Buongiorno Cosmo Friends, oggi il blog ospita l'ultima tappa del tour dedicato al romanzo di Elizabeth Giulia Grey, "The right man - La rivincita".
Siete pronti a scoprire qualcosa in più sull'autrice?
THE RIGHT MAN – La rivincita
Autore: Elizabeth Giulia Grey
Titolo: The right man – La rivincita
Serie: The right man
#2
Sara Campbell ha perso tutto o quasi: non parla più col padre da oltre tre anni, ha divorziato
dal marito da più di un anno, è oberata di debiti e ora le è stato sottratto in modo subdolo anche il
lavoro e ogni prospettiva di trovarne un altro. Ma Sara non è tipo da arrendersi ed è disposta a tutto
pur di difendere la sua reputazione gravemente intaccata.
Robert è uno degli avvocati più brillanti e meglio pagati di New York, dedica tutto se stesso alla
carriera e ha poco tempo per le donne. E poi è convinto di avere ormai capito tutto di loro. Ma se non
fosse davvero così e avesse sempre sbagliato? Può l’incontro imprevisto con Sara rimettere ogni cosa
in discussione?
Anche quando si è convinti di aver chiuso col passato, quello può riaffacciarsi senza alcun preavviso,
rimescolando le carte. E a quel punto non è più possibile sfuggirgli. L’unica possibilità è affrontarlo.
Robert e Sara si renderanno conto che lottare insieme, fianco a fianco, è molto meglio che farlo da
soli. Sarà allora che le loro certezze si sgretoleranno, le loro difese cadranno e le loro vite cambieranno
per sempre.
“Ti prego, chiamami Sara…” “Ok, ma solo se tu mi chiamerai Robert.”
Ambiente e tempo: Le vicende narrate si svolgono ai giorni nostri e sono ambientate a New York.
Personaggi: Sara Campbell è una donna che sa cosa vuole dalla vita e non ha paura di mettersi in
discussione, è decisa, caparbia, passionale, ma anche onesta e sincera. Anche quando sembra che il
destino le abbia voltato le spalle, non si fa abbattere, si rialza e combatte con orgoglio e dignità.
Sara è un personaggio che è nato per caso. Tutto il romanzo, in realtà è nato per caso. Quando ho
terminato The right man – La brace sotto la cenere, mi sono resa conto che Robert meritava una
rivincita, ma lì per lì non avevo idea di come strutturare una storia efficace che desse il giusto risalto
a un uomo come lui. Qualche mese fa, però, ho avuto l’ispirazione per un romance ad ambientazione
legale e a quel punto mi sono detta: il protagonista può essere solo Robert. Per uno come lui, così
educato e per bene, tuttavia, non poteva bastare una donna comune, doveva trattarsi di un personaggio
forte, di classe e soprattutto, di qualcuno in grado di conquistare la madre bisbetica che ha fatto
naufragare la storia con Samantha. In pratica, ho plasmato Sara sulle necessità di Robert, ho creato
una donna che lo ripagasse di quanto subìto nel primo capitolo della serie.
E ora parliamo di lui: il protagonista maschile. Robert Carter è un affascinante avvocato dell'alta
società Newyorkese che dedica tutto il suo tempo alla carriera e allo studio legale fondato da suo
padre, ha trentotto anni e una notevole esperienza sia in fatto di legge che in fatto di donne. La sua
caratteristica peculiare è la capacità di sapersi sdoppiare: sul lavoro è corretto ma freddo, al punto tale
da essersi guadagnato il soprannome di Iceman, e tratta i suoi casi e i suoi clienti con distacco, salvo
qualche rara eccezione; nella vita privata, invece, è generoso e appassionato, specialmente con gli
amici e i famigliari. Con le donne, poi, cambia ancora e la sua tattica preferita diventa la fuga. Sara
irrompe nella sua vita proprio quando Robert aveva ormai rinunciato alla possibilità di costruirsi una
famiglia.
Stile: Lo stile adottato è lineare ma curato, come richiesto dal genere romance.
Narrazione: La narrazione è in prima persona e a focalizzazione interna, il punto di vista scelto e
approfondito è, alternativamente, quello di Sara e di Robert.
“Robert Carter emana un’aura di potere che sarebbe impossibile non notare e che lo rende diverso
dagli altri, da tutti gli altri, la sua espressione è decisa, la sua postura autoritaria, perfino il modo in
cui la giacca gli cade lungo le spalle ha qualcosa di unico e poi il suo sguardo… È lo sguardo di chi
è abituato a vincere, di uno che vince così spesso e da così tanto tempo che non sa nemmeno più cosa
sia un pareggio, figurarsi una sconfitta.”
