venerdì 3 aprile 2015

Attraverso questi occhi di N.R. Walker


Sei mesi dopo aver lasciato Carter Reece e Isaac Brannigan, li ritroviamo ancora insieme e molto innamorati. I due vanno avanti con la loro vita, emozionati dall'arrivo di una nipotina, fino a quando degli eventi inattesi non minacciano il loro futuro.
Ad Isaac accade qualcosa che lo spaventa molto ed il mondo di Carter inizia a vacillare. Le cose si fanno ancora più complicate con l’entrata in scena di Joshua, il nuovo collega di Isaac.
Mentre Isaac lotta per ottenere ciò che vuole, le sue azioni rischiano di costargli ciò di cui ha più bisogno.






N.R. Walker sa far emozionare, c’è poco da dire. Già con “Fiducia cieca” aveva commosso con lo sbocciare della storia d’amore tra Carter ed Isaac, tra alti e bassi e con l’estremo bisogno d’indipendenza di quest’ultimo. 

Nonostante la sua testa dura, io amo Isaac Brannigan. È un personaggio estremamente umano, combatte con tutte le sue forze le limitazioni imposte dalla sua cecità, cerca di mostrarsi forte e sprezzante, ma quando prende in braccio la sua nipotina per la prima volta e poi confessa a Carter che ci sono giorni che darebbe qualunque cosa per poter vedere di nuovo, anche solo per poco, allora lì si vede tutta la sua fragilità. 

Che dire poi di Carter? L’uomo più dolce del mondo. Punto. Quando aiuta Isaac ad etichettare in braille la spesa per poi trovare ogni cosa, ma poi aggiunge piccoli messaggi d’amore per poterlo far sorridere quando meno se lo aspetta? Da cariarsi i denti, in senso buono ovviamente.


Non dobbiamo dimenticare Hanna, sorella di Isaac, personaggio molto carismatico che ancor più in questo libro riesce a mostrare tutta la sua indole divisa tra la “mamma” chioccia e la Brannigan dalla testa dura che vuole far ragionare l’altrettanto testardo fratello.
Purtroppo la vita non è tutta rose e fiori e i nostri due protagonisti ne sono la prova. Non voglio rivelare ciò che va scoperto leggendo questo libro, gustando pagina dopo pagina, ma basti dire che nessuno è perfetto. Perfetto per un’altra persona sicuramente, ma mai perfetto in assoluto ed è questo che è importante da capire, ma che Isaac stenta a fare perché odia dover dipendere dagli altri a causa della sua cecità.

Questo romanzo, oltre ad essere una bellissima storia d’amore che fa versare anche qualche lacrimuccia a chi ha il cuore tenero come me, fa riflettere anche sui rischi che può correre un cieco. Non si tratta solo del poter inciampare salendo su un autobus, ma delle persone che potrebbero approfittarsi del fatto che non ci si vede per fare del male e non solo fisicamente. Come dice Isaac, la cosa peggiore che si può fare ad un cieco è dare la speranza di poter tornare a vedere.

Insomma se avete adorato il libro precedente non potete assolutamente perdervi questo e se non avete ancora letto “Fiducia cieca” vi consiglio di farlo subito. L’awwww finale è assicurato.



«Isaac è una delle persone più capaci che io abbia mai incontrato, cieco o meno.» Poi aggiunsi, al solo beneficio di Joshua: «Una cosa che ho imparato sulle persone non vedenti e che amo è che trattano tutti allo stesso modo. Non giudicano le persone dal colore della pelle, o dai vestiti che portano, o da preconcetti stereotipati, come invece è probabile che una persona vedente giudichi un cieco.»


«Io credo in me stesso,» offrì debolmente. «Beh, lo facevo. L’ho fatto fino a quando non l’ho incontrato. Non mi ha mai detto che ero… non perfetto. Mi diceva solo che avrei potuto essere migliore. “Non sarebbe meglio?” mi chiedeva. E volevo essere migliore. Volevo vedere. Per te, per Hannah.» Una lacrima gli rotolò lungo la guancia. «Vuoi sapere la cosa più terribile?» chiese, piangendo più forte. «La cosa più difficile, la più orribile?»
«Che cos’è?»
Le lacrime gli scorrevano sulle guance, ma la sua voce era tranquilla. «Mi ha dato la speranza.»
Singhiozzò contro il mio collo. «Non ho più nessuno. Ho spinto via tutti alla fine.» Pianse più forte. «Ho rovinato tutto. Lo faccio sempre. Ho passato così tanto tempo cercando di essere qualcosa che non sono. Volevo essere perfetto per te, questo è tutto ciò che volevo. Volevo essere perfetto per te.»
«Ma tu sei perfetto.»
«No, non lo sono,» disse, scuotendo la testa. «Non sarò mai perfetto.»

«Sei perfetto per me.»

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