Serie Marshals, libro 3
Miro Jones sta vivendo la vita dei suoi sogni: ha un lavoro appassionante e gratificante come vice sceriffo federale, una bella casa alla periferia di Chicago, una splendida famiglia adottiva e soprattutto ha l’uomo che ha catturato il suo cuore, Ian Doyle. Il problema è che Ian non è solo uno sceriffo: è anche un soldato, e questo lo costringe ad assentarsi spesso e all'improvviso, gettando così un’ombra su quella che per Miro potrebbe essere una vita perfetta. Senza Ian, la casa e il lavoro non sono gli stessi, e Miro deve fronteggiare le sue paure da solo: mantenere la calma in ufficio, sopravvivere a minacce provenienti dal passato e andare avanti tutti i giorni senza la presenza rassicurante di Ian al suo fianco. La sua vita sembra essere a un punto morto, e forse per sbloccarla dovrà prendere una decisione drastica. Ma cosa comporterebbe quello per lui e Ian? Le scelte che si prospettano a Miro sono difficili, ma a volte l’unico modo per trovare scampo non è sciogliere il nodo, ma tagliarlo.
Con questo terzo libro dedicato alla storia di Miro e Ian
vediamo, in parte, ripetersi alcuni schemi già tracciati in quelli precedenti,
ma assistiamo anche a grandi svolte e colpi di scena. Per certi versi il
personaggio di Miro, sempre voce narrante dei fatti, mi ricorda Jory di Questione
di tempo, sempre così cercato da tutti, sempre così attivo e, soprattutto,
così innamorato del suo partner da far fatica a stare senza di lui. Ian, come sempre
essendo un riservista dell’esercito, si ritrova a dover partire all'improvviso
per missioni sempre più lunghe ed impegnative.
Questo libro è decisamente più maturo ed impegnativo
rispetto ai precedenti. Non solo assistiamo ad inseguimenti e cacce all'uomo
inerenti al lavoro da sceriffo federale di Miro, ma le emozioni e i sentimenti
la fanno da padrone. Miro si ritroverà a dover fare i conti con quello che
prova per Ian, per le sue lunghe assenze ed il suo riuscire a sopportarle, il
tutto con nuovamente la minaccia del Principe Azzurro sulla sua testa.
Insomma, si tratta di una storia che fonde adrenalina ed
introspezione, dove assistiamo alla crescita di entrambi i protagonisti e della
loro relazione. Un libro profondamente legato ai precedenti, ma che, a mio
parere, ne risulta migliore. Una lettura imperdibile per gli amanti della
Calmes e dei suoi Marshals.
Piccola chicca solo per chi ha letto tutti i libri connessi
alla serie: qui scompare magicamente la pistola che avrebbe incriminato per
omicidio Andreo Fiore, protagonista di L’equlibrista, insieme a Nate, l’ex
di Duncan, amico di Sam e fidanzato di Aaron, ex di Jory. Insomma, tutto
collegato in qualche modo contorto.
“Ma
quando hai accettato il lavoro sapevi che sarebbe stato pericoloso.”
“Il
lavoro?”
“Amarmi,”
spiegò piegando le labbra in un sorriso dissoluto.
Amavo Ian
con tutto me stesso, ma allo stesso tempo temevo che potesse mandarmi il cuore
in frantumi.
“Sei tu quello che merita di meglio, M, ma non succederà,
cazzo! Sei incastrato con me, e non c’è altro da dire, capito? Mi hai capito?
Non si prendono decisioni del genere da soli. Stiamo insieme e resteremo
insieme. Punto.”
Mary Calmes crede nel romanticismo, nel lieto fine, e nella
fiducia che mostrano i suoi personaggi nel poterlo raggiungere. Nelle sue vene
scorre il caffè, pensa che la cioccolata dovrebbe essere un gruppo alimentare a
parte, e attualmente vive nel Kentucky con un ninja peloso di tre chili che la
protegge dagli uccellini, dai ragni e dai cani del vicino.
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