Da questo momento cominciano le peripezie per la “conquista” di quest’uomo quasi irraggiungibile, ed a tratti sfuggente. Meticolosa come un agente della CIA, la ragazza prepara piani, sotterfugi, tattiche per riuscire a sedurre l’insegnante.
Tuttavia, raggiungere il suo obiettivo perderà la sua intrinseca importanza, perché sarà proprio l’amore a risvegliarla dal torpore in cui era sprofondata. Una storia apparentemente semplice ma che, come una favola zen, ci indica una strada da seguire se non verso la felicità, almeno per la magica riscoperta di quanto diamo per scontato, senza fermarsi a riflettere sui nostri ripetuti “non ho”.
LEI è una DONNA di quasi 37 anni: lavora come cameriera in un piccolo
ristorante vegetariano e ama scrivere. Proprio per questo motivo, sotto
suggerimento della propria psicologa, si iscrive ad un corso di scrittura. Non
crede nell'amore a prima vista, convinta che esista un’età giusta per il famoso
volo di farfalle nello stomaco, eppure quando vede LUI non può fare altro che
esclamare “wow, che carino!”
“Però ero triste, e dormivo. Dormivo dentro, non so se mi spiego. E non so quali altre parole potrei usare. Andavo da una psicologa ogni due settimane, e con lei avevo appurato che uno dei motivi per i quali ero infelice era il mio lavoro, che tuttavia non potevo permettermi di lasciare.”
LUI, l’UOMO, ha 43 anni ed una bella voce. Alto e snello, con lunghi
capelli castani raccolti in uno chignon e la barba lunga e a punta, diventa il
pensiero fisso della DONNA, che non vede l’ora arrivi martedì (giorno della
lezione) per vivere le tre ore più emozionanti di tutta la settimana.
“Trasudi fascino da tutti i pori. In un certo senso t’invidio. Non è giusto. Tutte queste qualità… dovresti almeno essere brutto per riequilibrare la giustizia nell’universo. Sei bello e intelligente. Ti odio. Avrei voluto conoscerti prima.”
Come avrete sicuramente notato non ho fatto alcun accenno ai nomi dei
protagonisti, perché non esistono in questa storia: lei è una DONNA, lui un
UOMO e, infine c’è la RAGAZZA, ovvero colei che ha reso possibile tutto
“questo”. La RAGAZZA ha un ruolo importante nell’intera vicenda perché cambia
il modo di agire e di pensare della DONNA, infondendole quella fiducia in sé stessa
che tanto le manca e organizzando piani per permettere all’amica di
dichiararsi.
“L’amore immaginato” è la
storia di una donna dagli occhi a mandorla, piccoli e infossati, le labbra
sottili e il seno prosperoso; di una donna piena di insicurezze e insoddisfatta
della propria vita; una donna con disturbi alimentari e una profonda ossessione
verso il suo insegnante con la fede al dito. È un flusso di coscienza, un
racconto in prima persona delle vicende relative a questa infatuazione senza
speranza, passando anche attraverso scorci di vita privata.
La lettura di un libro è soggettiva e spesso l’indice di gradimento è
misurato in base allo stato d’animo del lettore. Bisogna essere particolarmente
propensi ad un certo tipo di storia per poterla apprezzare. Mi sento di fare
questa premessa per tentare, in qualche modo, di dare una giustificazione al
mio giudizio negativo su questo libro.
Prima di tutto, trovo che la mancanza di nomi propri renda difficile
la partecipazione del lettore alle vicende della storia. Pur sapendo chi sono
“donna”, “uomo e “ragazza”, il mio coinvolgimento è stato molto freddo.
In seconda istanza, la protagonista femminile – sempre a mio parere –
è una persona fortemente depressa, senza ambizioni, senza stimoli. Lamentosa di
tutto, ripone la propria felicità nell’idealizzazione di un uomo sposato,
ricorrendo a profonde scollature e/o vestiti succinti per attirare l’attenzione
(credo non sia un messaggio positivo, dal momento che quello che in genere si
cerca di mandare è che valga più l’essere che l’apparire). Ho fatto davvero
tanta fatica ad arrivare alla fine, così come faccio fatica ora a scrivere di
questo libro. In genere non faccio passare molto tempo prima di buttare giù i
miei pensieri ma, stavolta, ho atteso qualche giorno pensando a cosa dire. Non
sono il tipo di persona che ama distruggere i sogni o i lavori altrui,
soprattutto perché mi rendo conto di quanto lavoro ci sia dietro e di quante
speranze siano riposte nelle proprie opere, per questo tento di giustificare il
mio giudizio sostenendo un parere assolutamente soggettivo che, in quanto tale,
può divergere da quello di chiunque altro. Pertanto, non mi sento di
sconsigliarvi la lettura di “L’amore
immaginato”, anzi, vi invito a farlo e a darmi torto.
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