Ma passiamo ora al contenuto... l'intera storia l'ho trovata troppo concentrata su Lazarus, la protagonista, una protagonista che possiede un dono: non può morire del tutto. Lazarus rappresenta la vita, mentre Morte rappresenta la morte, i due sono amanti.
La vita e la morte sono amanti, Lazarus. Non c'è fine per noi. Io non esisto senza di te e tu non esisti senza di me. Tu sei la sola eccezione a tutto questo. La mia sola eccezione. Posso distruggere il mondo ma non posso - non voglio - prendere te insieme al resto.
Lazarus può essere ferita, ma le sue ferite si rimargineranno, può essere uccisa, il suo cuore può cessare di battere, ma ritornerà a respirare. Insomma Lazarus non è una comune mortale, si potrebbe quasi dire che sia un angelo, che sia eterna... Perciò quando la sua città viene sterminata al passaggio di Morte, proprio da quest'ultimo, così come la sua famiglia adottiva, ciò che può fare è mettersi contro di lui, consapevole nonostante del fatto che lui è uno dei Cavalieri dell'Apocalisse e che quindi non può essere ucciso, perché un essere divino. Per buona parte del libro, si legge e rilegge quasi sempre la stessa cosa, ma sotto parole diverse. Il contesto è sempre lo stesso.
Lazarus vuole impedire a Morte di uccidere tutta la popolazione, il genere umano. Così inizia a studiare i comportamenti del Cavaliere, a volte arriva prima di lui in alcune città, ma non sempre e comunque lui ha una missione da portare a termine, nessuno, nemmeno i suoi tre fratelli di cui due diventati mortali potranno impedire il giorno del Giudizio.
Lei che vuole uccidere lui, lui che uccidere lei. Lei che guarisce, lui anche.Loro che si spostano di casa in casa, seguiti da scheletri viventi al servizio del loro padrone. Nemmeno la parte spicy, l'intimità tra i due è stata così eccezionale, era come posso dire: piatta. E il finale, Dio, il finale mi ha lasciato l'amaro in bocca. Ma ahimè se fosse stato diverso, il nome del protagonista sarebbe stato differente, giusto?
Una parte divertente e interessante però l'ho trovata, ed è stata quella in cui nelle pagine ritornano a far capolino Pestilenza, Guerra e Carestia e questo ha reso la lettura meno noiosa.
Nell'insieme non è un pessimo romanzo ma alcune parti potevano migliorare o essere raccontate, Morte non è un personaggio crudele è un angelo dalle ali nere, ingenuo e se posso dirlo: buono, morbido. Al contrario dei fratelli non conosce così a fondo la crudeltà, gli è stato assegnato un compito e lo porterà a termine, costi quel che costi. Non stringerà alcun tipo di patto, non potrà avere delle debolezze a riguardo. Dio lo ha mandato sulla Terra per un motivo.
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