giovedì 19 aprile 2018

Mai un eroe di Marie Sexton



Tutti quanti si meritano un eroe.

Owen Meade ha un disperato bisogno di un eroe. Cresciuto da una madre che lo ha fatto vergognare della sua balbuzie, del suo orientamento sessuale e del suo braccio congenitamente amputato, Owen vive come un eremita nel suo appartamento di Tucker Spings. Ma poi, Nick Reynolds - veterinario prestante - si trasferisce al piano di sotto.
Nick è sexy e sicuro di sé e fa sentire Owen bene con se stesso, come mai nessuno prima. Inoltre, gli presenta quel fuoco d'artificio della sua sorellina, che è nata con un'amputazione congenita simile alla sua, ma che non ha mai permesso alla cosa di metterle i bastoni fra le ruote. Quando la ragazza iscrive se stessa e Owen a un corso di pianoforte, esigendo di suonare insieme a lui in un recital, Owen non riesce a dirle di no. Soprattutto perché questo gli fornisce una buona scusa per passare più tempo con Nick.
Owen sa di essersi preso una bella cotta per il suo vicino ma, ogni volta che si avvicina a lui, inesplicabilmente, Nick si tira indietro. Costretto a scontrarsi con il disprezzo di sua madre e con i segreti di Nick, ben presto Owen capisce che, invece di aspettare un eroe, è il suo momento per diventarne uno. Per se stesso e per Nick.
La palla torna a Marie Sexton per questa quinta storia ambientata nella cittadina di Tucker Springs. Alcuni dei protagonisti dei capitoli precedenti li vediamo apparire per dei brevi camei ed è un po’ come incontrare nuovamente vecchi amici. Nick, uno dei due protagonisti, avevamo già avuto modo di conoscerlo in “Un’occasione di seconda mano” essendo il datore di lavoro, e poi amico, di Paul.

Il protagonista e voce narrante è Owen, un giovane che vive quasi da recluso per via dei complessi che ha legati alla malformazione genetica che l’ha fatto nascere senza il braccio sinistro. La madre, invece che sostenerlo, l’ha sempre trattato male acuendo il suo disagio e provocandogli grosso stress psicologico. Oltre al fatto che non dovrebbero esistere genitori simili, la forza che dimostra Owen nell’affrontare le proprie paure ed il proprio disagio è ammirevole e, a volte, commovente. L’incontro con Nick e la gentilezza e naturalezza con cui questi lo tratta, aiutano sicuramente Owen a trovare l’input necessario per uscire dalla gabbia in cui si era auto-recluso.
Nick, dal canto suo, in apparenza è il classico ragazzo bello e sicuro di sé, ma si fa presto a capire quanto sia soprattutto il suo cuore grande ad essere la parte davvero bella di lui. Non posso dire molto in merito a lui se no andrei a svelare troppo della trama rubando al lettore l’emozione di scoprire da sé ciò che rende Nick così spaventato dal lasciare libro sfogo alla sua attrazione per Owen.
Si tratta di due uomini che, per motivi molto diversi, si sono preclusi la felicità di un rapporto d’amore, ma che finalmente trovano l’uno nell’altro lo sprone per andare al di là delle proprie paure e darsi una possibilità.
Una lettura scorrevole ed emozionante che affronta anche temi delicati come la sindrome da banda amniotica di Owen ed il relativo disagio sociale che gli ha procurato. Una storia non solo d’amore, ma anche di rinascita dove due uomini semplici trovano l’uno nell’altro il proprio eroe.


Era una gioia che andava oltre quella fisica. Un calore che mi riempiva dall’interno. Era credere di essere normale e sapere di essere desiderato. La ritrovata speranza che la mia vita potesse davvero essere di più.
Ma soprattutto, era Nick: le sue mani sui miei fianchi, il suo peso sul mio corpo, i suoi capelli aggrovigliati fra le mie dita. Era dargli la mia fiducia. Sentirmi al sicuro, amato e completamente in pace con l’uomo che, con tanta rapidità, era diventato il mio eroe.


Lo amavo. Amavo il suo sorriso, il suo modo di scherzare e di voler bene a sua madre. Amavo tutto di lui, della sua famiglia e di quella giornata. Mi sentivo a casa. In pace. Del tutto completo, amato e accettato.
Ma non riuscii a dirlo. Non riuscii a metterlo in parole.


Ero distrutto e volevo che lui mi aiutasse a rimettere insieme i pezzi. Volevo che sentisse la mia disperazione.
Che sapesse quanto bisogno avevo di lui e che accettasse il fatto che anche lui aveva bisogno di me. Perché era così. Che fosse pronto ad ammetterlo oppure no, sapevo nel mio cuore che io colmavo un vuoto nella sua vita, proprio come lui nella mia.

Marie Sexton vive in Colorado. È una fan di qualsiasi cosa preveda uomini giovani e muscolosi che si ammucchiano l’uno sull’altro. In particolare, ama i Denver Broncos e andare alle partite con suo marito.
Spesso la accompagnano i suoi amici immaginari. Marie ha una figlia, due gatti e un cane, tutti uniti nel distruggere quello che resta della sua sanità mentale. Lei li ama lo stesso. Potete trovare Marie on line all’indirizzo: http://mariesexton.net


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