Thanatos
sorrise in modo lascivo; sollevò una mano dalle unghie simili ad artigli e
accarezzò il viso di Mephisto, tracciando solchi sanguinanti sulla sua guancia.
Dalla bocca della donna emerse una lingua lunga e biforcuta che serpeggiò fino al
viso dell’uomo per leccarne il sangue che colava dai tagli.
Mephisto
restò immobile, tenendo lo sguardo inchiodato in quello della donna; non
avrebbe mostrato alcun cedimento. Doveva dimostrare di non aver paura di lei, se
voleva ottenere il suo aiuto.
«Cosa ti
fa pensare che accetti di collaborare con te, stregone?» disse Thanatos
allontanandosi da lui.
«Hai
percepito la mia magia? Allora sai che posso farcela!»
La donna
alzò un sopracciglio, continuando a sorridere.
«Sono
l’unico chiuso qua dentro a conoscere l’incantesimo che ha sigillato l’Aldilà.»
A quelle
parole Thanatos cambiò; abbandonò il sorriso voluttuoso che aveva avuto fino a
quel momento per assumere un’espressione dura, determinata. Come un fulmine,
agguantò Mephisto per la gola e lo sollevò da terra come fosse stato un pupazzo.
Zuk mugolò per la paura.
«Sappi,
stregone, che se stai mentendo prima o poi lo scoprirò, e ti farò morire lentamente
e fra indicibili dolori!» disse Thanatos con voce raggelante prima di scagliare
l’uomo a terra.
Mentre
Mephisto si stava ancora riprendendo dalla caduta, la donna gli fu addosso.
Il guaritore scoppiò a ridere. «Sei
troppo grande per credere a queste favole. Se davvero esistesse Or sarebbe
intervenuto da un pezzo, invece questo mondo è sempre avvolto nel buio della
notte. Sempre più disperati si inginocchiano davanti ad Abaddon e supplicano
pur di diventare Abaddoniti.» Scosse la testa con un broncio contrariato. «No,
gli Splendenti sono fanatici che rifilano idiozie, a cui nemmeno loro credono.
Fuggono, come chiunque altro. Sono disperati, si nascondono. Dov’è Or mentre i
suoi discepoli vengono fatti a pezzi sulle mura di Abaddar? Dov’è Or mentre noi
patiamo il buio, nel tentativo di sopravvivere fino a quelle poche ore diurne,
le uniche che uccidono tenebre e Oscuri? Dov’è Or mentre i nostri figli, le
nostre mogli e i nostri genitori vengono violentati, derubati, torturati,
aggrediti, ammazzati? Or non esiste. Dubito che persino Abaddon esista. Io dico
che tutto questo male, questa oscurità, non esca altro che da noi. Noi siamo la
fonte di tutto… magari un giorno, se dovessimo estinguerci, sarà la cosa
migliore.»
Lui esitò qualche secondo, in preda
aldubbio, poi azzardò. Le portò la mano dietro il collo e con delicatezza
l’avvicinò a sé.Poco prima di baciarla esitò per guardarla dritta negli occhi,
lei non dissentì, cosìpoggiò le labbra sulle sue. Si baciarono, dapprima con
impaccio, poi con trasporto.
Al termine, Rauor le accarezzò il viso
prima di sorridere incredulo. Parve sollevato daun dubbio che lo attanagliava
da anni.
«Scemo, che cos’hai da sorridere?»
punzecchiò lei con dolcezza.
«Pensavo mi prendessi a schiaffi…»
«Posso ancora farlo!» rispose con un
sorriso.
Gli aveva permesso di baciarla, eppure
Luce non sapeva il perché. Dentro di séstava vivendo una vera e propria
tempesta confusionale. Non riusciva a capire secontraccambiava i sentimenti
dell’uomo, se era dettata dalla paura di perderlo, o daltimore di recargli
l’ennesima ferita, forse peggiore di tutte le altre. Non sapevatrovare una
risposta chiara, magari era un po’ tutto insieme, oppure aveva bisognodi tempo
per elaborare bene la questione. L’unica cosa di cui fu certa era di nonessere
sicura di nulla.
Non vi è oscurità peggiore di quella
celata nel cuore dell’uomo. In esso si nascondono i pericoli più insidiosi,
scrutarvi vuol dire essere scrutati di rimando. In esso emerge, tra le più
torbide bramosie, la più limpida verità: non vi è nemico peggiore di se stessi.
Per questa ragione qualunque uomo è
portatore del mio seme, custode del mio potere. Tutti sono figli miei, adottati
come mia prediletta progenie, poiché perseguitori della perdizione.
Ovunque si accenda un barlume di
speranza, sovrastano legioni di tenebre; ovunque scintilli un pizzico di gioia,
dilaga il terrore; ovunque si propongano le virtù, i vizi travolgono; ovunque
ci sia qualcosa di nascosto, io trionfo. Non vi è sole in questo cielo, non vi
è luce per questo mondo. Non vi è speranza alcuna nel cuore dell’uomo, se non
desideri oscuri partoriti da menti corrotte.
Larga è la via della perdizione,
accomodanti i suoi sentieri, persuasivi i suoi sussurri, lussuriosi i suoi
tocchi, dolci i suoi sapori, appaganti le sue retribuzioni, esaltanti i suoi
impeti, lusinghevoli i suoi sguardi.
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