“Siamo soli, io e Sara. E la cosa non mi piace.
Non c’è alcuna buona ragione perché mi debba sentire tanto agitato, lo so, così come so che dovrei
pensare a lei solo come a una cliente in difficoltà e che dovrei concentrarmi sul caso e su nient’altro,
ma è più dura del previsto. Il suo viso è lo specchio dei suoi pensieri, basta osservarla negli occhi per
leggerle dentro, in lei c’è una schiettezza, una genuinità e una purezza che non avevo mai visto prima,
in nessuno. Nel corso di questa riunione una miriade di emozioni si sono susseguite, la forza ha ceduto
il posto alla fragilità e poi di nuovo l’orgoglio ha ripreso vigore spazzando ogni debolezza,
riaccendendo il suo sguardo di una luce così intensa che in un primo momento ho creduto di aver
visto male. Possibile ci sia così tanto in lei, mi sono detto? Be’, la risposta è sì. Sara è un concentrato
di energie positive, mi basta starle vicino per sentirmi anch’io più forte, per sentirmi capace di tutto.”
“Me ne resto qui a fissare questa donna incredibile domandandomi cosa avrei fatto io al suo posto
se tutti coloro su cui contavo mi avessero abbandonato, lasciandomi a terra, senza un lavoro e senza
prospettive, pieno di debiti e con due figli che dipendono interamente da me. Sarei impazzito, ecco
cosa sarebbe accaduto, mi sarei sentito perso e avrei annaspato in cerca d’aria. Ma lei no, lei non si è
lasciata abbattere. Mai. Quando è stata costretta ad andarsene dalla Robinson, Lee & Smith ha avuto
la lucidità di non firmare l’accordo che le hanno proposto, ha raccolto in pochi giorni tutta la
documentazione necessaria per fare ricorso e si è mossa per tempo presentando richiesta di gratuito
patrocinio, rifiutandosi di regalare inutilmente denaro a un avvocato che con ogni probabilità avrebbe
fatto fare tutto a lei e ha istruito una pratica come non ne vedevo da anni. È stata perfetta. Forte, decisa,
inarrestabile: perfetta, appunto.”
“Alla mia destra c’è Robert, ritto e sicuro come non l’ho mai visto prima, il suo volto è una
maschera glaciale, adesso ho capito perché tutti lo chiamano Iceman con un misto di rispetto e timore:
è inquietante, spaventoso e destabilizzante al tempo stesso e, sebbene sembri imperturbabile, sa essere
minaccioso come nessun altro. Ciò che però mi colpisce più di tutto il resto è il suo sguardo
all’apparenza distaccato dietro cui si agita un oceano di emozioni controllate a stento che ne delineano
la forza in modo ancor più evidente. Se avessi dovuto scegliere io un soprannome per lui, avrei
pensato più a qualcosa in grado di richiamare l’immagine di un vulcano sul punto di eruttare, capace
di radere al suolo qualunque ostacolo posto sulla sua strada o di un felino acquattato nell’erba in attesa
che la sua preda si faccia più vicina, pronto a balzare alla sua gola in ogni momento. La sua freddezza
è solo la superficie, ma sotto di essa ardono le fiamme.”
È un bacio subito intenso, possessivo, selvaggio. Ci siamo trattenuti troppo a lungo e ora siamo
finalmente liberi di prenderci ciò che era nostro fin dal principio. Prima di farmi sopraffare dalla
passione della sua lingua contro la mia, delle sue mani che mi sfilano la camicia dai pantaloni e si
insinuano al di sotto per graffiarmi la pelle, del suo corpo così meravigliosamente caldo premuto
contro il mio, però, decido di rallentare. Non è così che voglio che sia. Non la prima volta.
Perciò faccio un lungo respiro e le prendo il viso fra le mani, poi con una leggera pressione lo
allontano da me, ma solo il viso perché con il resto del corpo rimango esattamente dove sono, dove
voglio essere, incollato a lei. I suoi occhi schizzano nei miei e sotto una superficie fatta di eccitazione
e desiderio colgo un’incertezza e una paura che mi straziano.
