Paul Hannon si è trasferito a Tucker Springs per la sua fidanzata, ma lei lo ha lasciato con una casa troppo costosa da mantenere e un ripostiglio pieno di gadget inutili. Tutto ciò che Paul vorrebbe è tornare alla normalità, anche se non sa più bene cosa voglia dire questa parola. Un giorno, vagando per Tucker Springs alla ricerca di un regalo per riconquistare Stacey, incontra El Rozal, proprietario di un banco di pegni e cinico di prima categoria. El Rozal non è tipo da relazioni, specialmente con ingenui ragazzi etero che ancora si struggono per la loro ex. Certo, si guadagna da vivere occupandosi di roba scartata da altri, ma la definizione non include gli uomini. Eppure, quando Paul comincia a fare pulizia nella sua vecchia vita, impegnando arnesi da cucina che non ha mai realmente voluto possedere, El si scopre attratto da lui suo malgrado.
I due non hanno niente in comune se non un passato pieno di delusioni. Non c’è ragione di pensare che possano stare insieme, ma secondo la filosofia di El, i rifiuti di un uomo sono il tesoro di un altro. Quando si tratta d’amore, El e Paul impareranno che seconda mano non vuole per forza dire seconda scelta.
Questo secondo libro della serie Tucker Springs può essere considerato benissimo uno stand alone in quanto l’unica correlazione con il precedente è il Light Out, locale che i protagonisti frequentano.
Il tono e lo stile sono decisamente più leggeri e scorrevoli della storia narrata da L.A. Witt, ma non per questo risulta meno interessante o godibile.
Con il personaggio di Paul viene affrontato lo spinoso argomento dell’omologazione alla società, sopprimendo così le proprie reali inclinazioni. Paul è un ingenuo, si sottovaluta e fa di tutto per sentirsi “normale” anche sopportare quella stronza della sua, fortunatamente ex, fidanzata. È un ragazzo confuso che non si è mai sentito pienamente apprezzato e crede di non essere mai all’altezza della situazione.
El, invece, è sicuro di sé, cinico e con una grande famiglia un po’ matta. Crede di non volere una relazione, ma da subito rimane attratto da Paul come una falena dalla fiamma e non riesce a smettere di pensare a lui e di creare occasioni per passare del tempo in sua compagnia.
Due diverse situazioni, apparentemente inconciliabili, che trovano tra loro il proprio completamento. Non ci sono grandi dichiarazioni d’amore e si va incontro al classico fraintendimento prima del raggiungimento del lieto fine, ma tutto ciò è reso in uno stile frizzante e scorrevole che emoziona il lettore e alterna momenti esilaranti con altri che invece fanno riflettere.
Una lettura caldamente raccomandata che ci fa tornare nella cittadina di Tucker Springs e fa credere nelle seconde scelte quando la prima non era poi così promettente come sperato.
«Perché lo faccio? Perché continuo ad accanirmi, a sforzarmi di essere la sua prima scelta? Neanche mi importa più di lei. È solo che voglio essere la prima scelta di qualcuno. Al-meno per una volta.»
El gli piazzò un bacio sul mento. «Sono io. Okay? Non ti farò del male e non riderò di te. Dimmi di cosa hai voglia. Di cosa hai bisogno.» Strofinandosi contro di lui, tornò a quella dolce, morbida bocca. «Lascia che te lo dia.»
Il viso di mia madre si fece di pietra. «Paul Allan Hannon, tu sei normale! Non si sceglie cosa si è. Se sei gay o bisex, sei gay o bisex, e questo è tutto. Non puoi decidere di essere etero se non lo sei.»
«Tutto quello che voglio è stare con te, Emanuel. Tu non sei la mia prima scelta o la seconda. Sei l’unica scelta possibile.»
Heidi Cullinan è sempre stata amante delle buone storie d’amore, a condizione che abbiano il lieto fine. Le piace cimen-tarsi in generi diversi, ma soprattutto ama scrivere finali roman-tici per personaggi LGBT, perché non ci sono abbastanza storie di questo tipo. Quando Heidi non scrive, si rilassa cucinando, leggendo, lavorando a maglia, ascoltando musica e guardando la tv con il marito e la figlia di dieci anni. Heidi fa spesso la volon-taria nel gruppo per i diritti LGBT del suo Stato, One Iowa, ed è fiera di essere originaria del primo Stato del Midwest in cui sia stato legalizzato il matrimonio omosessuale.
Marie Sexton vive in Colorado. È una fan di qualsiasi cosa preveda uomini giovani e muscolosi che si ammucchiano l’uno sull’altro. In particolare ama i Denver Broncos e andare alle par-tite con suo marito. Spesso la accompagnano i suoi amici imma-ginari. Marie ha una figlia, due gatti e un cane, tutti uniti nel di-struggere quello che resta della sua sanità mentale. Lei li ama lo stesso.
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