lunedì 11 gennaio 2016

SCARLATTO VENEZIANO di Maria Luisa Minarelli


Un giallo storico avvincente, scritto con eleganza e accuratezza.Venezia, 1752. In una gelida notte di dicembre, un uomo viene trovato morto in una piccola calle, strangolato. È il primo di una serie di omicidi che coinvolge l’avogadore Marco Pisani, alto magistrato della Serenissima. Scrupoloso, idealista e passionale, Pisani è un illuminista romantico, in anticipo sui tempi, consapevole che legge e giustizia non sempre coincidono. Ama disperatamente la sua città eppure ne avverte l’inarrestabile decadenza. È fatale perciò che nel corso delle indagini arrivi a scoperchiare il lato in ombra di una società preda di conflitti familiari, vizi, pettegolezzi crudeli. Aiutato dall’avvocato e amico Zen, dallo spregiudicato gondoliere Nani e da Chiara Renier, bella, indipendente e con un dono speciale, Marco Pisani si muove tra le fabbriche e i bacini dell’Arsenale, il mondo delle spie e dei mercanti orientali, gli uffici e le carceri di Palazzo Ducale, le sale da gioco, le botteghe, le osterie della città, i segreti racchiusi nei palazzi nobiliari e nelle ville delle incantevoli campagne del Brenta. Fino a giungere alla verità, amara e inaspettata.





Nel primo morto ammazzato andò a inciampare per sua disgrazia il giovane Tommaso Grassino detto Maso. Stava declinando una gelida notte dei primi di dicembre, una di quelle notti veneziane in cui l’acqua dei canali sembra sublimarsi in goccioline e vagare per le calli a intridere gli abiti dei passanti. Ancora col buio, Maso aveva lasciato con rincrescimento il letto tiepido nella casa dei genitori dietro campo San Polo; con le mani in tasca stava percorrendo nella semioscurità la ruga del Ravano per raggiungere il ponte di Rialto.

Venezia, magica e misteriosa, città di grande cultura e tradizioni secolari. Tra le sue calli hanno camminato grandi pittori, musicisti, artisti di ogni genere. Lungo il Canal Grande scendono le gondole abbigliate con i colori delle grandi casate storiche, se aguzzate l’udito, sedute alla vostra postazione preferita davanti al caffè Florian, potete sentire in lontananza il canto o le urla dei gondolieri, che si fanno largo spingendo sui remi. Si sa che a Venezia nel 1752 non esistevano semafori e se e per questo non ci sono neppure ora, certo non sul Canal Grande. Le urla servivano a farsi largo tra le barche, avvolte dalle nebbie invernali, senza finire in pasto ai pesci.

Sorseggiate con calma il Vostro caffè, mentre la storia magistralmente scritta da Maria Luisa Minarelli si svolge sotto i Vostri occhi. Tassello su tassello il mistero del morto ammazzato rinvenuto per caso dal povero Maso, apprendista presso un prestigioso laboratorio di tessitura, si dipana per poi riavvolgersi aggiungendo mistero al mistero. Maso viene trovato appresso al cadavere di un Barnabotto, strangolato con una strana corda. Portato in prigione, fortuna vuole che ad occuparsi di lui sia l’avogadore Marco Pisani.

Figlio secondogenito di una famiglia Patrizia, Marco è un uomo intelligente, di bell’aspetto, ma
soprattutto integerrimo e al di sopra degli intrighi politici che caratterizzarono quei periodi scapestrati. Vedovo, la moglie è morta di parto insieme al figlioletto ormai da dodici anni, l’avogadore crede nella giustizia e sa inquadrare alla perfezione le persone con cui si trova a contatto. Capisce subito che Maso non può essere l’autore di quel delitto. Forte dei poteri del suo incarico, fate conto che gli avogadori erano più o meno gli antenati dei nostri pubblici ministeri, si mette subito sulle indagini avvalendosi della collaborazione di alcuni amici fidati. L’avvocato Daniele Zen, suo amico da sempre, Nino il gondoliere e alcuni altri. Tutti personaggi ben tratteggiati e perfettamente corrispondenti ai dettami dell’epoca in cui vivono.
Il giovane era convinto che a Venezia l’eleganza fosse un dovere civico. Mentre dava di remo con energia considerava che nessun patrizio sarebbe mai uscito di casa senza la parrucca. Nessuno tranne il suo padrone, che si ostinava ad andare in giro con i capelli al vento. Bei capelli castani, certo, e sempre raccolti in ordine. E i vestiti di buona qualità, ma austeri come quelli di un notaio. Anche se bastava guardarlo: con quel portamento elegante e quegli occhi penetranti, l’aristocrazia gli si leggeva in faccia.
E la vedete laggiù, quella giovane donna i cui riccioli biondi spuntano dal cappellino vezzoso? Attraversa la piazza a passo svelto, gli occhi di cielo brillano illuminati dalla luce del sole, la gonna dell’abito finemente tessuto e ricamato, svolazza attorno alle caviglie sottili: è Chiara Renier. Sta tornando al laboratorio tessile di sua proprietà, dopo essersi recata alle Procuratie Vecchie per parlare con l’avogadore che ha preso in carico il caso di Maso, il suo apprendista più giovane. È leggermente turbata, il bel Marco le ha lasciato addosso una certa irrequietezza, la stessa che turba anche lui, mentre riflette sulle implicazioni del caso.

