martedì 14 aprile 2015

La Donna perfetta - Amabile Giusti

Visto dal di fuori, Guido Masetti sembra il fidanzato ideale. Insegnante di lettere in un liceo di Napoli, amato dai suoi studenti, sensibile e idealista, sempre cordiale con quelli che incontra a partire dal proprietario del chioschetto dove, ogni giorno, compra fiori freschi per la fidanzata... È così che lo vede Giada, che però è separata da lui da un muro: una parete vera e propria, quella che divide la cucina di lei dal salotto di lui. Lei ha trentasei anni, fa la scrittrice di favole per bambine che sognano di diventare principesse ed è delusa dall'amore. Sogna un uomo romantico e divertente con uno sciame di grilli per la testa. Proprio come quel vicino di casa tanto sorridente e... così dolce con la sua fidanzata. Già: la fidanzata, ecco il problema. Le cose, però, a volte cambiano quando meno ce lo aspettiamo. Guido viene lasciato e cade in depressione. Ma proprio quando Giada sta per fare un passo verso di lui, qualcuno la precede. E Silvia, giovane e bellissima come un angelo. Suona alla porta di Guido e a entrambi basta uno sguardo per capire di avere molte cose in comune, cominciando dagli impressionisti francesi per arrivare alla passione per il Milan. Silvia è semplicemente... perfetta! Ma sarà proprio vero? E come mai Silvia sembra non volere farsi vedere da nessuno degli amici di Guido? È possibile che non sia come appare?


L'aria primaverile si fa sentire quest'anno in maniera ancora più forte rispetto agli anni passati, e io non faccio altro che leggere libri romantici da qualche tempo a questa parte. Come mi è successo qualche mese fa con il libro di Federica Bosco, non posso nascondere che è successa la stessa cosa con Amabile Giusti, questo libro è stato il mio primo approccio ai suoi racconti, alla sua fantasia e ai suoi pensieri. Ammetto che ero un po' scettica, il titolo mi attirava, ma la trama non mi convinceva. Poi ho pensato che è calabrese come me, e non leggo qualcosa che ha scritto una mia compaesana? Il risultato è stato veramente positivo.
La trama dice tutto e se dovessi raccontare di più rischierei di rovinarvi la lettura, ma ci voglio provare partendo dai personaggi di questo racconto.

Guido: è il protagonista principale, un insegnante di lettere milanese che però lavora in un istituto scolastico di Napoli. Incarna l'uomo romantico per eccellenza, quell'uomo che si ricorda ogni data importante, ogni compleanno e ogni anniversario. Colui che ama alla follia la propria donna, da non avere altri occhi che per lei. È un abitudinario, al punto che ogni venerdì porta dei fiori alla sua ragazza, Anna, peccato che proprio il venerdì in cui inizia il racconto, lei decide di mollarlo per uno skipper svedese, alto, biondo e muscoloso! Un colpo per il povero cuore di Guido.

“Cosa ho fatto di sbagliato?” le domando.“Niente!” mi risponde con rabbia. “Tu sei perfetto. Sei troppo perfetto, è questo il problema. Fai tutto quello che una donna si aspetta, regali, premure, gentilezza”.“Da quando essere gentili è una colpa?”“Non è una colpa ma, ammettiamolo, è una noia! Insomma, dove sta il brivido? Mi accontenti in tutto! Mi senso soffocare. Le donne diventano infelici se sono troppo felici”.

La reazione fa lasciare un po' basiti, soprattutto perché è difficile immaginare un uomo piangere, ma è bello proprio vedere come l'autrice sia andata a scavare a fondo nell'anima maschile, facendo emergere un po' della femminilità dei sentimenti.
Nessuno nasconde la felicità del fatto che si sia lasciato con Anna, i genitori non la sopportavano e gli amici la reputavano un po' stronzetta per come lo trattava. Così si ritrova solo ad affrontare quella separazione. Ma è realmente solo come può sembrare?



Una separazione è come un lutto. Devo elaborarla. Potrei farlo parlandone, parlandone e ancora parlandone, fino a stordirmi col suono della mia stessa voce, ma ho la sensazione che nessuno mi capirebbe.

Giada: la bella vicina della porta accanto. Una trentacinquenne single che scrive fiabe per bambini, è segretamente innamorata di Guido. Il muro della sua cucina confina con il salotto di lui, e questo rappresenta una buona occasione ogni tanto per “origliare” quello che succede nell'appartamento accanto. Ed è così che viene a sapere della rottura di Guido e Anna. È una vicina premurosa che si preoccupa per lui, le dispiace saperlo solo ad affrontare quella situazione, ma la timidezza è tanta, così inizia a lasciargli fuori dalla porta di casa dei piccoli e semplici doni culinari, accompagnati da poesie, nella speranza di infondergli positività e ottimismo, per fargli capire che la vita va avanti, che si cade per potersi rialzare più forti di prima.

