Kain Badd è fantastico… almeno sulla carta. È ricco, affascinante ed è persino un principe. Peccato che, dopo aver trascorso appena pochi minuti insieme a lui, Sammy sia già riuscita a capire chi sia veramente. E l’ha odiato. Arrogante, possessivo e maledettamente sicuro di sé. Se non avesse accettato di organizzare il matrimonio di sua sorella, sarebbe stato il classico tipo da evitare con cura. Invece, dopo aver trascorso la notte con lui ed essersi svegliata nel suo letto, non desidera altro che dimenticare. Peccato che Kain non sia affatto d’accordo. E poi, nel bel mezzo del matrimonio, una retata della polizia trascina tutti in carcere. Kain non ha solo una brutta reputazione, la sua famiglia è in un giro molto pericoloso. E adesso Sammy si trova invischiata in un gioco di potere più grande di lei. Controvoglia, dovrà mettere la sua vita nelle mani di Kain. E potrebbe essere la cosa più stupida che abbia mai fatto.
Attrazione /at:ra'tsjone/ s. f. [dal lat. attractio-onis, der. di attrahĕre "attrarre"]. - 1. a. [capacità di attrarre: esercitare una forte a. su qualcuno]
Fulminea, immediata, ecco come è stata quella tra Sammy e Kain.
Lui, l'uomo che tutte le donne paiono sognare, un attimo fra le sue braccia è quello che più desiderano. La sua fama lo precede, al punto che ormai gli basta un'occhiata per far capire alla ragazza di turno la scelta.
Nell'attimo in cui è entrato nel negozio di vestiti di Sammy subito ha capito di volerla, benché una cosa non si aspetta: che lei non abbia la minima idea di chi sia.
E che lo creda un arrogante, ma bellissimo, uomo. O bellissima canaglia, mettetela come volete.
Del suo impero lui e i suoi fratelli rappresentano dei principi, sangue "blu" gli scorre nelle vene.
E una cosa che accomuna tutti i reali ce l'hanno anche loro: il prendersi ciò che vogliono, quando vogliono e al diavolo le conseguenze. Non esiste un prezzo che non gli garantisca di ottenere quello che bramano.
Comprese le nozze di Francesca Badd, la gemella di Kain.
Lei desidera, loro comprano. E Ottengono.
Facile.
Da quando sua madre conta su Sammy per tirare avanti, lei non può fare a meno di cercare di darle il meglio, anche a costo di non dormire la notte, fare orari improbabili e tutto per finire il vestito di quella particolare cliente che, con un preavviso di circa... Due giorni? Necessita di un vestito.
Per quella paga, però, è disposta a far questo e altro.
Chiamatela testarda, chiamatela diretta, chiamatela come volete ma quando ha deciso di affrontare di petto quello che c'è fra lei e Kain non si aspettava altro che una notte e nessun rimpianto.
Le loro strade si sarebbero divise e...
...Non è stato così.
Senza nemmeno capire come si è ritrovata a preparare un buffet la sera prima delle nozze, vestire i panni della damigella d'onore e, dulcis in fundo, finire in carcere
Lei! Che nella vita ha sempre rigato dritto, fatto fronte a qualsiasi cosa la vita le mettesse davanti cercando di rialzarsi nel miglior modo possibile, per quanto a volte la caduta le spezzasse le ossa.
Metaforicamente parlando.
Da quella notte ha deciso di mettere una croce su quella pazza famiglia, una croce su tutto ciò che Kain poteva rappresentare per lei e anche sull'assegno che le dovevano. Doveva essere solo una notte la loro, ebbene, così sia.
Peccato una cosa: la protagonista non ha calcolato che ben presto le loro strade si incroceranno di nuovo e mai più di adesso avrà bisogno di lui, e della sua pazza famiglia, a guardarle le spalle.
Anche se questo significa rimaner confinata fra le mura di quella villa.
Una prigione non deve per forza avere le sembianze di un carcere per tarpare le ali di chi ci sta dentro.
Una linea si erge nella vita dei protagonisti: da una parte i bravi, dall'altra i cattivi.
E se questo confine non fosse così marcato? E se il concetto di cattivo, o non bravo, non fosse quello che tutti crediamo? In fondo chi meglio di noi sa quanto una parola possa avere milioni di sfumature.
Una cosa di sicuro la sappiamo noi, così come i nostri personaggi: c'è chi pensa di sapere da dove proviene e chi, invece, basa le proprie azioni sulle proprie radici.
Ma se il proprio passato non fosse quello che loro credono?
Il principe cattivo, primo volume della serie Bad Boy Royals, scritto da Nora Flite è un romanzo dove il dirty talking regna sovrano, in alcuni punti spumeggiante è dir poco perché se vi ricordate lo stile che l'autrice aveva in Hard Rock... ebbene, raddoppiatelo qui.
