Il amore è tutta questione di stile.
Scaricata da un fidanzato mediocre, licenziata da un lavoro mediocre, quasi sfrattata da un appartamento mediocre. Per Alice è proprio il momento di cercare qualcosa di meglio… qualcosa che vada oltre la tranquilla routine. Quando un amico le offre un posto di cameriera presso l’albergo di suo cugino, in un piccolo e idilliaco paesino della campagna inglese, Alice molla Londra e le sue comodità per lanciarsi in quell’avventura: una nuova vita, un nuovo lavoro, forse un nuovo amore e magari anche l’occasione per correggere quel famoso romanzo che da troppo tempo è chiuso in un cassetto! Certo, ci vorrebbe un svolta nella trama, qualcosa che possa davvero trasformare un romanzo comune nel bestseller tanto atteso. E l’incontro con il misterioso Edwin Bannister, illustre ospite dell’Hillgrove Manor, nonché potente editor londinese, sembra proprio perfetto… resta da vedere se è una quesitone di editing o di cuore.
Alice Hawtorne conduce
una vita che non può essere definita esaltante. Il suo lavoro, il ragazzo,
l’appartamento in cui abita, sono tutti banali e squallidi ma la cosa peggiore
è che a lei va bene così.
Infatti, pur consapevole della tragedia
che la circonda, non è in grado di cambiare le cose. Per fortuna è il destino a
darle una mano e dopo averle fatto perdere tutto, le dà la possibilità di
ricominciare da capo in un’altra città. Grazie all’aiuto del suo amico, Alice ottiene
un nuovo lavoro come inserviente in un albergo, l’Hillgrove Manor, in una
cittadina poco lontano da Londra. Dopo molti dubbi e sconvolgimenti (non è
semplice abbandonare la sua città e gli amici), Alice riesce comunque a trovare
gli stimoli giusti per iniziare quest’allettante avventura.
Speciale. Questa parola si fa strada nel mio cervello come un elettrizzante torrente di cioccolato caldo. Anch’io voglio essere speciale. Alice Hawtorne, speciale. Suona così bene che mi si stampa in faccia un sorrisetto ebete. Ed eccolo che arriva, tanto atteso: il coraggio.
La donna si adatta presto alla nuova
realtà, al lavoro e ai clienti che alloggiano nelle camere del famoso albergo.
Un uomo in particolare cattura la sua attenzione: l’affascinante Edwin
Bannister, tanto bello quanto misterioso.
Alzo
gli occhi, e lui è lì: il tizio per cui potrei abbandonare per sempre l’idea di
sposare Jude Law. Okay, forse solo per un paio di giorni, ma il concetto è
quello.
Il fatto poi che il bel tenebroso sia
anche un famoso editor è una cosa da non sottovalutare. Il sogno di Alice è
sempre stato quello della scrittura, e quando Bannister le chiede di aiutarlo a
catalogare alcuni manoscritti, accetta a patto che lui legga il suo romanzo.
Edwin si accorge ben presto del talento della ragazza e non solo. I due
scoprono di avere molto in comune e il tempo che trascorrono insieme è
piacevole e pieno di tentazioni. Tuttavia, nonostante la loro intesa, c’è
qualcosa nella vita di Bannister che impedisce la giusta conclusione del loro
rapporto.
Ho
spesso l’impressione che nasconda qualcosa, che ci sia qualcosa che non possa o
non voglia dire. In fondo ai suoi bellissimi occhi vedo sempre un’ombra,
un’amarezza che non va mai via. Braccato, ecco come mi sembra: braccato. Come
se qualcosa lo inseguisse, lo tormentasse, impedendogli di vivere davvero. No,
Edwin Bannister non è un uomo libero, non lo è in molti sensi.
Comunque sia, Alice non si lascia
intimorire dai modi distaccati dell’uomo.
Quell’espressione
altera e distaccata manda un brivido su per la mia spina dorsale. Ovviamente si
tratta di lui: il mio uomo del mistero, il mio arrogante raccogli-valigie…
Intuendo di non essergli indifferente,
infatti, si avvicina con tatto, asseconda la sua personalità forte e
contraddittoria riuscendo, in questo modo, a colmare la distanza che li separa.
Trova
il coraggio di sottoporre al giudizio di Edwin il suo manoscritto, tanto sa che
non ha niente da perdere. La lettura dei capitoli del suo romanzo non solo avvicina
molto i due protagonisti ma costituisce, al contempo, un espediente per rendere
ancora più interessante il libro. Ci troviamo di fronte a quello che possiamo
definire “la storia nella storia”, due racconti diversi (il primo, un romance
classico; il secondo, un romantic suspense), scritti con due stili differenti (il
primo più vibrante, il secondo più tecnico) ma ugualmente appassionanti.
Edwin
rimane colpito non solo dalle idee di Alice ma anche da lei stessa.
«Non
ti trovo ridicola. Sorrido del fatto che tu sia riuscita a infastidirmi: sono
poche le persone che ci riescono» dice, guardandomi negli occhi. Non so bene
perché, ma il suo sguardo e la sua affermazione mi fanno arrossire: il pensiero
di essere una delle poche persone capaci di scalfire quella stupenda maschera
di ghiaccio, anche se solo per la rabbia, mi travolge come un’onda di puro
piacere.
L’editor si arrende alla spontaneità
della donna. Tra i due nasce qualcosa di profondo che però fatica a venire a
galla. L’attrazione sessuale è altissima così come la tensione.
Edwin spalanca gli occhi e in quegli occhi
leggo la paura e lo sgomento, scorgo i demoni che tirano le briglie: si spinge
via da me con forza.
«No…» sussurra, distogliendo lo sguardo e
chiudendo gli occhi.
Un bel tira e molla ci accompagna fino
al momento drammatico nel finale della storia che cambia le carte in tavola. La
punta di thriller è la spezia che aggiunge alla pietanza quel retrogusto
piccante utile a sbloccare la situazione tra i due protagonisti.
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