martedì 19 marzo 2019

Segnalazione: VIRGINIA VIVE di Maria Francesca Consiglio


Ho smarrito la retta via. Guardando le vecchie foto ho pianto il lutto della perdita di me stessa e dell’amore. Eppure, poco tempo dopo, attraversando il dolore, ho compreso che soltanto rompendo le rigide linee degli schemi mentali, dei pregiudizi, delle regole, si è pronti ad abbracciare le imprevedibili curve della rinascita. Ho perduto tanto ma molto mi è stato restituito barattando il mondo per l’universo. Mi sono spogliata delle foglie secche, poi nuda ho accolto l’inverno. Sarà l’ultimo?
“Virginia vive” è una lettera smembrata, madre di poesie che, talvolta, si trasformano in preghiere. Questa raccolta racchiude in sé le due facce contrapposte delle realtà che tratta. La prima parte di questa mia piccola raccolta di poesie è quindi focalizzata sulla perdita, protagonista indiscussa di corposi anni della mia vita. La perdita delle radici, quindi dei punti di riferimento; il percepirsi dei corpi fluttuanti con la pianta dei piedi anestetizzata, senza aderenza sul rude asfalto, sulla nuda terra. La perdita di se stessi, quindi dell’equilibrio interiore; smarriti, con una bussola rotta nella tasca scucita, si è un granello di sabbia risucchiato da un’incessante tempesta, nel più remoto dei deserti. La perdita del mondo conosciuto attraverso gli insegnamenti delle istituzioni, quindi lo smascheramento di dogmi ritenuti inconfutabili sino a pochi istanti prima. La perdita della volontà e quindi la ricerca di un angolo di pace dove andare a nascondersi dalle inquietudini, dai pettegolezzi di chi ignora, dalla cattiveria di chi persevera. La perdita dell’amore, quindi di quella che si è battezzata propria metà, anima cucita con filo di parche alla propria. Nella seconda parte della raccolta la perdita cede il posto a qualcosa di nuovo, un’essenza sognata, desiderata ardentemente, ma solo sfiorata: la rinascita. La rinascita è quel miracolo che tiene saldi i piedi sulle rive del fiume; essa fa desistere l’animo ferito dalla scelta irreversibile di mischiarsi alle acque gelide della disperazione. Ogni giorno osservo il fiume scorrere; talvolta mi cibo con i doni tossici di una pesca fruttuosa ma disperata. Talvolta estraggo l’amo dalle bocche bugiarde di quelle creature, poi le rigetto nelle verdi acque. Virginia deve vivere. Virginia vuole vivere. Virginia vive.

Fuggi via dai tuoi pensieri di bufera.  
Fuggi via dagli amori giusti e sensati. 
Fuggi e vola nel mio abbraccio di burrone.  
Vola oltre i miei dolori che seducono i tuoi affanni; 
 dipingi per me, scolpisci per me,  
nelle nuvole solitarie che nessuno osserva,  
sorrisi immortali che la tempesta non osa cancellare.  
Corri incontro a quel tempo che d’oro si ciba; 
parla con me, racconta di me,
alle orecchie delle malelingue che tutti ascoltano, 
portate velenose che tanto ama il profano ma non tu.  
Ama le pieghe della mia bocca, figlie dei tuoi occhi. 
Ama i miei occhi che s’assottigliano con le tue risa. 

Cultrice dell’anima, da sempre focalizza la propria attenzione sulla comprensione della sfera emotiva umana, “luogo” affascinante dell’essere, tempio sacro dove la sofferenza, esorcizzandosi attraverso dialogo ed arte, si traveste di poesia. Mette dunque a disposizione dell’inconscio la propria penna, canalizzando ogni energia nella stesura di scritti, spesso ispirati dalla necessità di raccontarsi e dunque di liberare pensieri e dolori, manifestazioni indispensabili per esprimere pienamente se stessi. Portavoce inquieta, definisce l’arte il più efficace anestetizzante per gli affanni dell’anima. Il suo stile alterna metafore e paradossi. Alcune delle sue poesie (ed aforismi) sono state inserite all'interno di raccolte ed antologie edite dal 2013 in poi. Nel 2014 si classifica tra i primi dieci al Concorso Nazionale di Poesia inedita “Libera Verso” con “Vedova viola", pubblicata successivamente proprio all'interno dell’antologia dedicata ai poeti partecipanti. Nel 2015 pubblica il suo primo libro "Pensieri di una mente pigra", curandone impaginazione, fotografia e grafica. Nel 2016 pubblica il suo secondo libro “Zibaldanza” nel quale mescola frasi, paragrafi indipendenti e poesia (che trattano varie tematiche quali la famiglia, l’amore, la “nuova” società, il disagio sociale, etc.). Nel 2017, con la poesia “24 pugnalate nella notte d’Agosto”, collabora insieme ad altri autori di tutta Italia alla nascita dell’antologia “Veglia” (a favore delle popolazioni colpite dal sisma del 2016 nel Centro Italia). Sempre nel 2017 nasce anche “Odi oscure” la sua prima raccolta interamente dedicata alla poesia. Nello stesso anno, con il suo componimento "Fiore di melassa", si classifica al primo posto del concorso letterario "Città di Ravenna 2017" nella sezione poesia. Nel 2018 pubblica la sua seconda raccolta di poesie “Virginia vive”.

Nessun commento:

Posta un commento