lunedì 28 settembre 2015

IL TUO CORPO ADESSO E' UN'ISOLA di Paola Predicatori


Ascanio in fondo è un ragazzo come tanti. Uno di quelli che va a scuola, che ha degli amici fidati, piccole storie. Ad Ascanio sembra che la vita vada bene così come è, secondo come deve andare. Vede scorrere davanti a sé gli anni scolastici come se facessero parte di una routine già decisa in partenza; del futuro un’idea solo un po’ abbozzata. Si lascia semplicemente trascinare dal flusso della cose, come se niente gli interessasse davvero, sorretto da un inspiegabile equilibrio attraverso il quale stabilisce il suo rapporto con il mondo.
L’unico momento in cui ha superato il confine della sua quasi indifferenza è stato grazie a Siro, un amico che ai suoi occhi era tutto quello che lui avrebbe voluto essere… così sicuro, così spavaldo, così libero! Quello stesso amico che gli ha affatto provare piccoli assaggi di breve follia, ma che poi, all’improvviso, se ne è andato, riportandolo ad azzerare tutto.
Ascanio sì, sembra proprio un ragazzo come tutti gli altri. Ma è anche un ragazzo che è dovuto crescere troppo in fretta a causa della malattia e della morte di suo fratello Jacopo, e la successiva separazioni dei genitori. Due eventi traumatici che in fondo non ha mai superato e che continuano latenti a scandire il senso di quello che è.
È dall’incontro con Adele, la sua nuova compagna di classe, che Ascanio riemergerà dal suo torpore e sarà costretto a riaffrontare il passato che sperava di aver messo ormai a tacere. Un incontro che lo costringerà a guardarsi di nuovo dentro ed intorno a sé e che gli ridarà l’immagine riflessa di una realtà sterile e vuota. È solo così che si accorgerà della patina di indifferenza che si stava costruendo intorno e che lo porterà ad aprirsi un varco nella strada verso la libertà, inducendolo infine a scappare via.
Ascanio ha 18 anni, è figlio di genitori separati, butta le sue giornate chiacchierando del più e del meno sui gradini di un palazzo in centro insieme agli amici. Non ha progetti, niente aspettative, il suo è un vero e proprio adattarsi alla vita che è stata scelta per lui. 



Da tempo infatti ha smesso di essere realmente felice, da quando il fratello minore Jacopo, affetto da una sindrome di autismo che gli impediva quasi ogni movimento, non scomparve gettando nello sconforto i genitori che convinti di non riuscire a superare la tragedia decisero di allontanarsi. 




Ascanio si divide fra l'uno e l'altro, senza sentire casa sua nessuno dei due appartamenti. Prova rammarico nei confronti della madre che è riuscita a rifarsi una vita con apparente semplicità e a trovare un nuovo compagno, ma prova lo stesso disagio verso il padre che è rimasto in stallo dalla scomparsa del fratello. Molte volte si chiede per quale motivo lui non sia stato abbastanza per riportare le cose alla normalità, non si tratta di una vera e propria gelosia nei confronti del fratello, ma nulla gli impedisce di pensare di non essere stato abbastanza importante per loro da fungere da collante fra i due.

Negli anni c'è stata una sola persona a farlo sentire davvero vivo, Siro, un compagno di classe delle scuole elementari, rom per nascita, trapiantato in Italia, col quale ha passato i momenti più intensi della sua breve vita. 




E da Siro infatti che andrà a cercare aiuto e comprensione quando deciderà di scappare di casa per farla pagare a una famiglia che non lo soddisfa appieno e per punire se stesso, per non essere stato capace di difendere la compagna di classe, Adele, dalle angherie subite dai suoi amici. Per non essere stato in grado di proteggere nella sua mente il fratello, quando ad Adele vengono rivolti gli stessi appellativi che furono a suo tempo rivolti al piccolo Jacopo, "handicappato", "ritardato". 
Jacopo parte quindi alla volta della Germania, dove Siro lo attende con un programma molto deciso e dettagliato: trovare un posto di lavoro che gli permetta di arrivare alla fine della giornata, e un luogo in cui dormire.




La vita in Germania però non è rose e fiori come Siro la dipingeva, o meglio, per Ascanio sembra essere molto più dura di quanto immaginato inizialmente. Le condizioni in cui si trova a vivere sono davvero pessime, e presto il vero significato della parola "famiglia" comincia a mancargli.




Ho cominciato questo libro con un leggero pregiudizio, leggendo la trama ho subito immaginato fosse il classico romanzo che descrive una gioventù annoiata che vive trascinandosi dietro i soliti cliché dei musi lunghi, dell'insoddisfazione è di un futuro troppo lontano. 
Mi sono ricreduta dopo nemmeno una trentina di pagine. Ascanio infatti presenta molte delle caratteristiche dei ragazzi della sua età, gli stessi ragazzi di quella che è stata anche la mia età. Ma il suo personaggio va ben oltre i canoni classici a cui ognuno di noi è stato abituato. Un personaggio molto completo, anche il suo atteggiamento è descritto in maniera impeccabile. Alcune delle riflessioni più profonde che trovato fra queste pagine sono pari a quelle che si trovano nel mio diario di una decina di anni fa, e questo mi ha conquistato interamente. 
Ascanio non è né il primo né l'ultimo ragazzo adolescente con genitori separati, non è né il primo né l'ultimo ragazzo che quando tutto sembra stargli stretto cerca di evadere sbagliando a più non posso, e non sarà né il primo né l'ultimo ragazzo che a 18 anni non ha ancora deciso chi vuole essere da grande, ma su Ascanio l'autrice è stata brava a farci cambiare idea ad ogni passo della storia; all'inizio del romanzo il giovane suscita una certa antipatia nel lettore, a tratti l'ha dotato di quella cattiveria che caratterizza molti suoi coetanei, nel corso della storia impariamo a provare empatia per lui per quelli che sono stati i drammi in cui si è trovato coinvolto suo malgrado, infine quello per lui diventa un vero e proprio affetto, perché il muro da lui eretto comincia finalmente a crollare, lasciando intravedere, sotto strati e strati di polvere, i filamenti dorati della sua anima. 
Ho trovato semplicemente commoventi i passi in cui Ascanio si trova casa dei nonni, il rapporto che ha con loro e il modo in cui lui si muove attraverso le persone della sua vita. 
Quando si trova con Adele (colei che scatena la scintilla, l'inizio del suo cambiamento), arriva un messaggio importante: è facile vedere come spesso aiutare gli altri significhi anche un po' aiutare se stessi.
Non ho la minima idea di quella che sarà la fine del romanzo, o meglio, diciamo che la storia si conclude lasciando la possibilità al lettore di fantasticare su quelle che saranno le conseguenze del suo viaggio reale e interiore. Io, in cuor mio, spero che Ascanio sia felice e completo, ovunque si trovi.




Paola Predicatori è nata nel 1967 a Senigallia e vive a Milano.
Laureata in Lingue e in Lettere, lavora da molti anni nel modo dei libri e dell’editoria. Grande lettrice e appassionata di libri per ragazzi e storie di formazione. Attualmente è libraia.
Ha debuttato nel mondo della letteratura per ragazzi nel 2012 con Il mio inverno a Zerolandia, edito da Rizzoli. Il romanzo ha destato l’attenzione di pubblico e critica.
Paola Predicatori è stata ospite al festival Mare di Libri nelle edizioni del 2009 e del 2012.


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