mercoledì 10 giugno 2015

Ovunque tu sarai di Fioly Bocca



Anita vive da tanti anni a Torino ma è cresciuta sulle Dolomiti, dove il vento soffia sempre e l'aria è fresca, dove l'aria trasparente profuma sempre di legno e di terra, e dove negli ultimi tempi è costretta a tornare a causa della terribile malattia di sua madre, che peggiora ogni giorno di più. È giusto mentire per proteggere chi ami? Anita decide di sì e ogni sera, quando si mette al computer per scrivere l'e-mail della buonanotte a sua mamma, racconta un sacco di bugie. Non le dice che il lavoro all'agenzia letteraria non le piace per niente, né che il suo fidanzato, Tancredi, è distratto, assente e certo non muore dalla voglia di fare piani concreti. Anzi, Anita descrive i preparativi per le nozze, immagina la chiesa del paese addobbata di fiori e i bambini che verranno. Finché un giorno, sul treno che la riporta a Torino, ogni finzione crolla di fronte agli occhi esotici di Arun, due occhi profondi che sanno guardare davvero, e a cui basta un istante per leggere tutta la tristezza di Anita. Ma chi è questo scrittore per bambini che ama il mare d'inverno? E perché, anche se vuole tenerlo lontano, qualcosa la riporta insistentemente a lui?



Anita ha la passione di scoprire il significato dei nomi, un passatempo che ha da anni. Inoltre, da quando ha iniziato l'università, vive a Torino e proprio lì quasi all'improvviso, per caso, incontra Tancredi ad una festa  proprio quando ormai stava per andarsene.
Così, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, le loro vite si intrecciano per formare qualcosa destinato a durare anni,  tredici anni per essere precisi.
Tancredi significa ottimo consigliere e non a caso, più involontariamente che altro, le offre spunti per poter andare avanti, quelle che a volte definiamo come pillole di saggezza.
Così, quotidianamente continuano la loro vita assieme, vivendo di quei piccoli attimi di cui ogni coppia si ciba, rendendo Anita cieca di fronte anche alle imperfezioni del ragazzo.

Ci siamo addomesticati a vicenda, un poco alla volta. Perché amarsi, mi sono detta, è anche imparare a non pestarsi i piedi mentre si balla la stessa musica.

Se avesse potuto telefonarmi il Futuro mi avrebbe rivelato che spesso la vita prende delle pieghe che proprio non potevi indovinare.

Come ogni cosa, però, anche il futuro della ragazza è destinato a cambiare non appena il padre, con una telefonata, la informa dello stato in cui riversa la madre,  che la porta sempre più lontana dai suoi cari, un male destinato a portarla via da coloro che la amano da una vita.Senza pensare a nulla se non a colei che le ha donato la vita, la ragazza parte per Murazzi, la sua terra natia, ancora non del tutto pronta ad affrontare la prospettiva della vita che le si pone dinnanzi. 


Devo fare mille cose, mi sembra di non avere tempo abbastanza. Non riesco a fermarmi e organizzare le azioni. Qualunque cosa io decida di fare, da ora in avanti, il tempo non basterà: questa sensazione mi confonde e mi tiene in scacco.Sono allora io quella che sta per morire?Tutta la vita vissuta fin qui se ne andrà insieme a mia madre?Non ho risposte, solo un’urgenza nuova, un’inquietudine che non mi molla.
Proprio in occasione del suo primo viaggio in treno verso Murazzo incontra Arun, un uomo che potrebbe benissimo essere suo coetaneo, con gli occhi così profondi che si intonano perfettamente con la sua pelle olivastra ed i capelli folti e scuri che così bene gli si addicono. Un uomo che con la fantasia lavora, inserendo in qualche sua opera anche un pizzico di se', capace di creare con quelle sue mani fantastiche storie per bambini, capaci di ammaliare e catturare il lettore.
Al contempo, però, quell'uomo ha la capacità di saper guardare negli angoli reconditi delle persone che lo segnano, dando in cambio di quella sua violazione, un racconto o una poesia, un qualcosa ispirato a quello che ha visto dentro quell'anima.

Un incontro destinato a segnare la sua vita perché da quello scontro- incontro in treno, da quell'agenda dimenticata, seguiranno altri momenti rubati alla loro vita, altre uscite che, inevitabilmente, la porteranno a mettere sempre più in discussione la sua storia con Tancredi, una storia che ormai sfocia sempre più nella routine, un qualcosa che, nel corso degli anni, ha perso di sentimento ed emozione, diventando semplicemente una roccia su cui poter contare ma, per sapere questo, di tempo ce ne vorrà ancora.

Se potesse telefonarmi il Futuro mi direbbe, dopo un rullo di tamburi, che gli angeli hanno tanti travestimenti diversi. E che quando è il loro momento, compaiono. Con l’identità che è stata loro assegnata dalla sorte.

Nei momenti bui la ragazza chiude gli occhi, riportando la memoria a quell'incontro che tanto l'ha segnata da bambina, quando un angelo dai capelli scuri le ha liberato il piede imprigionato in una roccia, andandosene poco dopo senza rivelarle alcunché di se'.
A quell'angelo rivolge sempre più spesso il suo sguardo tormentato alla ricerca della salvezza, la stessa salvezza che le ha offerto da bambina e che mai ha dimenticato.
Si sa, però, che il destino è una cosa strana e magnifica, imprevedibile nella scrittura dei suoi progetti e che sempre, in un modo o nell'altro, fa in modo che le anime affini si incontrino nuovamente.
Sul comodino, le chiavi del lucchetto della bicicletta e un berretto di lana blu scuro.

Un piccolo registratore. (A che ti serve? Afferro le idee che mi vengono in mente, quando pedalo per la città e non posso fermarmi a scrivere.)

Accanto, l’agendina che aveva lasciato sul treno il giorno che ci siamo incontrati.
"L’avevi dimenticata davvero, quell'agendina?"
"Certo che no" ride. "Pensavo lo avessi capito, ormai. Il destino va aiutato, qualche volta."
Se potesse telefonarmi il Destino direbbe che sì, ha sempre così tanto da fare: adora chi gli dà una mano. E fa di tutto per ricambiare, sempre.
Un romanzo toccante e commovente che fa riflettere sul significato profondo della parola amore, un'opera capace di portare il lettore a vedere la propria vita in un'altra prospettiva perché troppe volte si è così occupati a pensare a noi stessi da perdere la capacità di sognare, di credere a qualcosa che va oltre il semplice credere o non credere, a riconoscere che non tutto succede così per caso e che sono le cose improvvise a cambiare completamente la nostra vita.

È lui il bambino che mi ha acciuffato prima che finissi nel burrone, è lui che mi ha salvato, il mio spirito buono dei boschi. Deve essere così.Ecco perché il suo volto aveva qualcosa di familiare: non ci siamo conosciuti in un’altra vita, o non solo, almeno. Ci siamo sfiorati quando eravamo troppo piccoli per capire l’importanza di un incontro. O forse no? Forse da allora non abbiamo mai smesso di rincorrerci, come i protagonisti della fiaba. Forse ci stiamo cercando da sempre.



Fioly Bocca vive sulle colline del Monferrato ed è madre di due figli. Laureata in Lettere all'Università degli Studi di Torino, si è specializzata con un corso in redazione editoriale. Ovunque tu sarai è il suo romanzo d'esordio.






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