Sono il primogenito del re della Mafia. Il prediletto. Destinato a comandare, un uomo pericoloso, senza pietà. Ma nel mio mondo, devi esserlo.
Poi Natalie è entrata nella mia vita. Posto sbagliato. Momento sbagliato.
Due volte il fato l’ha messa sulla mia strada.
Due volte il fato ha messo l’innocente pecorella nelle fauci del lupo.
Le ho dato la possibilità di andarsene. Le ho detto che sarebbe stato meglio per lei se lo avesse fatto.
Ma non mi ha ascoltato.
E ora è troppo tardi.
Perché non sono buono. Non ho mai voluto esserlo. E non la lascerò più andare via. Vedete, io non sono l’eroe. Quando la tocco, lo faccio con mani sporche.
So che la resa dei conti sta arrivando anche per me. So che brucerò per le cose che ho fatto, per i peccati che ho commesso. E non nego di meritare l’inferno, ma prima voglio il mio tempo. Voglio il mio tempo con lei.
Lei è mia.
Per sempre.
«Il potere corrompe,» dice.
«Il potere assoluto corrompe in maniera assoluta,» dico.
«In cosa sbagliamo noi, come famiglia Benedetti, al riguardo? O non sappiamo come farci rispettare?»
Sergio Benedetti, questo il nome del protagonista, è un un uomo fatto e finito, un uomo il cui animo non solo è macchiato di ogni suo peccato commesso, ma è ricolmo dell'oscurità che alberga in lui, come se non aspettasse altro se non banchettare per ogni sua efferatezza.
Primo dei fratelli Benedetti, sul suo capo c'è una corona che non aspetta altro che essere reclamata, metaforicamente parlando.
Ha sempre sentito sulle sue spalle i doveri di cosa comporta essere il primogenito, per quanta nefasto possa essere questa nomea, se vogliamo dirla tutta.
Ogni giorno coltiva un suo passatempo, disegnando e cancellando su quella pergamena (vorreste saperlo eh?), sentendo l'orologio ticchettare, ricordargli che non manca tanto tempo, come un'ombra su di lui che avvolge tutto ciò che lo circonda.
Ora lo riconosco: è l’uomo che indossava l’abito nero, il mio angelo oscuro.
L’uomo che ha ucciso senza pensarci due volte.
L’uomo che mi ha salvato la vita. È lui. È qui.
E poi c'è lei, Natalie.
A volte trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato può essere una fortuna, ma il più delle volte? Un dramma, soprattutto se capita non una ma ben due volte.
Sembra un po' la storia della loro vita, due strada che si son incrociate tanti anni prima e ora, per uno scherzo del destino, si incrociano nuovamente, riportando i loro mondi in collisione, se così vogliamo dire.
Quando le carte sono sul banco, ritirarsi dalla partita sembra impossibile ed è proprio quello che è capitato a lei, perché quando si è trovata ad ascoltare qualcosa che mai avrebbe dovuto ascoltare, l'unica cosa che le resta sperare è nella clemenza di Sergio.
Il mondo della mafia non fa sconti, non si tira indietro, non importa quanto innocente possa essere quella persona, se minimamente fiuterà una tua debolezza, o anche solo che tu abbia capito troppo, non si farà remore a levarti d'intorno.
Eppure qualcosa sembra attirare Sergio, qualcosa in lei lo chiama, ma non riesce a capire cosa, non riesce a ricordare quel giorno in cui, tanti anni fa, qualcosa nella vita di lei è cambiato, ma al tempo stesso non fosse stato per il suo salvatore sarebbe finita molto peggio di quello che è successo.
«Sei pronta a fare quello che ti ordinerò?» chiedo. Prova nuovamente a liberarsi, ma fallisce. «Natalie? Sei pronta a fare quello che ti ordinerò?» «Se entrerò, mi farai del male?» «Se avessi voluto farti del male, non pensi che sarebbe già successo nel magazzino?»
Eccomi finalmente a concludere, dopo anni, le mie recensioni su questa serie tanto amata, una serie che rientra nel pieno stile dei Mafia romance, tinteggiato soprattutto da molto dark, una serie che mi son sempre rifiutata di concludere ma che poi, sotto il giusto incentivo, non ho potuto non concludere.
La vita di Sergio la si conosce sin dalle prime pagine di Salvatore, conoscendo ogni lato più oscuro della famiglia Benedetti, eppure leggere i suoi pensieri per me è stata una rivelazione sotto ogni punto di vista, partendo proprio dal fatto che mai avrei immaginato il suo personaggio così oscuro, se capite cosa intenda.
Ho apprezzato l'intro della scrittrice che con delicatezza vuole portarci a conoscere anche questo personaggio sebbene conoscessimo tutti la storia più sanguinosa e tragica di questa famiglia, ma solo ora, dopo molto tempo, capisco la sua difficoltà nel farci conoscere anche lui, a portarci per un attimo a sognare che per tutti ci possa essere speranza, redenzione, anche se solo per un breve attimo.
Per chi non lo avesse ancora letto, vi consiglio la lettura di questo volume o proprio prima di abbracciare questa serie, o come secondo volume seguendo l'ordine di uscita.
Ho pianto, ho sperato, ho sognato, ma soprattutto ho amato questo personaggio in ogni modo possibile al punto da non poter non amare Natasha Knight per la scelta di dare luce ad una storia simile, sapendo bene cosa avrebbe comportato ma per tutti quei lettori che sono come me una cosa ve la dico: non perdetevi l'opportunità di leggere quest'opera perché non ve ne pentirete. Non importa se piangerete lungo il cammino, ne varrà ogni singolo attimo.
Il libro in pillole:
- autoconclusivo, II volume della serie sui fratelli Benedetti
- tropes: mafia romance, dark romance, violence, alpha men.
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