Non voglio parlare, so che la mia voce mi tradirebbe, perciò mi affido ai gesti. Le accarezzo la
guancia e le sorrido con dolcezza, poi appoggio la mia fronte alla sua e faccio un altro respiro. Solo
allora, quando sento di essermi calmato, riavvicino le mie labbra alle sue. Stavolta la bacio con calma,
prendendomi tutto il tempo che ci vuole per gustare in pieno questo momento. Mi muovo sulla sua
bocca lentamente, riempiendola di piccoli baci, le sfioro la pelle del volto con delicatezza, respiro il
suo profumo a pieni polmoni senza smettere mai di sorridere.
Dopo un primo istante di incertezza, anche lei sorride. Le sue mani sulla mia schiena riprendono
a muoversi, ma si adattano al ritmo del mio bacio, sono carezze lente e leggere, il che forse è perfino
peggio perché sento la pelle incendiarsi in tutti i punti che lei sfiora.
Incapace di rimandare oltre, dischiudo le labbra e insinuo la lingua nella sua bocca, ma anche
allora mi sforzo di non divorarla, la assaporo, la esploro, la venero, e sì, la amo. Non so come ho fatto
a non arrivarci prima.
Con un lungo sospiro, la prendo fra le braccia senza staccare le labbra dalle sue, la sollevo e la
porto in camera da letto, poi la depongo sulle lenzuola e mi stendo sopra di lei. Anche ora faccio tutto
con calma, fin troppa, il mio cuore batte nel petto all’impazzata ribellandosi, chiedendo solo di potersi
sfogare, ma è una dolce tortura che accolgo con piacere. Le mie mani esplorano ogni parte di lei, la
sfioro, ne percorro la pelle, le accarezzo il viso e i capelli. E non smetto un attimo di baciarla. È come
se interrompendo questo contatto temessi di soffocare o, peggio, di lasciarmela scappare. E non potrei
più sopportarlo.
Sento la stoffa della camicia salire lungo la mia schiena esitante, quasi che Sara non fosse del tutto
sicura di cosa io voglia da lei. Un attimo fa era pronta a strapparmi la pelle di dosso come una tigre e
ora si muove con la leggerezza di un gattino spaventato. È colpa mia, l’ho confusa e lo so.
Ok, ora basta, l’attesa è durata anche troppo. I baci dolci e delicati ce li possiamo scambiare dopo,
quando giaceremo sulle lenzuola sfiniti e appagati, ora è giunto il momento di passare all’azione.
Staccare le labbra dalle sue richiede uno sforzo, ma è necessario, voglio guardarla negli occhi,
voglio che capisca, che capisca sul serio. Le sue palpebre si dischiudono all’improvviso e ancora una
volta, l’incertezza del suo sguardo mi trafigge il petto. La guardo con tutta la passione di cui sono
capace, artigliando i suoi occhi, affondando in profondità finché non vedo ogni dubbio svanire.
A quel punto mi sollevo a sedere, con pochi rapidi gesti mi libero di cravatta, giacca e camicia,
dopodiché mi dedico a spogliare lei. Non lo faccio con violenza, certo, ma nemmeno con la calma di
prima. Le sfilo la giacca e le sbottono la camicetta e mai in tutto questo distolgo lo sguardo dai suoi
occhi. So che dovrei dirle qualcosa ma ho il fondato timore che rovinerei tutto. Le parole, come i baci
gentili verranno poi.”
Biografia e opere: Elizabeth Giulia Grey è nata a New York il 25 agosto 1973 da madre italiana e
padre americano. La sua vita si è svolta prevalentemente in Italia, dove si è trasferita con la madre
all'età di quattro anni. È avvocato e vive a Varese con le due figlie Alice e Alessia e il compagno
Manuel.
Elizabeth ha sempre amato il mondo della narrativa, fin dai tempi delle scuole, prima come semplice
lettrice, poi, piano piano, nella veste sempre più consapevole di autrice. I suoi primi tentativi risalgono
all'età adolescenziale quando iniziò a scrivere un paio di romanzi fantastici che, tuttavia, vennero
abbandonati in corso d'opera e mai terminati. Risucchiata dagli impegni scolastici prima e lavorativi
poi, non ha più pensato a coltivare questa passione finché, trovatasi improvvisamente senza lavoro,
ha deciso di approfittare di un avvenimento sfavorevole per trasformarlo in una vera e propria
opportunità. Scrivere l'ha aiutata a superare un momento difficile e, nello stesso tempo, a riscoprire
un mondo mai davvero dimenticato.
