Nessuno sa che ho un posto nella mente in cui fuggo quando mi sento sopraffatta dalla mia vita. In questo sogno io sono sola al mondo. Vivo lontana dai miei genitori, di cui ho scarse e sporadiche notizie, non sono mai stata sposata, non ho figli e se ho un’amica è sordomuta. Sono una povera, sola, felicissima zitella, di cui nessuno si ricorda e a cui soprattutto nessuno chiede mai niente. È il nirvana.
Tutti contano su Elisa! Elisa lavora in ufficio, accudisce le figlie dalla a di aerosol alla z di zucca di Halloween, cura la casa perché non somigli troppo alla caverna di Shrek e corre ogni cinque minuti a sventare i danni della mamma smemorata.
Totale: cinquanta ore di Elisa al giorno. Come le sfumature di grigio, ma meno divertenti.
D’altra parte, lei su chi può contare? Il marito durante una “pausa di riflessione” è sparito da tutti i radar, la sorella è troppo occupata a inseguire fantomatiche teorie del complotto e il padre, che nonostante l’età è ancora in gamba, preferisce dedicare le sue forze residue a corteggiare la badante.
Per fortuna esistono gli amici, ma a volte anche avere un’amica significa condividere problemi, magari sotto forma di un fidanzato bugiardo cronico e di una tirannica datrice di lavoro, come nel caso della cara, vecchia, onnipresente amica Carlotta.
Quando Elisa inizia a sognare la fuga in un luogo segreto lontano da tutti non immagina che uno scherzo del destino la obbligherà suo malgrado a realizzare proprio il suo sogno, allontanandola per un periodo dalla sua vita di tutti i giorni.
Sarà possibile per Elisa sganciarsi dai sensi di colpa e trovare un po’ di spazio per sé? Forse l’incontro con un uomo speciale può fare la differenza... Ma quando anche lui sembra inarrivabile, resta solo una risorsa a cui attingere senza risparmio: l’ironia.
Elisa è una donna sposata, con due figlie, un lavoro e due genitori che iniziano ad avere bisogno di assistenza, soprattutto la madre che difficilmente ricorda le cose. Voi penserete subito alla vita di una comunissima e normalissima donna, e in parte potrà anche essere vero, il problema è che Elisa è completamente e totalmente sola. Il marito dopo anni di matrimonio decide di aver bisogno di spazio e di prendersi quindi una “pausa di riflessione”, lasciando Elisa a districarsi tra vari impicci: la scuola di danza di una, i lavoretti della scuola per l’altra, sedare i capricci e i dispetti tra le due sorelle, gestire il gruppo Whatsapp delle mamme sia della scuola che del catechismo, cercare di far ragionare il padre colto da una crisi di età avanzata che decide di lasciare la moglie per fuggire con la badante, cercare un nuovo supporto per la madre, mettersi in contatto con la sorella Miriam che sembra essersi volatilizzata nel nulla. Ma per fortuna che esistono le amiche!
Ok, diciamo che la sua più cara amica Carlotta ci dà dentro con le sue di problematiche, come un capo che non riconosce i suoi sforzi e un fidanzato bugiardo che scompare ogni weekend. Se una giornata è composta da 24 ore, quella di Elisa ne contiene più di 50 e a volte sembrano anche non bastarle.
Elisa ha la situazione sotto controllo, se solo riuscisse ad avere l’aiuto indispensabile per potersi godere anche lei le pause della vita. Per fortuna che alla fantasia non c’è nessun limite, e così sogna di andare lontana da tutti i problemi, magari su un’isola deserta, in compagnia di qualche romanzo e magari portandosi dietro anche Carlotta per farla rinsavire su quello che considera un rapporto amoroso inesistente. Ma se per uno strano scherzo del destino questo sogno dovesse realizzarsi? Cosa succederebbe se Elisa dovesse “temporaneamente” scomparire?
Mi ero permessa di non mettere in discussione l’amore. Ma adesso questo. Questo è diverso. Questo significa che l’amore è solo uno strumento per la felicità personale.
