mercoledì 26 ottobre 2016

JASON di Laurell K. Hamilton


Per Anita Blake, niente è più importante della famiglia che si è faticosamente costruita nel corso degli anni. Perciò, quando il migliore amico di Nathaniel, Jason, si presenta alla sua porta con un delicato problema personale, la Sterminatrice accetta di buon grado di aiutarlo. In fondo, si tratta solo di trascorrere un po’ di tempo con lui e con la sua nuova fidanzata, J.J.: nessuno più di Anita comprende le difficoltà di un rapporto con una creatura delle tenebre, e J.J. ha bisogno di qualcuno che la rassicuri e che le insegni a gestire la doppia natura di Jason, che è sia lupo mannaro, sia pomme de sang di Jean-Claude. Ma ciò che Anita non poteva immaginare è che quel semplice favore la trascinerà ben presto in un intrigo molto pericoloso, la cui posta in gioco è la vita delle persone che ama…
Siamo abituati a vedere la Sterminatrice Anita Blake districarsi in vicende pericolosissime, lottare contro mostri letali, vampiri spietati o altri esseri soprannaturali, assetati di potere e privi di scrupoli. E abbiamo visto la nostra eroina avere la meglio e in ogni occasione. Capita a volte che anche la futura moglie di Jean Claude, la regina delle tigri, nonché Nimin Raj, possa usufruire di una pausa tra un caso e l’altro. Ed è proprio in uno di questi momenti che ha luogo la vicenda narrata nel romanzo.


Protagonista è Jason, uno dei suoi migliori amici, il lupo mannaro che risponde al suo richiamo nonché pomme de sangre di Jean Claude, il re dei vampiri d’America. Jason le chiede di aiutarlo nel particolare compito di spiegare alla donna che ama quanto sia importante, da un punto di vista sessuale, essere liberi di potersi esprimere secondo i propri desideri. Come negargli il favore? Anita non si tira indietro e, con l’aiuto di Nathaniel, uno dei suoi grandi amori nonché amico fraterno di Jason, accetta pur sapendo che l’impresa, facile all’apparenza, nasconde invece delle insidie.

«Non è possibile spiegare perché a certe persone piaccia provare dolore insieme col piacere. O lo capisci da solo, e quindi non hai bisogno che ti dicano quanto sia bello, oppure no, e nessuna argomentazione può farlo apparire sensato.»


Jason è innamorato di un’umana, una ballerina classica che vive a New York, con la quale vorrebbe intraprendere una relazione seria. Tra i due piccioncini sembra non esserci alcun imbarazzo e anche il sesso va alla grande, eppure, affinché tutto sia perfetto, manca un particolare ritenuto importante per la salute mentale e fisica del lupetto da noi tanto amato. Essendo un mannaro e vivendo a stretto contatto con i vampiri, Jason ama le sensazioni forti e le riceve soltanto da determinate persone. Solo chi lo conosce bene, sa come prenderlo.   

Anita è una di queste e soprattutto è la più indicata a spiegare ad un’altra donna la differenza tra sesso vanilla e sesso kinky. Il discorso parte dall’inizio, da come si sono conosciuti, dal legame che si è andato via via stringendo tra loro e dal fatto che si sono riscoperti veri amici.

Non era facile andare a letto con un amico con cui non c’era niente di più del sesso, perché il confine tra la vera amicizia e la seduzione era molto sottile.
                                                                                                                       
Nel loro gruppo poliamoroso, come lo chiama Anita, quasi tutti sono amanti del sesso estremo e delle pratiche del bondage che non solo rappresentano la normalità ma sono considerate necessarie per rendere i rapporti più intensi e duraturi.
«Per te, il bondage è una spezia che rende il sesso più piccante, vero?» intervenne Nathaniel.
Envy annuì.
«Per noi non è una spezia: è frutta e verdura.»
«Cosa?»
Nathaniel si curvò in avanti, gesticolando con la mano libera. «Pensa a un rapporto sessuale come alla carne. Non fa bene mangiare soltanto carne, è una dieta squilibrata e dannosa.»
«Okay, però continuo a non capire cosa c’entri.»
«Non abbiamo nessun problema a fare sesso senza bondage e sottomissione, ma alla lunga ci stufa e diventa deprimente. Senza un po’ di perversione, la nostra vita sessuale sarebbe incompleta, triste e scialba. Una parte di noi finirebbe per morire.»