The right man – La rivincita è il suo terzo romanzo e fa parte della serie The right man di cui ogni
capitolo ha vita a sé, pur essendo in qualche modo collegato con gli altri.
Chi è Elizabeth Giulia Gray?
Elizabeth è una persona che vive di contrasti: seria, a tratti rigida per buona parte della giornata, e poi folle e senza freni per il resto del tempo, quando le redini saltano e le regole diventano troppo strette, quasi soffocanti. Nella vita di ogni giorno come in quella creativa, è lo stesso: il mondo esterno richiede un comportamento che sia entro le righe e io con questo convivo piuttosto bene (del resto sono del segno della Vergine, per me i confini sono necessari come l’aria che respiro), eppure, in alcuni momenti, il desiderio di evadere si fa pressante (e qui entra in gioco il mio ascendente in Pesci). Da giovane facevo tutti gli sport possibili e immaginabili, non mi fermavo mai. La mia vera passione era la mia moto da strada con cui ho fatto anche diversi giri nella pista del Mugello. Poi, quando sono rimasta incinta della mia prima figlia, ho capito che non potevo più mettermi così tanto in pericolo perché c’era qualcuno che dipendeva da me in tutto e per tutto. Così ho venduto la moto e in un certo senso ho messo da parte il mio lato indomito. Scelta difficile che a volte mi pesa ancora. In un certo senso, la scrittura mi ha consentito di trovare la valvola di sfogo che mi serviva. Mi consente di ritagliarmi uno spazio solo mio in cui tutto è possibile, in cui l’unico limite è la mia fantasia.
Perché hai cominciato a scrivere?
Da quanto ho detto prima sembra quasi che la scrittura sia stata una scoperta recente, ma non è così. Erano anni che pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto scrivere un libro. Avevo anche la storia perfetta tra le mani, ma sembrava sempre che non ci fosse il tempo. Con la prima gravidanza, però, quel tempo è arrivato, anche se devo ammettere che il primo tentativo è stato decisamente mediocre. Del resto, un romanzo autobiografico è sempre un rischio, ci si mette troppo a nudo e si espone il fianco a critiche che fanno davvero troppo male. Così ho deciso di orientarmi su storie del tutto inventate, in cui riversare me stessa attraverso un filtro protettivo.
Quali sono i tuoi autori preferiti? A chi ti ispiri?
Di autori preferiti ne ho parecchi, i miei gusti spaziano moltissimo. Adoro Michael Connelly (che leggo prevalentemente in lingua originale), Clive Cussler e Wilbur Smith, vado matta per J.R.R. Tolkien, Marion Zimmer Bradley e Terry Goodkind, ho una passione sfrenata per Pirandello (di cui ho letto tutto) e di recente ho eletto mia autrice romance preferita Susan Elizabeth Phillips.
Difficile dire a chi mi ispiri. In pratica traggo spunti ovunque, da qualunque libro stia leggendo. Ormai non riesco più a tenere fra le mani un romanzo e a lasciarmi trasportare in modo acritico dalla storia: devo capire, devo analizzare, devo carpirne i segreti. Se una frase mi piace, devo trascriverla per comprendere come mai mi piaccia, se un personaggio mi colpisce è lo stesso, lo passo al microscopio finché non ne eviscero ogni caratteristica, se il linguaggio mi conquista, lo uso come stimolo per migliorarmi.
Ultimo libro letto?
Odio quindi amo di Susan Elizabeth Phillips (letto per la terza volta). E prima ancora Traveller di Alexandra Bracken.
Secondo te, cosa spinge un lettore a leggere le tue storie?
Domanda complicata. Quando leggo le recensioni che i lettori lasciano sui miei romanzi, mi si apre un mondo. È bello notare quanto diverse siano le opinioni che si possono formare su una stessa identica storia. C’è chi ama un personaggio, chi lo trova irritante, chi lo giustifica e chi proprio lo odia… Nel mio piccolo, credo che chi sceglie le mie storie sia attratto dal romanticismo che si evince dalla trama, ma mi piace pensare che mentre stanno leggendo apprezzino anche altro, come i personaggi e le molteplici sfumature che amo dare loro.
Altri romanzi dell’autrice: 30 days to love e The right man – La brace sotto la cenere tutti disponibili
su Amazon.
Grazie a tutti per aver seguito la tappa. Se non lo avete ancora fatto, recuperate le tappe precedenti aiutandovi con il calendario qui sopra :D
Alla prossima!
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