«Eccellenza, mi scusi se la disturbo» esordì inchinandosi leggermente. «Sono Chiara Renier, la maestra di quel ragazzo che avete arrestato, Tommaso Grassino.» Un’ombra di preoccupazione le scese sul viso armonioso. «Vorrei sapere che cosa gli succederà, come posso aiutarlo. Sono sicura che è innocente, lo conosco bene ed è il migliore dei miei apprendisti; deve esserci stato un errore. I suoi genitori sono in uno stato…» Marco era rimasto immobile, a bocca aperta, un’espressione stupita sul viso; temeva di inciampare nella toga se si fosse precipitato a fare accomodare la donna. Maledisse in cuor suo il parruccone, si sentiva ridicolo di fronte a tanta grazia. Infine si riscosse, accennò un sorriso.



Chiara e Marco si piacciono da subito e, senza nemmeno rendersene  conto, s’incamminano
parallelamente sulla via dell’amore. Ogni volta che i loro passi s’incrociano, il sentimento cresce. Chiara è una donna particolare, intelligente, moderna. O meglio: ricordo di aver pensato, leggendo di lei, che avesse uno spirito moderno racchiuso in un corpo che vive nel passato. Custodisce amorevolmente  le sue capacità extrasensoriali e ne fa buon uso, sempre pronta a dispensare aiuto a chi ne ha bisogno, anche sotto forma  di antichi rimedi farmaceutici: un arte appresa dalla nonna e che si tramanda di femmina in femmina nella sua famiglia. L’aiuto di Chiara, di Daniele e del fidato gondoliere Nino  sono indispensabili a Marco per venire a capo di un intrico che si fa sempre più complicato. Quando sembra che lo sbocco sia quello giusto, ecco che un nuovo elemento arriva ad abbattere il castello di certezze del bel avogadore.

Marco avvolse Chiara nel suo mantello e la trascinò all’ombra di un androne che si apriva nelle Procuratie Vecchie. Cominciò a baciarla. Lei rispose. Si avvinghiarono stretti. Le mani di lui la accarezzavano.«Vuoi…?» la voce di Marco era roca.

Un giallo storico piacevolissimo, scorrevole nella lettura, accurato nelle ricostruzioni e nella caratterizzazione dei protagonisti, nel quale, come piccoli cammei, fanno la loro comparsa anche personaggi del calibro del Goldoni e del Tiepolo, un intrigo appassionante e delicato che vi terrà incollati alle pagine sino alla parola fine. Non mancano deliziose descrizioni di usi e costumi della Venezia antica che mi hanno strappato più di un sorriso e c'è l'accenno a un amore segreto dell'avvocato Zen. Chissà che l'autrice non stia pensando a regalarci un seguito.

E mentre il cielo si arrossa a ponente, alzatevi dal vostro tavolino di fronte al caffè Florian, attraversate con calma Piazza San Marco e scendete all’approdo delle barche. Fatevi cullare dallo sciabordio dei remi che affondano nell’acqua spingendo la gondola sempre più all’interno delle pagine Di Scarlatto Veneziano.
Buona lettura.


Giornalista e scrittrice, Maria Luisa Minarelli è nata a Bologna dove si è laureata in Storia. Ha collaborato con periodici come Storia illustrata e Historia e si è occupata di salute, bellezza e turismo. Nel 1989 ha scritto Donne di denari (Olivares), un saggio sull’imprenditorialità femminile attraverso i secoli, anche tradotto in Germania. Nel 1992 ha pubblicato A tavola con la storia (Sansoni), che mette a confronto la civiltà di vari tempi e paesi con le tradizioni gastronomiche. Nel 2008 è uscito il thriller La donna dal quadrifoglio. Vive a Milano con il marito e spesso soggiorna a Venezia, città di cui è sempre stata innamorata e dove ha una casa. Le piace viaggiare e le sue passioni sono l’arte e l’antiquariato. È una divoratrice di libri che legge soprattutto di notte e non può vivere se non ha intorno i suoi gatti e molte piante, che coltiva personalmente.



1 commento: