Sapevo essere forte,
ma lui lo era sempre di più.
Con un sorriso prese in pugno il mio cuore
e lo strinse feroce.
Niccolò Aragona, artista chiacchierato, soprannominato dai media “Il Mannaro”, a causa dei soggetti dei suoi dipinti. Per quel che ne sapevo, d’indole dominante.
Cristiano Riva, stimatissimo medico e cliente abituale della caffetteria in cui lavoravo. Lo avrei definito anaffettivo.
Da uno dei due ricevetti una proposta di lavoro, dall’altro una proposta indecente.
Io volevo soltanto il denaro per fare il viaggio dei miei sogni, perciò, anche se un baratro di diversità mi separava dall’uomo che lo avrebbe reso possibile, accettai la sua offerta. Entrai nel suo mondo e giorno dopo giorno in quel baratro ci cascai a piedi pari. Fu lui a trascinarmici e fui io a dargli tutta me stessa senza sapere che ne avrebbe fatto.
Fino a quel giorno.
Fino a quelle parole.
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