venerdì 2 luglio 2021

VOLEVO ESSERE SAILOR MOON di Federica D'Ascani



“Perché a volte per trovare il principe azzur…”
No, scordati che ti passo questa cavolata del principe. Ritenta.
“Ok. Allora… Bea è una normalissima impiega…”
No, non ci siamo. Normale ci chiami il tuo riflesso allo specchio! Riprova.
“Bea ha una normalissima vita e un normalissimo fidanzato che la am…”
FERMATI! Ho Daltanius sulla uno che sta chiedendo vendetta! Un normalissimo ragazzo che la ama? Ma quando mai?
No, ok, ci penso io. Sono la sua migliore amica, quindi sono qualificata!
La vita piatta di Bea, resa tale per colpa di quell’invertebrato del suo ragazzo che si crede bello ma che non balla neanche se Haran Banjo in persona glielo spiegasse, subisce un’impennata clamorosa quando nella sua vita irrompe la voce romagnola di un figo da paura, aka Tuxedo Kamen. Tutta la storia ruoterà intorno a un unico e semplice quesito: riuscirà la nostra eroina a manovrare lo scettro? E soprattutto: che c’entrano i Megazord dei Power Rangers?

Dopo la sua prima edizione nella collana You Feel della Rizzoli, torna “Volevo essere Sailor Moon”, ma con un passo del tutto diverso, tanti contenuti inediti e… personaggi all’ennesima potenza.
Perché alle eroine dei libri servirà anche il principe azzurro, ma le guerriere sailor insegnano che possiamo arrivare a salvare il mondo, pretendendo l’amore che meritiamo senza chiederlo.
La vita di Bea può considerarsi abbastanza piatta con una vita sociale che rasenta lo zero, un lavoro che assorbe tutte le sue energie e un fidanzato che… no, niente, non ho pensieri positivi per quello che riguardano il lombrico (Daniela docet). Ma si sa che quando si vive nella quotidianità, lo straordinario inizia a farci dubitare di aver vissuto realmente. E alla nostra Bea succede proprio questo, quando per caso inizia una conversazione lavorativa con un collega che, a detta di molti, sembra essere un figo pazzesco, se poi butti nel mix anche l’accento romagnolo, è fatta: come si suol dire cotta a puntino. Se non fosse per quell’ingombrante presenza nella vita di Bea da ben quindici anni…


«Dio, Usako, mi piace l’effetto che ti faccio.»
«L’ho già sentita questa.»
«Vero? Ok, a più tardi.»
«Ma non ci vai a dormire?»
«Finché non torni a casa, no.»
«Potrei abituarmi...»
«E chi ti dice di non farlo?»
«A dopo, Mamo-chan.»

Era da un po’ che volevo leggere questa storia, addirittura da quando ha esordito nella versione YouFeel Rizzoli, ma sono contenta di aver aspettato perché la versione precedente non avrebbe reso giustizia alla storia stessa. Adoro questo modo di scrivere della D’Ascani, con una protagonista terra terra che potrebbe benissimo essere la tua vicina di casa; quella che preferisce impiegare il proprio tempo libero in una super maratona di Supernatural e alla quali fai la cortesia di ritirare i pacchi che arrivano da Amazon perché rincasa sempre troppo tardi. Pacchi che ovviamente contengono manga e anime di ogni tipo, e basta poco per tornare a fare un salto nel passato, quando inventavi le più assurde scuse per restare a casa e non andare a scuola perché, ammettiamolo, era più utile aspettare di vedere come sarebbe finita la partita di pallavolo di Mila&Shiro, o se Benji sarebbe riuscito a parare il tiro speciale di Holly. Ma più di tutto… chi non si è mai immedesimato nelle guerriere Sailor? C’è chi lo ammette senza problemi e chi mente, perché la verità è che ci siamo sentite un po’ paladine della giustizia, soprattutto dopo la lettura di questo romanzo, e avrei tanto voluto un Emiliano in carne e ossa solo per prendere a calci quel culo flaccido che si ritrova.
Ok, sto delirando, ma questo è l’effetto D’Ascani. Quindi cosa volete sentirvi dire su questo romanzo? I capitoli non sono tanti e giuro che sono talmente scorrevoli che arriverete alla fine della lettura senza nemmeno rendervene conto. I personaggi creati non sono nulla fuori dal comune, anzi tutt’altro, sono persone semplici che si innamorano in modo semplice; che hanno le loro paure, i loro momenti di debolezza, le loro manie/passioni/hobby, e ci fanno ricordare che le cose belle accadono perché sono semplici, ma soprattutto bisogna essere se stessi sempre, non diventare quello che gli altri vogliono che noi siamo.

«Ti svelo un segreto...» gli sussurrò lei, avvicinandosi un po’ di più. «Io ho sempre sognato di essere Sailor Moon. Ti pare che se incontro Tuxedo Kamen torno indietro?»

Volete sapere se è la lettura giusta per quest’estate? Assolutamente sì! Troverete tante risate, un forte senso dell’amicizia che va al di là di qualsiasi malattia mentale, ma cosa ancora più importante, riscoprirete la passione per quelli che noi abbiamo sempre definito cartoni, ma che alla fine sono sempre stati insegnamenti di vita (questo è quello che quel poco di televisione che guardo dovrebbe fare). Ho terminato la lettura di questo romanzo, anzi dovrei dire che l’ho letteralmente divorato, e non mi succedeva da un po’, con il sorriso sulle labbra e un’irrefrenabile voglia di un super rewatch di Sailor Moon.
Che aspettate? L’avete acquistato? Sennò toccherà punirvi… in nome della Luna!



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