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Mai abbassare la guardia perché si sa, quando meno te lo aspetti la vita può giocarti un brutto scherzo. Basta un attimo e tutto ciò che appare indistruttibile, si sgretola davanti agli occhi con la stessa velocità con cui una casa diventa polvere sotto la potenza di un terremoto devastante. Sì, potremmo chiamarlo proprio così, la notizia di una falsa paternità rappresenta il cataclisma che distrugge il matrimonio di Lavinia e Claudio dopo otto anni e solleva molti interrogativi.
Chi sarà allora il vero padre del piccolo
Giordano?
«Grazie»
disse la nuova lei, una volta sputata l’acqua. «Sei stato utile.»
L’uomo
mugugnò qualcosa, poi si prese la testa tra le mani e lasciò andare un sospiro.
«Sei ‘n treno, bella. M’hai travolto.»
Dopo un primo momento di legittimo sconforto,
però, il ricordo di una notte folle fornisce a Lavinia la determinazione giusta
per andare a cercare il vero padre di suo figlio.
Tra una serie di equivoci, avventure più o meno
esilaranti, verità non confessate e situazioni paradossali, la storia si
sviluppa al pari di una favola contemporanea ambientata a Roma i cui
protagonisti rappresentano i modelli standard
delle due diverse classi sociali di provenienza. Da una parte, infatti, abbiamo
Lavinia, esemplare tipico dell’alta borghesia romana, una ragazza magra,
bionda, che è ricorsa più volte alle cure del chirurgo plastico, ben educata,
elegante, con un buon lavoro e con la protezione asfissiante della famiglia
alle spalle.
Dall’altra parte abbiamo Enzo, un ruspante uomo
del popolo, un gigante tatuato dall’aspetto poco rassicurante, una specie di
motociclista nato e cresciuto in un quartiere popolare, la Garbatella appunto
di cui incarna alla perfezione lo spirito. Lavora con i genitori nel negozio di
famiglia, ha una figlia adolescente. E se una vive in un mega appartamento
nella zona in della città, l’altro abita in un condominio popolare in
periferia.
Le loro realtà sono così diverse, dunque, che è
impensabile che possano avere punti di contatto ed Enzo e Lavinia incarnano le
caratteristiche dei due mondi alla perfezione. Essi non hanno nulla in comune a
parte un figlio ed è proprio per il bene del piccolo che i loro mondi finiscono
per avvicinarsi, non senza difficoltà però.
«Se
vole accomodà?»
Lei
reagì come se le fosse atterrata in faccia una mosca. «Come scusa?»
«Se
siede?» ripeté. «Pe’ pranzo.»
La
donna guardò il tavolino, poi lui. «Sì, sì certo.» Posò la borsetta, si
sedette, sistemò i capelli dietro le spalle, infine sospirò, come se quella
sequenza le fosse costata uno sforzo incredibile.
Enzo
iniziò a pensare che la tipa fosse un po’ troppo svagata. «Tutto a posto,
signori’?» domandò.
«Scusi?»
«Ha ‘na botta de callo?» Più probabile fosse di acidi o ansiolitici.
Il
risultato è l’inequivocabile scontro sociale tra due stili di vita contrapposti
le cui differenze vengono ben sottolineate come in questo caso anche dall’uso
del vernacolo. Per questo possiamo affermare che ogni personaggio si muove segue
un canovaccio preciso (il coatto da una parte, la snob dall’altra), e il gioco
delle parti risulta scontato e prevedibile. Ma nonostante l’ovvietà della
situazione la caratterizzazione dei personaggi non si ferma alla sequenza dei
luoghi comuni evidenti e superficiali. L’autrice scava in profondità mettendo
in luce gli aspetti più intimi e veri dell’animo, così facendo dà a ognuno di
loro, protagonisti e non, la possibilità di riscatto. Lavinia, Enzo, Claudio e
tutti gli altri personaggi, una volta liberati dal ruolo di “macchiette”, e la
leggerezza dei toni lascia il posto ai momenti di riflessione, diventano
credibili, persone reali con veri sentimenti e angosce, consapevoli delle
proprie paure e dei limiti. Non ci sono perdenti né cattivi, ma solo persone
orgogliose e leali.
MADE IN GARBATELLA è dunque il racconto di una
bella favola metropolitana la cui forza dell’amore rompe gli schemi esaltando la
bontà d’animo dei personaggi. Lo stile scorrevole e ironico, nonché l’alternanza
della narrazione con le spiegazioni sui luoghi fornite dall’autrice di quando
in quando, rende la storia piacevole e mai noiosa.
Consigliato!
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