mercoledì 21 luglio 2021

Segnalazione: I PRESUPPOSTI DELL'AMORE di Agnese De Nardis

Isabella è una giovane laureata in Architettura, desiderosa di novità, ormai proiettata all’autunno, quando lascerà Roma per partecipare al progetto di restauro di una chiesa nel West Smithfield di Londra. È convinta di aver chiuso con il suo ex e di essersi liberata della loro burrascosa storia d’amore, però, nei mesi che precedono la sua partenza, si ritroverà di nuovo a fare i conti con lui. Marco, difatti, rientrerà prepotente nella sua vita a seguito di un incidente stradale, che lo vedrà relegato su una sedia a rotelle. Si ritroveranno costretti a sciogliere i nodi di parole inconfessate e vecchi rancori irrisolti.

Inoltre, a ingarbugliare le idee di Isabella contribuirà il collega Andrea, dichiarato dongiovanni, che non ha mai nascosto di avere un debole per lei.

Tra confidenze con l’amica del cuore, serate romane e passeggiate al Giardino degli Aranci, Isabella dovrà confrontarsi con ansie, paure e dispute interiori.

Riuscirà Marco a riconquistarla e a capire che l’amore, in qualsiasi sua forma, è legame ma mai prigione?

Oppure, sarà Andrea a far breccia nel cuore diffidente e restio di Isabella?

«Per favore, stasera comportati bene».

«Certo, sarò un angioletto. Nutri dubbi su un’anima innocente come quella che hai di fronte?»

Isabella, in piedi sul marciapiede, si voltò a guardare Marco, di fianco a lei sulla carrozzella, che la fissava con lo sguardo indifeso e le orecchie basse come il Gatto con gli Stivali compagno d’avventure dell’orco Shrek. Quasi tentata di scoppiargli a ridere in faccia, si trattenne a stento e tornò a guardare dritta di fronte a sé, verso la strada, lasciando sulle labbra l’accenno della curva di un sorriso. «Non ti sei comportato bene in passato con i ragazzi dello studio» sottolineò.

«Hai ragione, sono stato davvero imperdonabile, ma ero accecato dalla gelosia, lo sai».

Mi chiamo Agnese e vivo vicino Roma. Classe 1973 nella vita sono madre di due adolescenti maschi, moglie e contabile. Anzi, sognatrice prigioniera nel corpo di una contabile.
Scrivo diari dal 1986 e questo romanzo arriva dopo un periodo travagliato a seguito di un grave problema di salute che ha cambiato tutta la mia visione della vita. Figlia di un pittore, ho ereditato da lui l'animo travagliato sempre in subbuglio, ma forse con la maturità ho raggiunto quella serenità necessaria per rendere costruttivo ogni giorno in egual modo, sia se fosse il primo, sia se fosse l'ultimo. 

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