Che cos’è la normalità? Marco se lo chiede ogni giorno, combattendo i fantasmi del passato e quelli del presente. Un uomo, un vero uomo, non si farebbe abbattere così facilmente dalle difficoltà, non farebbe soffrire le persone a cui è legato, invece lui non è capace di farlo, nasconde la verità, cela il fatto di provare attrazione per gli uomini, perché, sì, un vero uomo dovrebbe volere una famiglia, vita e abitudini normali, non essere una delusione anche per se stesso. Michele invece infrange tutto ciò che Marco ha sempre cercato di combattere, lo fa sentire virile, vivo, è il suo tutto, ma questo sembra non bastare per ridargli indietro ciò che lui più cerca.
Volume 2.5 della serie How to disappear completely firmata Elle Eloise, questa volta, sotto i riflettori c'è la storia di Marco, il fratello di Paolo.
C'è chi nasce avendo la fortuna di capitare in una famiglia serena e chi, invece, deve non solo combattere per avere il proprio spazio nel mondo, ma anche nella sua stessa famiglia, dove troppo spesso gli sguardi colmi d'affetto son sostituiti da sguardi di scherno e sogghigni, per non dire altro.
Marco è proprio cresciuto in questo clima, dove ogni notte gli incubi che per i bambini sono frutto solo della loro fantasia, per lui prendevano le sembianze di una persona che avrebbe dovuto amarlo e accettarlo, e non trattarlo come ha sempre fatto.
Ma oggi è la prima volta che mi vedo più forte di mio fratello.
In ogni caso, so bene che non significa niente: vedersi è una cosa, esserlo è un’altra.
La roccia nella sua vita è sempre stato suo fratello, il cavaliere senza macchia e senza paura, quello che risolveva ogni problema, e ora che questa roccia si sta poco a poco sbriciolando, tocca a lui crescere, fingersi, come ha sempre fatto per timore di sembrare meno uomo, più imperfetto di quanto già lui non si creda. Come se la perfezione, per l'uomo, potesse esistere.
E sarà proprio lì che entrerà in gioco Michele, l'uomo capace di distruggere ogni sua certezza, facendolo venire a patti con ciò che lui è, ad accettarsi e forse a iniziare ad amarsi.
Ogni passo compiuto verso il ragazzo, passi che possono essere infinitamente piccoli per Michele, per Marco son infinitamente lunghi perché, in fondo in fondo, sa che il percorso che ha intrapreso potrà sembrare per alcuni estremamente facile, ma per lui risulta essere qualcosa di complicato, doloroso, sofferto.
Si accontenta di ciò che posso dargli, ed è più di quanto credevo possibile fino a due mesi fa. Lui non ha la minima idea dei passi che ho fatto verso di lui.
Brucia l'inverno, questo il titolo della novella, più che un romance è la storia di un'accettazione, di un percorso verso il volersi bene, di una vita che fatica, paradossalmente, a rimanere viva ogni volta che si sente in dovere di rinunciare a un pezzo di se stessa per compiacere il prossimo.
La voce narrante per tutta l'opera sarà quella di Marco che pare quasi rivolgersi, con ogni suo pensiero, al lettore, rendendolo partecipe di ogni suo tormento, di ogni sua indecisione ma, soprattutto, di ogni sua sconfitta.
Eppure, in mezzo a questo mare di negatività, arriverà il momento anche per lui di trovare il riscatto non nei confronti del mondo, ma nei confronti di se stesso, decidendo finalmente di essere quello che ogni fibra del suo corpo gli urlava già da tempo.
PS, non sarebbe un blogtour se non ci fosse anche qualcosa in più ad accompagnare questa recensione e, in questa tappa, trovate l'intervista ai personaggi dell'opera da parte delle cosmo girls.
Baci!
PPS, potrebbero esserci spoiler.
Senza il potrebbero, forse.
- Partiamo dalle basi, Michele e Marco. Se poteste descrivervi con tre aggettivi, come vi descrivereste?
Marco: immaturo; ribelle; dolce
Michele: consapevole; fragile e forte insieme
- Se pensate alla vostra storia, al vostro passato, c'è qualcosa che vorreste cambiare se tornaste indietro?
No, perché gli errori e le rotture hanno reso la nostra relazione più forte. Finché non si cade a terra non si è in grado di capire se ci si riesce a rialzare. È stato un grande insegnamento per noi, che ci ha resi più complici e uniti.
- Marco, questa è tutta per te a questo giro: è difficile al giorno d'oggi accettarsi, noi per primi, e poi uscire alla luce del giorno come se quelle consapevolezze che abbiamo maturato non avessero mai pesato. Hai mai invidiato questa capacità di Michele di mostrarsi a volte incurante per quelle cose che per il mondo non dovrebbero aver peso?
Michele non è nato così, la sua capacità di mostrarsi e di accettarsi sono dirette conseguenze della sua esperienza. Lui ha fatto più “gavetta” di me, nel bene e nel male, molte esperienze negative hanno forgiato un’anima fragile e forte insieme. Quando mi ha conosciuto credo abbia pensato: “ok, questo è il ragazzo con cui voglio rischiare il tutto e per tutto!”
- E del tuo rapporto con Vane, cosa ci diresti? Quando ti sei reso conto che per te fosse così indispensabile?
Vanessa è la mia anima gemella, è stata l’unica ragazza con cui ho voluto provare ad avere qualcosa di più di una semplice amicizia, l’unica di cui mi sia mai innamorato. Vanessa è casa mia, è la persona che forse conosco di più, dopo mia madre e mio fratello. Vanessa è la persona da cui voglio tornare quando le cose non vanno. Credo di rappresentare per lei la stessa cosa. Per questo ci siamo incontrati proprio nel momento in cui entrambi avevamo bisogno di “tornare a casa” almeno per un po’, di evitare i problemi, di mettere in stand by la vita che spesso scorre veloce anche quando noi vorremmo fermarci un attimo a riflettere. Ed è questo che abbiamo fatto, abbiamo messo in pausa le nostre vite per un po’ e siamo tornati ragazzini. Ma in ogni “ritorno a casa” arriva il momento in cui devi salutare e dire “è stato bello, un bellissimo sogno. Ma è tempo di aprire gli occhi sulla realtà.” La realtà era che io non ero più innamorato di lei, e lei non lo era di me, perché le nostre anime erano promesse a qualcun altro.
- E tu, invece, Michele... diamoci pure del tu, nessun problema, come ti vedi fra qualche anno?
Mi piace pensare che tra qualche anno io possa camminare per strada tenendo per mano il mio ragazzo senza attirare sguardi e commenti. Mi piace pensare che possa baciarlo su una panchina in un giardinetto senza rischiare di essere sbeffeggiati dai bulli di turno. Tra qualche anno vorrei che non ci fossero differenze tra due persone che stanno insieme, siano esse di sessi diversi o dello stesso sesso, perché sono solo questo: “persone”. In altri paesi è già così, vorrei che lo fosse anche in Italia. Per me sarebbero già dei passi in avanti.
- E per noi sognatrici, con chi ti vedresti?
Non riesco a pensare a un futuro in cui Marco non sia presente.
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