Per J.J. il discorso si fa interessante. Lei ama talmente Jason che farebbe di tutto per renderlo felice, teme, però, di non esserne all’altezza. Sentir parlare di bondage è sicuramente intrigante, ma metterlo in pratica è di gran lunga più difficile.

«È come cercare di descrivere il colore rosso a un daltonico», risposi. «Puoi dirgli che è caldo, vivido, qualsiasi aggettivo ti venga in mente, ma non capirà mai come sia davvero.»

J.J. ha bisogno di capire soprattutto quali siano i meccanismi che regolano quel tipo di scelta. Ascoltando le motivazioni di Jason e dei suoi amici, la ragazza rimane interdetta davanti alla facilità con cui Anita e soci considerano la violenza una componente fondamentale della vita.

«Scusa, ma non capisco. Come ci si sente ad amare qualcuno perché è spietato?»
«Protetti», affermò Nathaniel.


Il gruppo di Anita è unito, e a parte qualche eccezione (Richard), insieme interagiscono e condividono, per il bene comune. Il sesso è la condizio sine qua non per raggiungere lo scopo. Chi lo accetta senza riserve né pregiudizi, si diverte e acquisisce i benefici; al contrario, chi non approva, è lasciato da parte. L’amore è gioia e il sesso è un piacere per tutti. Nel mondo di Anita la gelosia non può essere contemplata.

«Però disprezza davvero me e Nathaniel», intervenne Jason. «Siamo letteralmente sotto di lui nella gerarchia dei gruppi animali, e lui è l’Ulfric, il capobranco. Tra i lupi, può avere tutto quello che vuole, in pratica, e sa che potrebbe prenderci a calci in culo senza problemi. Eppure, eccoci qui: siamo felici e facciamo parte della vita di Anita più di lui. Non lo accetterà mai.»

Tra spiegazioni teoriche e dimostrazioni pratiche, il racconto ci offre un altro succoso spaccato della vita quotidiana di Anita e della sua gente. Grazie allo stile impeccabile della Hamilton, è sempre facile, per chi legge, immergersi nella realtà descritta. Dopo un po’ viene naturale ritrovarsi coinvolti nella discussione, con la sensazione di essere di casa. Persino J.J., che è il personaggio nuovo della storia, suscita subito empatia. Di lei ammiriamo la forza di carattere (e non potrebbe essere diversamente visto il suo interesse per uno come Jason), e accettiamo con gioia il suo mettersi in gioco. Pur di far piacere all’uomo che ama, è disposta a rivedere le proprie convinzioni e a modificare il suo stile di vita pur di renderlo felice. J.J. ascolta i consigli, chiede delucidazioni, impara cose nuove senza spaventarsi.

«Se ti piace il sesso estremo ma non lo pratichi in una relazione seria, allora è destinata a fallire. Anche se c’è l’amore, il sesso tradizionale non basta: hai bisogno anche della perversione.»

E allo stesso tempo lei, essendo bisessuale, è ben felice di aiutare, a sua volta, Anita con consigli utili su come migliorare le performance tra donne. 

Frequentare una donna non era molto diverso che frequentare un uomo, con la differenza che con gli uomini ormai avevo un po’ di dimestichezza. Le donne erano un mistero, o almeno lo era Jade; era un campo minato emotivo da cui non sapevo come uscire.


Insomma, ce n’è per tutti i gusti!
In attesa di tornare a leggere le vere e pericolose avventure di Anita, abbiamo il tempo, con questo romanzo breve, di concederci una pausa e di goderci al meglio un momento intimo familiare. In fondo, tutti sanno che non c’è nulla di più bello che passare piacevolmente del tempo tra amici.



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