River Murphy, tenente dei Navy Seal, durante una missione in Afghanistan ha perso tutto.
Il suo mondo sembra essere andato completamente in frantumi.
Con l’intenzione di riformarla, i suoi superiori cercano un modo per mantenerla operativa e assecondare la sua testardaggine. Diventata temporaneamente guardiana di un faro, il suo unico compito consiste nel riattivare la struttura e prendersi cura di chi, a turno, arriva per scontare un periodo della propria pena. Convinta di essere vicina alla reintegrazione, svolge la sua mansione con il massimo della dedizione, fino a quando non le viene affidata un’ultima importante missione: tenere al sicuro un uomo minacciato dal cartello messicano.
Ismael José Romero Santos è una vera spina nel fianco: arrogante, sarcastico e fin troppo attraente.
Il suo arrivo al faro è destabilizzante quanto una tempesta, e River si sente di nuovo in balìa delle onde delle proprie emozioni.
Da quel giorno, niente è più lo stesso. Gli incubi tornano con prepotenza, e con essi la paura di non aver fatto abbastanza durante quella notte in cui ha perfino sperato di morire.
Opposti e identici, River e Santos si ritrovano coinvolti in una guerra tanto inevitabile quanto necessaria, fatta di baci rubati, ripensamenti, lacrime e cicatrici. E nella loro ultima notte, lui le insegnerà che la morte è solo un rito di passaggio, un ponte verso la vita stessa.
#prodottofornitodaHeartbeatEdizioni
Care Cosmo, oggi recensisco per voi Se questa è l'ultima notte di Avery J. Collins edito da Heartbeat Edizioni che ringrazio per la copia ARC, e in uscita a partire dallo scorso 4 aprile.
Come sempre, andiamo per gradi:
River Murphy è un tenente dei Navy Seal, dagli occhi color cioccolato e i capelli altrettanto scuri; una donna che porta sulle spalle il peso di una tragedia accaduta durante la sua ultima missione. Infatti, quella che doveva essere una semplice missione umanitaria della durata di un mese in Afghanistan si è trasformata in un vero e proprio inferno, durante il quale ha perso tutta la sua squadra.
Se questa è l’ultima notte, preferisco morire con la mia squadra che vivere altri giorni con il rimpianto di non averli potuti salvare.
Due anni dopo, River si ritrova a vivere sull’isola di Fymark, un angolo di mondo lontano da tutto, dove gestisce un faro e aiuta ragazzini che sono stati segnati dalla violenza e dal dolore con l’unico intento di raddrizzare le loro vite utilizzando anche e soprattutto le sue conoscenze militari.
Ismael Josè Romero Santos, messicano tatuato dagli occhi scuri, è un uomo che viene da un altro mondo, lontano sia geograficamente che emotivamente. Ismael è un ladro di macchine, costretto dal padre a vivere una vita da criminale, senza mai poter scegliere il proprio destino.
Me ne fotto di tutti i semafori rossi che ho bruciato, me ne fotto se gli sbirri dovessero risalire a me e sbattermi in prigione. Non so nemmeno se dopo questa notte riuscirò a vedere una nuova alba.
Tuttavia, la sua vita prende una piega decisiva quando diventa la chiave per smantellare il cartello di Sonora. Per proteggere sua sorella Dolores e sua madre dal pericolo, accetta di collaborare con la DEA, purché la sua famiglia resti al sicuro, e finisce per essere accolto al faro da River.
Quello che inizia come un incontro casuale, destinato a durare poco, si trasforma in una convivenza difficile. River è abituata a comandare, rigida e fredda come solo un militare sa essere, indurita ancor di più dagli eventi che le hanno spezzato il cuore due anni prima. Ismael, dal canto suo, non riesce a fare a meno di provocarla, tentando di fare breccia nell’austerità della donna che lo ha colpito immediatamente, pur non essendo il suo tipo.
Quello che più mi ha destabilizzata è stato il suo modo di guardarmi. Non lo ha fatto come se volesse saltarmi addosso e nemmeno con ribrezzo alla vista delle numerose cicatrici che segnano il mio corpo e testimoniano il mio fallimento.
River e Ismael non si aspettano nulla l'uno dall'altro, ma la vicinanza forzata diventa un terreno fertile per la crescita e la comprensione reciproca.
River è forte e determinata, ma anche incredibilmente fragile. La sua ultima missione le ha rubato la possibilità di vivere una vita normale e, nonostante il suo ruolo di leader e la sua forza apparente, ogni sua azione è segnata dall'ombra di quei terribili attimi in cui le bombe risuonavano nella sua testa e tutte le persone che aveva promesso di portare a casa muoiono intorno a lei. I suoi incubi e i suoi attacchi di stress post-traumatico la costringono spesso a vivere al limite, a rischio di distruggere sé stessa. La sua connessione con Argo, il suo pastore belga, è uno degli aspetti più umani e commoventi del libro.
Ismael, invece, è l’incarnazione di un uomo che non ha mai avuto il lusso di scegliere. Cresciuto in un ambiente di violenza e povertà, ha imparato presto a sopravvivere, spesso usando la criminalità come unico mezzo per ottenere ciò di cui aveva bisogno. Sebbene la sua vita sia intrisa di scelte difficili e discutibili, c'è un lato di lui che River inizia a scoprire, un lato che è più di un semplice ladro: è un uomo che ama profondamente la sua famiglia e farebbe qualsiasi cosa per proteggerla. Il suo viaggio verso una vita migliore non è facile…
Entrambi sono feriti, entrambi sono alla ricerca di redenzione, ma si salveranno a vicenda o annegheranno nelle acque che circondano il faro?
«Adoro questo fuego che ti avvolge quando ti incazzi, quando lasci che a comandarti sia l’istinto».
River e Ismael sono due facce della stessa medaglia: entrambi sono sopravvissuti a esperienze terribili, ma entrambi sono anche sulla via della guarigione. Mi è piaciuto molto il modo in cui la Collins da caratterizzato questi personaggi, utilizzando il PoV alternato, che mi ha permesso di conoscere entrambi intimamente. Le scene erotiche sono presenti, non troppo frequenti perché soprattutto all’inizio è tutto una provocazione e inconsapevoli attentati alla vita, ma allo stesso tempo questo libro mi ha fatto riflettere, piangere e sperare. Mi ha fatto sentire che, nonostante la durezza della vita, c’è sempre spazio per un piccolo spiraglio di luce, anche nelle situazioni più disperate. Inoltre, volevo aggiungere che anche io piango come una fontana quando mi capita di vedere i video dei soldati che tornano a casa e mi sono sentita sempre un po’ tonta per questo. Il fatto che anche la Collins lo faccia mi fa sentire meno sola!
In conclusione, care Cosmo, non capisco ancora perché state qui invece di andare a comprare questo libro!
Buona lettura!
Avery J. Collins è lo pseudonimo di una ragazza che vive in una città bagnata dal mare. Ha iniziato a scrivere quasi per gioco, pensando di trovarsi in una fase di ispirazione temporanea; tuttavia, ogni volta che fa una passeggiata con il suo cane, un nuovo personaggio prende vita e pretende di avere la propria storia. E così, piano piano, la scrittura è diventata fonte vitale per affrontare al meglio ogni giornata. Non riesce a rimanere ferma per più di due secondi, trova sempre qualcosa da fare, ma cerca di dedicare del tempo a sé stessa tutti i giorni, come leggere, abbozzare una nuova storia o praticare della sana attività fisica. Ama scrivere di donne forti e determinate che non hanno bisogno di essere salvate.
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