Mi domando se abbia mangiato. Quando lo faceva mia madre e, anche davanti alle più grandi disgrazie, pensava all'importanza dei pasti, la giudicavo inopportuna. Adesso capisco che è solo un modo per esprimere l'amore, tanto più forte quanto più la situazione è tragica. Se non puoi fare nulla per fermare le  lacrime su un viso, almeno preparagli qualcosa da mangiare per placare il pianto del suo stomaco.

Ha paura a rivelargli i propri sentimenti, ha paura di sentirsi respinta e inopportuna, visto quello che è successo nel giro di pochi giorni. La sorella Matilde cerca di spingerla a farsi avanti, a cogliere la palla al balzo, magari usando come scusa proprio quella di recuperare i piatti che contenevano i pasti con cui cercava di far sentire la propria vicinanza a Guido. Ma la sua timidezza la blocca, e si lascia scappare l'ennesima occasione per essere veramente felice.


Non faccio entrare nessuno per paura di rimanere delusa e nel frattempo osservo la vita degli altri, perché è più facile guardare che agire.

Paolo: E' il migliore amico di Guido, e ancora prima era il suo insegnante. È infatti grazie a lui, se ha deciso di intraprendere gli studi all'ISEF e diventare un insegnante di educazione fisica. Quindi è un'amicizia che va al di là della differenza di età. Ma mentre Guido è un uomo romantico e predisposto alle storie serie e durature, Paolo è decisamente il contrario: una sorta di Don Giovanni che punta tutto sulla simpatia, e questo lo aiuta tanto durante i suoi appuntamenti. Non mancherà di restare vicino all'amico quando verrà lasciato da Anna e quando inizierà la sua storia con Silvia. Lo aiuterà nei momenti di maggiore difficoltà e cercherà di fargli aprire gli occhi quando l'amore farà di nuovo breccia nel suo cuore.

Spero di non innamorarmi mai se devo somigliare a un deficiente.

Tra i personaggi di contorno troveremo i suoi alunni, i quali cercheranno di dispensare consigli sul suo look e i suoi gusti musicali, “se vi fate nu poco cchiù figo, capace che trovate na femmena che vi sposa, che non siete manco nu guaglione”. La madre che vuole avere sempre l'ultima parola e che non approva le scelte del figlio, nonostante questo abbia quarant'anni suonati, e il padre, romantico e sognatore come lui. E poi c'è Silvia, bella come un angelo, la donna perfetta per Guido. Ma esiste veramente la donna perfetta?

Un racconto che esalta la bellezza di Napoli, una città che si affaccia sul Golfo dove il Vesuvio fa da padrone. Questo racconto e i suoi protagonisti ci porteranno a fare un giro al porto e al faro, ci faranno incontrare una banda di musicanti che canta canzoni d'amore dal vivo, ci porteranno a prendere le sfogliatelle nella pasticceria migliore e ce le faranno gustare al Belvedere di San Martino dove potremo godere di un magnifico panorama.



Napoli è così: ti incanta e ti incatena. Sembra fatta per essere baciata dal sole, è come se con la luce naturale mettesse in mostra tutte le sette bellezze.

Ho scoperto casualmente che questo libro è anche diventato un film, uscito recentemente al cinema dal titolo Ma che bella sorpresa. E visto che la curiosità è donna, non potevo non dare uno sguardo al trailer. Che dire?!? I personaggi me li immaginavo come i protagonisti del film, per cui il risultato non potrà che essere abbastanza soddisfacente anche dal punto di vista cinematografico.

Una storia che parte piano piano, si fa strada nel cuore dei suoi lettori e alla fine li conquista.
Un linguaggio semplice, dove è possibile trovare termini che si usano in alcune occasioni, come per esempio “girellare” all'interno di una libreria. E da buona terrona quale sono, ho apprezzato molto la scelta da parte dell'autrice di inserire frasi in stretto napoletano, ma che si fanno capire lo stesso e che riescono sempre a strappare un sorriso per la naturalezza dei suoni che esco in maniera fluida e senza grandi sforzi.
Lasciatevi travolgere dalla simpatia dei personaggi creati da Amabile Giusti, arrabbiatevi delle loro stupidaggini quando complicheranno le cose più semplici, fate vostre le esperienze riportate perché in fondo ognuno di noi ha avuto il cuore spezzato da un uomo o una donna in passato, scoprite le meraviglie che Napoli riserva e gustatevi questo libro con una buona sfogliatella, ancora meglio se in riva al mare.




Amabile Giusti è nata in Calabria ed è lì che vive ancor oggi: proprio sulla punta dello stivale, fra il mare e la montagna, vicino a una distesa di verde che, vista dall’alto, sembra la sagoma di un cavalluccio marino.
Ha frequentato il liceo classico e si è laureata in Giurisprudenza. Fa l’avvocato ma non si sente avvocato. Scrivere è la sua vita vera, al di fuori degli schemi imposti dal linguaggio secco e avaro del diritto.

Ha pubblicato i romanzi Non c'è niente che fa male così (La Tartaruga 2009), Cuore Nero (2011) e Odyssea (2013), entrambi Baldini&Castoldi, e Trent'anni...e li dimostro! (Mondadori 2014).




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