lunedì 28 ottobre 2019

Tappa Blog Tour Dark Zone: Annalisa Ghilarducci, Veronica Gareffa Celano e Hendrik R Rose




La ragazza abbracciò Mrs Penny, poi si accorse che suo padre non era ancora in giardino. Stava per andare lei da lui, ma fu preceduta e i due si incontrarono sulla soglia di casa. Il professore mostrava un volto tirato. Aveva due oggetti in mano: un braccialetto e un orologio da polso, sottile e argentato. Cercò di mostrare più disinvoltura possibile.
«Questo orologio me lo ha regalato mio padre quando andai all’università. Adesso vorrei che lo tenessi tu. Quando sarai in difficoltà guarda l’ora, perché sicuramente in quel momento ti starò pensando.»
Hope se lo mise al polso, con le lacrime agli occhi. «Grazie papà.»
Il professore le diede il braccialetto di cuoio. «Ho pensato che ti potesse far piacere avere con te anche questo. Solo che non so che cosa ci sia scritto.»
«C’è scritto ‘Sined’» li informò Ambrosius dalla navicella. «Apparteneva ad Arin. Ricordo che lo indossava sempre.»
«Svelato il mistero» disse il professore, con un filo di voce. Non riusciva a guardare Hope negli occhi. Chissà per quanto tempo sarebbe stata via e, soprattutto, se sarebbe tornata sana e salva. Soltanto il pensiero che quella potesse essere l’ultima volta che la vedeva era terribile. Poi qualcosa lo sciolse e le lacrime si sfogarono. La ragazza lo stava abbracciando forte.



Da poco aveva compiuto il suo diciottesimo autunno e, in nome dell’Antica Alleanza, suo padre l’aveva data in sposa a re Themenos di Irkalia.
Valiah non aveva mai visto il mare e nemmeno re Themenos, ma di lui sapeva che aveva almeno sessant’anni, era vedovo di una lontana consanguinea della regina Mud e un erede maschio assicurava già la sua discendenza. Forse aveva anche una figlia, ma delle femmine nel palazzo di Valihor non si parlava, poiché non avevano alcuna importanza.
La ragazza ebbe un moto di rabbia. Mentre i suoi fratelli cavalcavano felici sull’altopiano, liberi di fare ciò che volevano, lei era stata regalata a un vecchio sconosciuto come pegno di un’alleanza tra popoli, la cui origine si perdeva nella notte dei tempi, e che ancora perdurava per ragioni che lei non riusciva a comprendere.
Gli occhi dorati riflessi nello specchio ebbero un lampo di collera. Non avrebbe mai accettato una sorte simile : Valiah, figlia di re Valihor, doveva sparire per sempre.




Si libera dell’elmo come un soldato sconfitto, si è dimostrata incapace di combattere la guerra e per inettitudine l’ha persa. Crolla, la testa esplode tra le mani. Non poteva immaginare epilogo più doloroso. Incapace di ammettere i suoi sentimenti di fronte a un nemico, lo ha offeso senza averne intenzione. Cosa si aspettava? Era lei, per paura, la prima a non accettarli. E la dannata paura ha pronunciato attraverso la sua voce frasi da tacere. Lui aveva ragione, coraggiosa in battaglia ma codarda nell’amore, lei, una terra arida dove non cresce nulla. La conclusione arriva in fretta, deve assolversi in qualche modo.
Emozioni forti, passione, diverbi, equivoci e contrasti, qualsiasi cosa sia non fa per me. Posso affrontare tutto, ma non questo.
Respira, cammina, si asciuga il viso e cerca di ritrovare la padronanza di sé prima di tornare in sala. Lo sguardo le cade sull’elmo, un guscio argentato per proteggere e nascondere, la celata sarà la sua fedele alleata.

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