Pov alterni, perché la visione della situazione non può essere completa se non con entrambi i punti di vista, scene a dir poco compromettenti e quella sottile, ma non proprio, vena di oscuro che tanto attrae...
Non fatevi scioccare dall'ego a dir poco smisurato del nostro uomo, perché una cosa me l'ha insegnata in questo romanzo: esistono infiniti modi di tentare una persona e di questo, lui, è il re indiscusso.
Benvenuti nella famiglia Badd, una famiglia dove il concetto sangue blu non può essere più diverso e accattivante.
Del suo impero lui e i suoi fratelli rappresentano dei principi, sangue "blu" gli scorre nelle vene.
E una cosa che accomuna tutti i reali ce l'hanno anche loro: il prendersi ciò che vogliono, quando vogliono e al diavolo le conseguenze. Non esiste un prezzo che non gli garantisca di ottenere quello che bramano.
Comprese le nozze di Francesca Badd, la gemella di Kain.
Lei desidera, loro comprano. E Ottengono.
Facile.
«È così che facciamo le cose nella nostra famiglia. “Spontaneo e disorganizzato”
dovrebbe essere il nostro motto».
Da quando sua madre conta su Sammy per tirare avanti, lei non può fare a meno di cercare di darle il meglio, anche a costo di non dormire la notte, fare orari improbabili e tutto per finire il vestito di quella particolare cliente che, con un preavviso di circa... Due giorni? Necessita di un vestito.
Per quella paga, però, è disposta a far questo e altro.
Chiamatela testarda, chiamatela diretta, chiamatela come volete ma quando ha deciso di affrontare di petto quello che c'è fra lei e Kain non si aspettava altro che una notte e nessun rimpianto.
Le loro strade si sarebbero divise e...
Fissando lo champagne dorato, osservai le bollicine che scoppiavano.
Alcune galleggiavano fino in cima, altre aderivano al vetro come se cercassero di resistere al loro destino.
Quale ero io? Una guerriera… o una bollicina desiderosa di farsi scoppiare?
Mi portai il bicchiere alle labbra e presi un sorso.
Il sapore dello champagne non era mai stato così simile a quello del peccato.
...Non è stato così.
Senza nemmeno capire come si è ritrovata a preparare un buffet la sera prima delle nozze, vestire i panni della damigella d'onore e, dulcis in fundo, finire in carcere
Lei! Che nella vita ha sempre rigato dritto, fatto fronte a qualsiasi cosa la vita le mettesse davanti cercando di rialzarsi nel miglior modo possibile, per quanto a volte la caduta le spezzasse le ossa.
Metaforicamente parlando.
Da quella notte ha deciso di mettere una croce su quella pazza famiglia, una croce su tutto ciò che Kain poteva rappresentare per lei e anche sull'assegno che le dovevano. Doveva essere solo una notte la loro, ebbene, così sia.
Peccato una cosa: la protagonista non ha calcolato che ben presto le loro strade si incroceranno di nuovo e mai più di adesso avrà bisogno di lui, e della sua pazza famiglia, a guardarle le spalle.
Anche se questo significa rimaner confinata fra le mura di quella villa.
Una prigione non deve per forza avere le sembianze di un carcere per tarpare le ali di chi ci sta dentro.
Una linea si erge nella vita dei protagonisti: da una parte i bravi, dall'altra i cattivi.
E se questo confine non fosse così marcato? E se il concetto di cattivo, o non bravo, non fosse quello che tutti crediamo? In fondo chi meglio di noi sa quanto una parola possa avere milioni di sfumature.
Una cosa di sicuro la sappiamo noi, così come i nostri personaggi: c'è chi pensa di sapere da dove proviene e chi, invece, basa le proprie azioni sulle proprie radici.
Ma se il proprio passato non fosse quello che loro credono?
A Kain non gliene fregava un accidente che tutti vedessero cosa stava facendo.
Era un uomo con una missione.
La sua missione ero io.
Quello che accadde dopo… be’, siamo tornati all’inizio.
Il principe cattivo, primo volume della serie Bad Boy Royals, scritto da Nora Flite è un romanzo dove il dirty talking regna sovrano, in alcuni punti spumeggiante è dir poco perché se vi ricordate lo stile che l'autrice aveva in Hard Rock... ebbene, raddoppiatelo qui.
Pov alterni, perché la visione della situazione non può essere completa se non con entrambi i punti di vista, scene a dir poco compromettenti e quella sottile, ma non proprio, vena di oscuro che tanto attrae...
Non fatevi scioccare dall'ego a dir poco smisurato del nostro uomo, perché una cosa me l'ha insegnata in questo romanzo: esistono infiniti modi di tentare una persona e di questo, lui, è il re indiscusso.
Benvenuti nella famiglia Badd, una famiglia dove il concetto sangue blu non può essere più diverso e accattivante.
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