Che aspetto ha l'inferno? Innocenti scherzi si trasformano in giochi mortali, strane creature emergono dalle acque, i libri possono far male e niente è davvero come sembra. Avete il coraggio di attraversare il fiume infernale e scoprire cosa si cela sull'altra sponda?
Ho già avuto modo di confrontarmi con lo stile di scrittura della Guglielminetti, il suo vampiro Raistan è un tipo davvero tosto, ma quelli della serie RVH sono romanzi alquanto corposi ed ero molto curiosa di scoprire se sarebbe stata in grado di avvincermi anche con delle storie brevi.
Questo l’approccio col quale mi sono avvicinata ad “Acherontis” sono undici i racconti contenuti al suo interno, ma per incuriosirvi e darvi un’idea di ciò che troverete tra queste pagine ne ho scelti giusto due.
“La testa nel pallone” è il racconto di partenza del libro, ci si focalizza su di una coppia apparentemente normale, Iole e Vincenzo, marito e moglie oramai da ben quindici anni… che sopportano l’uno i difetti dell’altro, ma si sa la pazienza ha un limite e gli effetti collaterali non sempre sono prevedibili. Una storia dai toni cupi che parte in sordina, eppure si conclude col botto lasciandoti davvero disorientato.
“Lo zoo” da grande estimatrice della fantascienza quale sono, non potevo non citare nel mio commento questo racconto. Ho paura di spoilerarvi troppo il contenuto, ma posso almeno anticiparvi che ci sarà un rovesciamento delle due parti "alieno" VS "umano". E' riuscito davvero ad appassionarmi, tanto da desiderarne una versione decisamente più esauriente e particolareggiata.
Un plauso va all'immagine di copertina che riesce a sintetizzare con notevole precisione la drammaticità dell’Inferno perché – per chi non lo sapesse – l’Acheronte altro non è che uno dei quattro fiumi infernali descritti nell’Inferno dantesco, ma le sue origini trovano fondamento addirittura nella mitologia greca.
La frase che vi campeggia è tratta, invece, dall’Eneide di Virgilio, in latino suona così:
"Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo."
Ad essere del tutto sincera, mi aspettavo molto da questo libro.
Il rischio, quando si ha a che fare con una raccolta di racconti è quello di non riscontrarvi omogeneità nella qualità degli stessi. Diverse trame, differenti generi, alcuni più corti altri decisamente più lunghi, tuttavia si tratta certamente di racconti in grado di avvincere e svagare.
Sono slegati tra loro, perlopiù dalle sfumature horror ma sono intrisi di un orrore sottile, mai esplicitamente splatter.
La brevità però è un’arma a doppio taglio, sebbene renda il libro più scorrevole e da assaporarsi anche a piccole dosi, ne va a discapito la cura per i dettagli e per quei piccoli accorgimenti che rendono ancor più accattivante la lettura; scarna, ad esempio, ne risulta la caratterizzazione dei personaggi e dell’ambientazione.
È un libro brutto? Assolutamente no.
Trattasi di una raccolta leggibile con qualche guizzo brillante e originale che mi sento ugualmente di consigliarvi, ma che rimane piuttosto lontana dalle vere potenzialità della scrittrice, che so bene essere capacissima di padroneggiare storie ben più complesse.
Lucia Guglielminetti vive con la famiglia in un piccolo paese della provincia astigiana e insegna inglese nelle scuole medie.
Tra il 2012 e il 2016 pubblica i primi cinque volumi di RVH (Raistan Van Hoeck): Ascesa alle tenebre, Sette giorni per i lupi, Nel buio, Morte e vita, Sleeping Sun. Un sesto è in fase di scrittura.
Il racconto "L'ospite inatteso", da cui la saga prende il via, è stato tra i vincitori del concorso "Le ali della Fantasia 2010" ed è stato pubblicato in una raccolta, così come altri lavori della scrittrice.
Ama il cinema, le serie TV e scrittori che non fanno dormire la notte, come Stephen King.
Nessun commento:
Posta un commento