Harrison Duke, fascino selvaggio e pessimo carattere, è un ex scrittore di successo. Il burrascoso divorzio da una vanesia diva di Hollywood, il flop del suo ultimo romanzo e un pericoloso attaccamento alla bottiglia lo hanno spinto a rifugiarsi in una baita sperduta fra le montagne del Wyoming.
Tormentato da un triste segreto e in cerca di una nuova dimensione, Harrison vive in solitudine, lavora duramente ed evita ogni contatto umano, specie femminile. Tornare a scrivere è fuori discussione ma un giorno il suo ex agente gli propone di concedere un’intervista a Leo Tucker, giovane giornalista di talento, e Harrison a malincuore accetta. Salvo pentirsene non appena realizza che Leo è diminutivo di Leonora.
Quello che avrebbe dovuto essere un breve incontro si prolunga inaspettatamente, e i due sono costretti a condividere per giorni la spartana baita, isolati dal mondo, con effetti disastrosi.
Non è facile sopportarsi quando si è più che determinati a odiarsi. Ma cosa potrebbe succedere se la convivenza forzata si rivelasse più piacevole del previsto?
Leo questo lo sa fin troppo bene, eppure quando le si presenta l'occasione di conoscere più da vicino l'uomo che più le ha condizionato la vita, lo stesso che con le sue opere l'ha accompagnata negli anni più duri della sua giovane vita, divenendone un punto fermo in un mare di incertezze e solitudine.
Che cosa l'ha spinto però a scomparire dal mondo?
Questa è una cosa che è intenzionata a scoprire, senza aver minimamente idea di cosa si celi nell'eremo più disperso del Wyoming.
Alto, snello, capelli color miele e occhi blu: un angelo sarebbe stato meno perfetto di così. La sua scrittura, invece, era sporca, ruvida, brutalmente sincera, cattiva e politically incorrect.
La vita non è stata gentile con lo scrittore Harrison, è stata come una discesa così brusca che quando ha toccato il fondo non è riuscito a rialzarsi. Non subito almeno.
Ha procrastinato e poi, lentamente, si è rimesso in piedi, vestendo la corazza dell'uomo solitario con l'atteggiamento da orso, vivendo la sua vita con uno scopo ben preciso: rifuggire dal contatto col mondo, da quello stesso che così profondamente l'ha ferito, e soprattutto rifuggire dalle donne. Uno sbaglio l'ha cambiato e non esiste che ci ricaschi.
Quando il suo agente gli rifila un'intervista, la sua gioia non è tanta, ma quando si immaginava un Leo e si ritrova una Leonidas ...La situazione non si svolge proprio al migliore dei modi, tanto è che quella che prima si prospettava un'intervista breve e indolore, si trasforma prima in un soccorso, poi in una convivenza forzata.
Non il massimo per Harrison, abituato a vivere nella sua solitudine, dentro la sua baita rustica con la sola compagnia dei suoi animali.
Qualsiasi uomo, per la troppa solitudine, ne sarebbe uscito piegato, se non spezzato.
Lui no.
Lui si è crogiolato in quella solitudine, ravvivando la sua rabbia nei confronti del mondo, traendo forza da quei sentimenti negativi che fanno a gara dentro di lui. Nemmeno si pone più il dilemma della civiltà e regole della buona educazione, e Leonidas lo scoprirà proprio sulla sua pelle, trovandosi poi a dover sovrapporre l'immagine dell'uomo che l'ha salvata in modi che nemmeno immagina, con quella dell'uomo ferito, piegato, ma mai spezzato.
«Se rimango qui non posso fare a meno di odiarti, e se ti odio non riuscirò più a leggere i tuoi romanzi, e se non riuscirò più a leggerli, non so che fine farò. Le tue storie, i tuoi personaggi mi hanno tenuto a galla in momenti terribili, in cui stavo per annegare. Se li perdo, se ti perdo, cosa mi rimane?»
Una convivenza non facile, ma che porterà i due a ritornare non solo sui loro passi, ma a scoprire che a volte dietro a tante sofferenze, dietro tanti modi bruschi, dietro tante, troppe cose, ci sono due anime più affini di quanto vogliano ammettere.
«I cavalli non sorridono.» «Tutti sorridono, se hanno un motivo per farlo.» «Tu hai un motivo per farlo?»
Ogni volta che sono solo con te di Amabile Giusti è un'opera che, per alcuni tratti, si discosta completamente dai precedenti romanzi contemporanei scritti dall'autrice. Il linguaggio di Harrison in particolare si discosta nettamente dai precedenti, quasi a voler portare alla massima potenza l'espressione non solo di Marcus, ma anche di Duke. Gli atteggiamenti dei protagonisti, in quest'opera, son talmente vicini al lettore che è impossibile non vederne l'umanità dietro ogni loro singolo gesto, carpirne le sfumature grazie ai pov alterni.
Come definire Ogni volta che sono solo con te in poche parole? Un viaggio non solo letterale (quella baita sperduta nel Wyoming che per raggiungerla Leo ha dovuto pregare la buona sorte) ma anche metaforico nell'anima dei personaggi, attraverso i loro dolori, le loro sofferenze, ma anche attraverso le loro rivalse.
Statene certe, le rivalse ci saranno eccome.
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