mercoledì 19 ottobre 2016

Accanto di Marie Sexton


Una storia della serie Coda

Il giovane Dominic Jacobsen sospetta di essere gay e ne ha la conferma quando un ricco ragazzo proveniente da fuori città sale sul sedile posteriore della sua GTO. Gli basta una serata con Lamar Franklin per convincersi di aver trovato l’uomo dei suoi sogni. Sfortunatamente, quella serata sarà l’unica cosa che avrà prima che l’altro lasci il Colorado.
Quindici anni dopo, Lamar torna a Coda, dopo aver messo fine all’ultima di una lunga serie di pessime relazioni. È solo, depresso e tormentato da telefonate notturne anonime. Ormai sul punto di arrendersi, si trova faccia a faccia con il passato.
Da quando aveva diciassette anni, Dominic sogna di incontrare di nuovo Lamar, ma questo non significa che sia pronto per vivere una storia. Affrontare i pettegolezzi tipici di una piccola città e i soliti drammi di una grande famiglia è già difficile, ma ciò che più lo preoccupa è perdere la custodia della figlia adolescente, Naomi. L’unica soluzione è assicurarsi che lui e Lamar rimangano amici e nulla più. Dovranno tenersi addosso i vestiti, qualsiasi cosa accada.
Semplice. Che si riveli un bene o un male, Lamar sembra però pensarla in altro modo.

“Promesse”, romanzo d’apertura della Serie Coda di Marie Sexton, è uno dei primi m/m che ho letto e mi ha fatta innamorare di questo genere e dei suoi personaggi, Matt e Jared, che abbiamo ritrovato anche negli altri capitoli mischiati ad Angelo, Zach, Cole e John. Questa volta, a capitoli alterni, conosciamo invece Dominic, super velato di Coda e Lamar, nuovo insegnante per nulla chiuso nel suo armadio. I due hanno un trascorso insieme, una notte di quindici anni prima, che ha segnato profondamente le loro vite. I ricordi dolceamari legati al passato creano una base più consistente per l’immediata nuova e profonda attrazione tra Lamar e Dom, non appena si rincontrano. La loro storia è semplice, ma anche complessa se si cerca di vivere la propria vita cercando costantemente l’approvazione di tutti. 
Nonostante la storia sia scorrevole e anche ammantata dal mistero dello stalker di Lamar, a mio parere, i due protagonisti non sono riusciti come gli altri della serie. Lo stesso Matt, molto restio (usiamo un eufemismo) a fare outing, cerca di far ragionare Dom che, con il suo trincerarsi dietro la scusa “devo pensare, prima di tutto, a mia figlia”, rischia seriamente di precludere la felicità non solo a se stesso, ma anche a Lamar. Lamar così fragile, ma anche forte, con un passato da illuso e che rischia di ricadere nello stesso tunnel, ma che persevera perché non crede che Dom possa ferirlo come l’uomo da cui è fuggito.
Insomma Dom mi è parso con poco nerbo, prima di tutto a diciassette anni capisci che ti piacciono gli uomini e, poco dopo, metti incinta e sposi la tua migliore amica? Un ragazzo troppo influenzabile dalla sua famiglia e dalle convenzioni sociali che, quando la situazione richiede che prenda una posizione decisa, si trincera dietro a delle scuse perché, diciamo le cose come stanno, si vergogna di quello che è, dei suoi desideri e dei suoi sentimenti nei confronti di Lamar. 
Una storia che fa arrabbiare, ma anche riflettere su come sia ancora difficile avere il coraggio di lottare per ciò che si è in un mondo dove l’omosessualità è ancora vista come una “malattia” da curare.
Sicuramente una lettura da non perdere per gli amanti di Coda, ritroviamo Angelo e Zach oltre che Matt e Jared, vecchi amici che ci raccontano come le loro vite siano più felici che mai una volta accettata, finalmente, la propria sessualità in tutte le sue sfaccettature.




Come un replay al rallentatore, si sporse tra i sedili. Mi mise una mano sulla guancia e posò le labbra sulle mie.

Solo un secondo di contatto, ma fu come se avessi ritrovato la strada per tornare a casa.
“Grazie,” disse, esattamente come allora.
Si girò per andarsene, e fui colpito dall’improvvisa e inspiegabile certezza di doverlo fermare. Se l’avessi lasciato andare, sarebbe scomparso come l’ultima volta. Sarebbero passati altri quindici anni, e sarei rimasto a pensare a ciò che sarebbe potuto accadere.

“Pensa a quanto devi aver ferito Lamar,” disse Jared con voce gentile, “facendogli capire che ciò che prova per te – e ciò che tu provi per lui – è ciò di cui ti vergogni di più.”Chinai di nuovo il capo. Era una postura a cui mi stavo abituando troppo. Vergogna. Era riuscito a dare un nome all’emozione che mi ero ostinato con forza di negare. Mi misi una mano sul volto, cercando di non piangere davanti a Jared. “Non so se ce la posso fare”, sussurrai.

“[…]In tutti questi anni, sei stato bene. Avevi Naomi, e anche se tu ed Elena vi eravate lasciati, le cose sembravano andar bene. Magari le cose non erano perfette, ma te la cavavi. Tiravi avanti. Rivolevo questo. Non capisco perché non possiamo tornare a quando la famiglia era intatta e non sapeva nulla e tu non te ne andavi in giro come una specie di zombie sentimentale. Eri single, ma eri felice, giusto?”Ero troppo esausto per essere arrabbiato. “Felice?” chiesi con voce roca. “Dovrei essere felice, sapendo che l’unico uomo che io abbia mai amato vive a meno di dieci chilometri da qui, ma che non posso averlo perché la mia famiglia non approva? Dovrei essere felice a vivere da solo? E poi? Dovrei essere fiero del dolore che provo? O del dolore che ho inflitto a lui? E per chi, Dimitri? Per te? Per papà?”
Marie Sexton è sempre stata brava per quanto riguarda gli aspetti tecnici della scrittura, ma non aveva mai idee per scrivere storie. Dopo essersi laureata alla Colorado State University, ha lavorato per undici anni in una clinica specializzata in ostetricia e ginecologia. In un momento imprecisato dei mesi seguenti, quel blocco scomparve e la sua prima storia nacque lentamente. 
Marie vive in Colorado. Le piace più o meno tutto ciò che comprende dei giovani uomini muscolosi l'uno sopra l'altro. In particolare, ama i Denver Broncos e le piace andare alle partite con suo marito. Spesso sono accompagnati da Matt e Jared. Marie ha una figlia, due gatti e un cane. Tutti loro sembrano impegnarsi a distruggere ogni brandello rimasto della sua sanità mentale. Lei li ama comunque. 
Si può visitare il sito di Marie all'indirizzo http://www.MarieSexton.net o trovarla su Facebook.

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