lunedì 31 agosto 2015

HALF BAD di Sally Green



La Magia esiste, ed è spaccata da una guerra millenaria. Appartenere a un fronte definisce il ruolo di ciascuno nel mondo, garantisce compagni e alleanze; ma soprattutto decide chi sono i nemici, che vanno giustiziati senza rimorso. Nathan vive in una zona grigia: figlio di una maga Bianca e dell’Oscuro più terribile mai esistito, cresce nella famiglia materna, evitato da tutti, vessato dalla sorellastra, perseguitato dal Concilio che non si fida di lui e anno dopo anno ne limita la libertà, fino a rinchiuderlo in una gabbia. La stessa guerra che divide il mondo della Magia si combatte nel cuore di Nathan, in perenne bilico tra le due facce della sua anima, che davanti alla dolcezza di Annalise vorrebbe essere tutta Bianca, e invece per reagire alle angherie si fa pericolosamente Nera. Ma è difficile restare aggrappato alla tua metà Bianca quando non ti puoi fidare della tua famiglia, della ragazza di cui ti sei innamorato, e forse nemmeno di te stesso.

Questo libro desideravo leggerlo da tantissimo tempo. Finalmente ne ho avuto l’occasione e devo ammettere che ne è valsa la pena.
In Half Bad è Nathan stesso il narratore, nonché protagonista della storia. Il mondo in cui vive, è un mondo in cui la magia esiste davvero. Ma come tutte le cose, esistono due facce della stessa medaglia: ci sono gli Incanti Bianchi, puri, dediti al bene e accettati da tutti; e ci sono gli Incanti Neri, malvagi, dediti al male, temuti da tutti.
Nathan è un Mezzo Codice, figlio di un Incanto Bianco (Saba, la madre) e di un potentissimo e temutissimo Incanto Nero (Marcus, il padre).
Proprio per questo motivo la vita del protagonista è tutt’altro che facile; dopo la morte della madre, viene allevato dalla nonna materna, insieme ai suoi fratellastri Arran, Deborah e Jessica. Quest’ultima in particolare, si diverte ad insultarlo e provocarlo in continuazione.
Viene evitato da tutti, viene continuamente sottoposto ai controlli del Consiglio, per cercare di capire quale sarà la parte del suo animo che emergerà: Bianco o Nero? A volte la parte più forte sembra essere quella buona, altre volte è il lato oscuro ad avere la meglio.

“Ogni indizio che un Incanto Bianco simpatizzi con un Incanto Nero è visto come una minaccia. Tutti i Neri sono stanati dai Cacciatori sotto le direttive del Consiglio. Se vengono catturati vivi, subiscono il Castigo. Se un Incanto Bianco aiuta un Nero, viene giustiziato. Io devo dimostrare a tutti, ogni volta, che sono Bianco, che sono fedele ai Bianchi e che i miei pensieri sono puro Bianco.”


Il povero Nathan è combattuto per questa sua situazione, nel suo animo si scatena una vera e propria guerra. È spaventato all'idea di essere Nero, cerca di comportarsi da Bianco, ma alcune cose nel suo comportamento e nelle sue abitudini, gli fanno credere di essere Nero. Ha paura della sua natura e delle conseguenze che ciò potrebbe avere.
Al compimento dei diciassette anni, tutti gli Incanti devono essere codificati, o bianchi o neri, e ricevere i loro tre doni. Cosa accadrà a Nathan?

“E’ il tuo corpo, non tu. Il vero te non ha niente a che fare con un incanto Nero. Hai qualche gene di Marcus in te e qualche gene di Saba. Ma questa è solo una cosa fisica. E non sono le cose fisiche, i geni, il Dono, che fanno di una persona un Incanto Nero. Devi crederci. Conta come pensi e come ti comporti. Non sei malvagio , Nathan. Niente in te è malvagio. Avrai un dono potente – ne siamo tutti convinti – ma sarà il modo in cui lo usi a dimostrare se sei buono o cattivo.”
Quando inizia a frequentare la scuola, Nathan prova attrazione per Annalise, un bellissima ragazza appartenente alla schiera dei Bianchi, e quando i fratelli di lei scoprono l’interesse reciproco dei due, decidono di dissuadere i giovani vietando ad Annalise di vederlo, mentre per Nathan l’avvertimento è molto più duro: lo picchiano, lo umiliano e gli incidono delle profonde cicatrici sulla schiena.
Ferito nell'orgoglio e nell'animo, più che nel corpo, Nathan soffre ed è disperato.
Il Concilio lo controlla e ne limita la libertà, fino ad arrivare a rinchiuderlo in una gabbia, dove viene affidato all'occhio vigile di Clelia, la sua carceriera. 
Il pensiero che tiene viva la speranza di Nathan è soltanto uno: spera che il padre lo andrà a cercare.

