Tra le montagne innevate della Valle d’Aosta, una serie di improvvisi delitti minaccia la serenità dei cittadini. Dopo i ritrovamenti dei primi cadaveri, la convinzione che si tratti di un serial killer si fa sempre più evidente. L’omicida prende di mira soltanto una specifica categoria di persone: gli adùlteri. Li pedina, li fotografa durante i loro incontri clandestini, poi li rapisce e li uccide in modo atroce, secondo un antico supplizio etrusco, recapitando ai mariti traditi un macabro souvenir e degli enigmatici messaggi.
A indagare è chiamata la squadra del commissario Jérôme, che comprende anche un ex sacerdote e una psichiatra, che contribuirà a tracciare il profilo del killer, la cui fantasia si nutre del pensiero di un moralista francese del Dodicesimo secolo, ma anche dei brutali metodi della successiva Inquisizione. In un crescendo di malvagità da una parte e di serrate indagini dall’altra, Jérôme e i suoi dovranno lottare contro il tempo per liberare l’ultima coppia rapita.
Il moralizzatore è un sapiente intreccio di false piste, colpi di scena inattesi e atrocità rituali, nel solco dei più grandi maestri del giallo.
Parcheggiò nello spazio tra la casa abbandonata e il fienile diroccato. Spense il motore e si guardò intorno con circospezione. Non c’era anima viva. Ispezionò anche l’interno per vedere se per caso ci fosse qualche coppietta che amoreggiava o qualche tossico che si procurava il suo sballo
solitario.
Nessuno. La vecchia casa era vuota.
[…]
Si assicurò che François fosse ancora vivo.
[…]
Rientrato nel rudere, recuperò le assi che aveva disseminato qua e là e con chiodi e martello le assemblò in quella che una volta doveva essere la cantina, alla quale si accedeva anche dall'esterno, attraverso un passaggio parzialmente ostruito, ma ancora praticabile. Quel locale non era completamente interrato, ma si trovava comunque al di sotto del piano di campagna.
Un luogo perfetto per allestire la sua scenografia.
[…]
Soddisfatto, l’uomo uscì dalla cantina della casa abbandonata e si avviò a passo lento.
[…]
Si fermò un minuto per inspirare a pieni polmoni l’aria fresca, ricca di fragranze resinose, che proveniva dai boschi circostanti.
[…]
François sentì il panico aggredirgli il cervello, in un crescendo di pura follia.
Si mise a urlare più forte che poteva…
Un gracchio alpino, appollaiato sul ramo di un albero scheletrico davanti alla casa, volò via spaventato.
Marco Distort è nato ad Aosta nel 1958.
Dopo la Maturità Scientifica ha conseguito la Laurea in Filosofia presso l’Università di Torino con una tesi in Filosofia della Religione.
Ha insegnato materie letterarie nella scuola pubblica in Valle d’Aosta, prima di trasferirsi in Toscana. Per più di vent’anni ha tenuto conferenze e seminari in varie regioni italiane, insegnando anche in due Istituti di formazione teologica.
Fin da ragazzo ha manifestato un profondo amore per la scrittura e in trent’anni ha pubblicato una quarantina di saggi, spaziando dalla teologia alla sessualità, dalla psicologia allo studio delle profezie. Due suoi volumi sono stati tradotti e pubblicati in lingua tedesca e ungherese.
Da poco è tornato a vivere in Valle d’Aosta, dove continua a dedicarsi alla scrittura – sia narrativa che saggistica – e alla pittura. Tiene anche lezioni online sulle seguenti materie: ANTICO TESTAMENTO, LINEAMENTI DEL PENSIERO GIUDAICO e INTRODUZIONE ALLA PATRISTICA.
La sua grande passione per i thriller lo ha portato a creare il personaggio del commissario Jérôme, le cui imprese si svolgono nel suggestivo scenario della Valle d’Aosta. Il moralizzatore è il primo romanzo della serie e sta già lavorando a quelli successivi. Sono storie che scavano senza filtri nelle molteplici manifestazioni del male.
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