Appena ho visto il post della Triskell Edizioni su Instagram, il mio cuore ha sussurrato: “Non farti sfuggire questo romantasy”. Non ho perso tempo: ho contattato chi di dovere perché scrivesse alla CE e, sorpresa, a fine agosto la copia ARC era già sul mio Kindle. Ovviamente ho iniziato subito la lettura, divorandolo.
All’inizio ammetto di essere stata un po’ titubante: il POV unico e le prime righe un po’ lente mi avevano fatto storcere il naso. Ma con l’arrivo di Nori l’attenzione si accende e tutto diventa molto più coinvolgente.
Ilara è una mancante: una fae senza ali e senza magia, con capelli neri invece che bianco-argento. Da bambina è sempre stata considerata debole e vittima di bullismo per queste sue “anomalie”. Da adulta ha imparato a convivere con la sua diversità, anche se il disprezzo di qualcuno — come il viscido Vorl — continua a pesarle. La sua vita cambia radicalmente quando perde fratello e genitori, uccisi dal Principe della Corte d’Inverno. Rimasta sola con la sorella maggiore, deve lottare per sopravvivere in un contesto in cui anche il cibo scarseggia.
È in questo scenario che Norivun la nota e le ordina di seguirlo. Lei non ha molta scelta, ma non si lascia certo sottomettere: Ilara è determinata a sfidare quel bruto a ogni occasione. Eppure, l’atteggiamento del principe nei suoi confronti non è sempre quello di un rapitore: spesso i suoi sguardi e le sue attenzioni rivelano un desiderio intenso, come se la considerasse sua, la sua compagna. Io ho adorato questi momenti, anche se Ilara, giustamente, li guarda con occhio critico a causa della crudeltà di cui lui è capace.
A un certo punto i due sono costretti a stipulare un patto. Non è però solo un modo per Norivun di legare Ilara a sé: la ragazza possiede un dono unico, la capacità di ridare vita a ciò che da tempo si è spento.
È un vero peccato che di questa serie, del libro e dell’autrice non si parli abbastanza: secondo me merita assolutamente più attenzione. La storia mescola dolore, forza e romanticismo, popolata da personaggi fantasy affascinanti. In particolare il MMC, moralmente grigio e spietato, pronto a uccidere senza scrupoli — proprio come ha fatto con la famiglia di Ilara. Lei non lo perdonerà mai, e continua a rinfacciarglielo in più occasioni: un elemento realistico, ma che a lungo andare mi è sembrato un po’ ripetitivo (l’unica nota negativa che sento di sottolineare).
Infine, la mancanza di scene intime non mi ha pesato: la tensione e il legame tra i protagonisti sono comunque ben resi e non ho sentito il bisogno di altro.
Nessun commento:
Posta un commento