personaggio difficile e complicato, che sfida i criteri rigidi del romance classico, ma ho voluto andare un po' oltre gli schemi, ho voluto trasgredire. Con Portia mi è sembrato giusto dare voce alle donne che sembrano spregiudicate, sfrontate, pronte a darla via a tutti per poco. Queste “Portia” la maggior parte delle volte hanno un vissuto difficile alle spalle, un passato con cui fare i conti e un presente più grande di loro.
Arriverà spero per la fine del 2015 un nuovo romanzo. Chi ha letto i primi due libri della saga dei fratelli Saxton sa che non può assolutamente finire così e che succederà qualcosa di molto speciale, per il resto tutto super secretato!
Un grosso abbraccio e grazie sempre per il tempo che spendete per me. Grazie.
Margaret G.



Per leggere le nostre recensioni dei capitoli precedenti, cliccare le immagini!!





2 commenti:

  1. Che dire? Ehhh non è che ci sia rimasto poi tanto, Rosaria mi hai lasciata senza parole! Se non grazie mille volte per questo bello spazio che mi hai dedicato tu e tutto lo staff e di questa accuratissima recensione fatta davvero con il cuore!

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    1. E' davvero un bel libro, piacevole e ben scritto. Complimenti a te.

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