Nuova lettura al buio per me, di cui sono rimasta piacevolmente colpita. Ammetto di aver iniziato a fatica questa lettura, perché mi è bastato leggere tutte le cose che faceva Elisa in un giorno e la stanchezza coglieva anche me, come se le avessi compiute in prima persona; ma poi mi sono detta “Quante donne vivono una vita come la sua?”. Tante, forse troppe, e lo fanno senza rendersi conto che tutto questo richiede al fisico un notevole dispendio di energie, senza contare che necessitiamo anche delle giuste ore di sonno per riprenderci pienamente; ma le classiche 8 ore di sonno sembrano un lusso che difficilmente possiamo permetterci.
Questa potrà anche essere classificata come una storia inventata, ma quello che ho letto rappresenta
tutto quello che una mamma/donna/lavoratrice/sorella/amica compie tutti i santi giorni della sua vita.
Elisa è una mamma presente nella vita delle sue figlie, cerca di accontentarle entrambe, di far sì che non siano continuamente in competizione tra di loro anche se la più grande ha 11 anni e la piccola 5, ma non è semplice stare dietro a due bambine visti i molteplici impegni che hanno: scuola, danza, catechismo. Per non parlare dei lavoretti che vengono richiesti a casa. “Bello avere figli, ma i genitori sono pur sempre due”; sì, ok, quello che piace sentirsi dire, se non fosse che il marito ha deciso di mettere la sua vita in stand by e in maniera molto egoistica pensare a se stesso, rimettendosi in forma e iscrivendosi in palestra (nuova fiamma all’orizzonte?).
E vogliamo parlare dei genitori anziani che iniziano a non essere più pienamente autosufficienti? Si potrebbe anche pensare di cercare delle strutture che li accolga togliendo così un po’ di quel carico che Elisa porta sulle spalle. Eppure lei non ci pensa due volte a essere presente per loro, come i suoi stessi genitori erano presenti per lei quando ne aveva bisogno; non potrebbe mai pensare di farli inserire in una struttura dimenticandosene piano piano, come invece ha fatto la sorella.
La verità è che alcune persone sono portate a farsi carico anche della parte di responsabilità che toccherebbe agli altri. Non è un titolo onorifico, non è qualcosa che si vince alla lotteria, è più una realtà strisciante. A poco a poco tutti si defilano e la predestinata senza nemmeno rendersene conto si ritrova a sobbarcarsi tutto. Ma siamo proprio sicuri che non si possa reagire?
Ma cosa succede quando una sola persona si fa carico di tutto? Beh, il fisico crolla e la mente quasi collassa su se stessa.
Questa storia vuole essere un inno alla donna quale forza motrice di tutto, ma anche un insegnamento. È importante imparare a conoscere i propri limiti, a mettere dei paletti alle responsabilità di cui ci facciamo carico, a saper chiedere aiuto quando ci rendiamo conto che la situazione è più grande di quanto a noi sembra. Ci insegna anche a “scomparire” non necessariamente per giorni o mesi, ma ci invita a staccare la spina per qualche ora, facendo le cose che ci piacciono di più, qualcosa che ci aiuti a ricaricare la spina per tornare alle proprie incombenze più cariche che mai.
Mi sento di consigliare questa lettura a tutte quelle persone che fanno tanto, forse troppo, per gli altri; ma lo fanno non per sentirsi dire grazie o ricevere medaglie al valore, perché ammettiamolo, ci piace esserci per gli altri, convinti che un giorno loro ci saranno per noi. Non sentitevi in colpa se qualche volta avete voglia di urlare “basta” ai vostri figli, se i gruppi delle mamme vi sfiancano e vorreste solo spegnere il telefono per non sentirlo più trillare, se fate presente al vostro compagno o marito che in casa vivete in due e che, anche se abbiamo lottato per ottenere le pari opportunità, ciò non toglie che debba dare il suo contributo anche tra le mura domestiche. Non sentitevi in colpa se avete bisogno di staccare un giorno intero, di farvi coccolare magari in una rilassante spa, di isolarvi dal mondo e sognare stando sedute tranquillamente sul divano con un ottimo libro in mano.
Anche l’altruismo a volte può essere una forma di egoismo, quindi non sentitevi in colpa se per una volta deciderete di pensare solamente a voi stessi.
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