Lui era il Male, lui era la cagione. Ricordava perfettamente il suo nome e il posto che occupava quasi al vertice di questo mondo maledetto: lui era Dracula.
La storia del mostro che ha attraversato i secoli per amore resiste e si rinnova in un tempo immortale. Ogni mito ha il suo inizio ed è sufficiente un solo passo nelle ombre per rimanere prigionieri in eterno della sorte invisa: l’uomo sparisce a favore della bestia. La giustizia punisce coloro che rinnegano Dio, toglie loro l’anima e con questa gioca all’infinito, lasciando che la realtà dei fatti scompaia agli occhi dei mortali. Questa è la vera storia di uno spirito corrotto, ma umano, che parla a nome dell’amore assoluto e della brutalità dell’imperfezione. La rinascita di Dracula prende vita e trasforma la verità in leggenda.
Racconto breve che ci illustra, in maniera romanzata, gli eventi salienti che portarono Vlad III, principe di Valacchia e Voivoda, alla perentoria e drastica scelta di ripudiare ogni forma d’amore, disconoscere Dio e votarsi ad una vita costellata dal Male. Lo stile di scrittura della Luchetti si conferma ancora una volta convincente; in poche pagine riesce a condensare una storia intessuta di sofferenza, dolore e rinascita ma senza rinunciare alla qualità.
Voi vi chiederete: perché leggere la versione proposta da Natascia Luchetti?
Sia in “Il Battesimo di sangue” che in “Dracula – L’amore non muore mai” la scrittrice è stata in grado di attribuire un’accezione diversa, quasi umana, a questo straordinario personaggio che ha tinto di rosso sangue le pagine della storia e di tenebra quelle del vampiro assetato narrato da Stoker. Sempre per quanto riguarda “Dracula – L’amore non muore mai” - romanzo certamente più ricco e maturo nella scrittura rispetto alla novella - la preferenza di ambientare la vicenda ai giorni nostri è congeniale dando vita ad un retelling davvero godibile, dotato di originalità e scorrevolezza che riesce a barcamenarsi con umiltà(?) in relazione all’intramontabile classico della letteratura gotica uscito dalla penna di Bram Stoker. Un’altra lancia che mi sento di spezzare in favore di questo libro riguarda il modo di trattare determinati argomenti: l’imperfezione insita nella natura umana, l’eterna contrapposizione di Bene e Male, il concetto di religione strettamente legato alla figura chimerica di Dio e molto altro ancora, vengono affrontati con grande delicatezza e attenzione.
“Folle, atroce e sanguinario. Alcuni lo chiamavano “figlio del Demonio”, Dracul, perché al contrario dell’uso comune non scendeva a patti con nessuno, non vendeva se stesso ai poteri forti, non si piegava anche a costo di spezzarsi. Che mi vedano così, che mi accusino, pensava.”
Voi vi chiederete: perché leggere la versione proposta da Natascia Luchetti?
Sia in “Il Battesimo di sangue” che in “Dracula – L’amore non muore mai” la scrittrice è stata in grado di attribuire un’accezione diversa, quasi umana, a questo straordinario personaggio che ha tinto di rosso sangue le pagine della storia e di tenebra quelle del vampiro assetato narrato da Stoker. Sempre per quanto riguarda “Dracula – L’amore non muore mai” - romanzo certamente più ricco e maturo nella scrittura rispetto alla novella - la preferenza di ambientare la vicenda ai giorni nostri è congeniale dando vita ad un retelling davvero godibile, dotato di originalità e scorrevolezza che riesce a barcamenarsi con umiltà(?) in relazione all’intramontabile classico della letteratura gotica uscito dalla penna di Bram Stoker. Un’altra lancia che mi sento di spezzare in favore di questo libro riguarda il modo di trattare determinati argomenti: l’imperfezione insita nella natura umana, l’eterna contrapposizione di Bene e Male, il concetto di religione strettamente legato alla figura chimerica di Dio e molto altro ancora, vengono affrontati con grande delicatezza e attenzione.
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