Disturbo mentale o trauma cranico? Sofia Russo non capisce cosa abbia colpito la sua famiglia. Forse è stata la vincita alla lotteria a farla impazzire.
Se almeno fosse stato un meteorite, avrebbe ereditato il denaro e bevuto cocktail su una spiaggia dei Caraibi per il resto dei suoi giorni.
Di certo non avrebbe speso quei soldi per aprire una pasticceria in Islanda.
E così, a ventiquattro anni e con una naturale inclinazione alla catastrofe socio-sentimentale, Sofia si ritrova a Reykjavík. A combattere contro il freddo e la puzza di pesce putrefatto.
Proprio quando pensa che non ci sia niente di più brutto dell’assenza del bidet, arriva lui. Joann Sigurdarson è un vichingo, in tutte le accezioni del termine.
Soprattutto in quelle negative.
Sfacciato, prepotente, scorbutico e… maledettamente affascinante.
Può andare peggio? Sì, se Joann spunta proprio dall'unico posto da cui Sofia dovrebbe tenersi alla larga: il negozio di fronte a quello della sua famiglia.
Il vichingo impertinente rappresenta la concorrenza. Quella spietata, fatta di equivoci, provocazioni, conflitti e puro odio.
Eppure, sebbene nessuno dei due creda al proverbio “chi disprezza compra”, resistere alla tentazione sembra impossibile. Joann e Sofia non sanno più chi sono. Si odiano o si vogliono?
Già.
Forse era meglio il meteorite.
#prodottofornitodaPaolaChiozza
#copiaomaggio
Cosa fareste se vinceste alla lotteria? Sicuramente comprereste una casa, la macchina dei vostri sogni e ne approfittereste per una vacanza in qualche località calda e caraibica. Esattamente quello che avrebbe fatto Sofia Russo, se non fosse per il piccolo particolare che a vincere alla lotteria sono stati i suoi genitori. Quindi si fanno bagagli e bagatelle e si vola a… Reykjavík, la fredda capitale islandese. Ma quante persone ci saranno mai in questa isola sperduta? Beh, sicuramente tutte quelle che potranno apprezzare la pasticceria napoletana. Sì, avete capito bene. I suoi genitori hanno deciso di tentare il tutto per tutto per trasferirsi in un posto lontano dalla calda e accogliente Napoli, per aprire una pasticceria e far conoscere le specialità italiane a questi vichinghi. Ok, forse non sono tutti freddi e burberi gli islandesi, ma provate a dirlo a Sofia soprattutto dopo aver conosciuto Joann Sigurdarson. Lui prova a essere gentile e amichevole, ma quando entrambi vengono a scoprire che lavorano per le rispettive attività di famiglia e che i loro negozi sono situati sulla stessa strada, la guerra è appena iniziata. Tra i due stava per nascere l’amore? Non lo sapremo mai per certo, ma sicuramente è odio al primo dolce venduto. Ma non si dice forse che “chi disprezza vuol comprare”?
Joann non mi ferma. Mi cinge il polso e mi guarda dritto negli occhi. Le sue iridi sono due pozze d’acqua. «Se qualcuno porta con sé questo simbolo, non perderà mai la propria strada nella tempesta o nel cattivo tempo, anche se percorre una strada a lui sconosciuta.»
Ho iniziato a leggere questo romanzo attratta principalmente dalla cover, ma non pensavo che la storia sarebbe stata così… così… esplosiva! Altro che meteorite! Ho iniziato una sera, a fatica ho dovuto trattenere le risate per non svegliare mio marito che dormiva accanto a me (ci ho provato, non significa che sia riuscita a trattenermi però) e a un certo punto mi sono ritrovata al 30% della lettura. Ho già avuto modo di approcciarmi con la scrittura di Paola Chiozza quando ho letto Punizione Divina, e ancora una volta non ha deluso le mie aspettative. Questa storia è veramente superlativa, non solo per la storia in sé, ma anche per il messaggio che vuole far passare. Ma aspettate… andiamo per gradi.
Partiamo dal fatto che adoro la costruzione dei personaggi e, lasciatemelo dire, Sofia e Joann non potrebbero essere più diversi di così, accomunati solo e unicamente dalla loro passione per la pasticceria.
Mi manca. È a pochi passi da me, un muro ci separa, e non stiamo neanche insieme. Ci odiamo, siamo nemici, rivali, la nostra è solo una stupida tregua… e mi manca.
Sofia è napoletana al 110%, si rifiuta categoricamente di imparare una lingua che, a detta sua, è inutile e che non dà modo di spaziare in imprecazioni colorite come ci permette di fare l’italiano, ma nonostante questo ama i suoi genitori e per loro farebbe qualsiasi cosa, anche lasciare Napoli per trasferirsi in una fredda cittadina. Quello però che non sapete è che Sofia è una calamita per le figure di m***a e, se tutto il mondo è paese, allora bisogna portare un po’ di italianità anche nelle terre selvagge. Come? Beh, sicuramente partendo da una cosa fondamentale che non può mai mancare: il bidet. Poi, che volete che sia parcheggiare in divieto di sosta cinque minuti per bere un caffè e capire come iniziare la propria giornata! Peccato che gli islandesi siano ligi alle regole e al dovere e lei si vede bloccata e rimossa la macchina del fratello… avete capito ora il soggetto? Perfetto, tenetelo bene a mente per tutta la durata del romanzo, ma ricordate anche che, nonostante le sfighe, nonostante le c*****e che combina, in quello che fa ci mette se stessa al 100% con tutto l’amore e la passione che la rendono unica e inimitabile.
Quando cucino, dimentico tutto ciò che mi circonda. Non sono più goffa, imbranata e scoordinata
Il suo esatto polo opposto è Joann. Lui è sfacciato, prepotente, scorbutico, pensa di sapere sempre tutto ed è… bello, affascinante, misterioso… vichingo a 360 gradi. Se tra i due poteva esserci una leggera “simpatia”, la vediamo trasformarsi in odio puro fatto di provocazioni, concorrenza e malintesi. Decide quindi di indossare la freddezza di quella maschera dietro cui si nasconde, per sciogliersi come burro solo quando si trova nell’intimità della cucina e crea quei dolci che tanto ama.
«Essere tuo rivale tira fuori il peggio e il meglio di me, Sofia. È qualcosa che non posso controllare.»
Il romanzo è interamente scritto dal pov di Sofia, e non poteva essere diversamente perché è il fulcro principale di tutti i cataclismi. L’ho trovato geniale, con quella sottile ironia che mette in risalto pregi e difetti di due culture ai poli opposti e dove non mancheranno sicuramente scene comiche e tragicomiche. Un romanzo che non vuole solo fare divertire i suoi lettori, ma che nasconde tra le sue pagine un profondo insegnamento. Avremmo anche 1001 difetti, ma la verità è che gli italiani sono testardi e orgogliosi di essere tali, e all'occorrenza sanno mettere da parte qualsiasi rivalità per tendere l'altra mano e aiutare chi in quel momento ne ha bisogno. Siamo perfetti con tutte le nostre imperfezioni.
Ringrazio l’autrice per avermi dato la possibilità di leggerlo in anteprima, aiutandomi a superare un periodo in cui una risata è la cosa che più scalda il cuore e allevia i tormenti interiori.
Promosso e consigliato a pieni voti, soprattutto se cercate una storia che dia una scossa e una svolta alla vostra vita.
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