“Mi tengono in una gabbia ma non ha proprio senso. Non voglio vivere in una gabbia, non voglio morire in una cella, non voglio niente di tutto questo, eppure non c’è modo di cambiare.”


Nathan è un protagonista al quale è praticamente impossibile non affezionarsi: a causa della sua situazione si sente inadeguato, inizialmente ritiene quasi giusto di dover essere umiliato e maltrattato per questo; ma ad un certo punto, portato all'esasperazione dalla tortura e dalla sofferenza non solo fisica, ma anche psicologica, Nathan inizia a ribellarsi per quanto le sue condizioni lo consentano; entrerà in contatto con tanti personaggi, alcuni lo aiuteranno altri lo tradiranno, ma lui ha imparato a non fidarsi di nessuno, a volte non si fida nemmeno di se stesso.

La società descritta è molto simile a quella attuale, ma con la magia; una società dedita al “bene”, che cerca di sterminare ciò che più teme: il male e quindi tutti gli Incanti Neri, che sono costretti a vivere nascosti. Quindi come si può predicare il bene, se l’omicidio, o anche solo il trattamento che viene riservato a Nathan, un trattamento meschino e crudele, sono all'ordine del giorno? Egli se lo chiede diverse volte e coinvolge il lettore nei suoi pensieri e nelle sue sofferenze.
Diverse volte, nel corso della lettura, ho provato pena per il protagonista, per il suo dolore e per la sua sofferenza; ho sperato insieme a lui che il padre arrivasse a salvarlo, ho sperato più volte che si ribellasse alla sorellastra, ma tutto ciò che fa lo fa per compiacere gli altri e non mostrare il lato aggressivo, incontrollabile che emerge nel momento in cui si ha la necessità di difendersi. Ecco chi è Nathan: un giovane ragazzo che ha avuto la sfortuna di nascere “grigio”, che si ritrova solo e indifeso contro il male peggiore: i pregiudizi della società. Un ragazzo che non ha conosciuto l’amore e l’affetto, se non dalla nonna, dal fratellastro Deborah e Arran e da Annalise, dai quali sarà costretto ad allontanarsi, per il loro bene, in quanto Bianchi.

Lo stile della narrazione è diretto, i capitoli sono piuttosto brevi e la lettura scorre e cattura; la caratterizzazione dei personaggi e le descrizioni di luoghi e atti, sono dettagliate; un romanzo particolare, paragonato a Harry Potter, per la componente magica, divisa tra buoni e cattivi (bianco/nero), la presenza di Profani  (i babbani potteriani), ossia persone prive di poteri magici, e un mago oscuro temutissimo, Marcus, che ricorda molto Tu-Sai-Chi. Per il resto la storia è molto diversa, nonostante qualche piccola similitudine tra i protagonisti principali, anche se quella di Nathan la immagino tutta grigia, intrisa di sangue e lacrime. Spero che nei capitoli successivi della trilogia, Nathan possa riscattarsi e trovare quella serenità che non ha mai conosciuto fino in fondo. Perché è un personaggio che ne ha passate tante, e forse ancora tante ne dovrà superare, ma è forte e non si arrende.
Una storia di coraggio, di lotta, di sopravvivenza e di ricerca di sé e del proprio posto nel mondo.

“Qualcuno una volta ha detto che il modo migliore di scoprire se puoi fidarti di qualcuno è fidarti di lui”

Se vi piacciono le storie sofferte, questo romanzo è per voi.


Sally Green vive in Inghilterra. Dopo aver fatto molti lavori (pagati e no) finalmente ha trovato il tempo di scrivere le storie che prima riusciva solo ad immaginare.
Le piace leggere e fare passeggiate in campagna, ma vorrebbe bere meno caffè. Half Bad è il suo primo romanzo.



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