Madeline Whittier è allergica al mondo. Soffre infatti di una patologia tanto rara quanto nota, che non le permette di entrare in contatto con il mondo esterno. Per questo non esce di casa, non l'ha mai fatto in diciassette anni. Mai un respiro d'aria fresca, né un raggio di sole caldo sul viso. Le uniche persone che può frequentare sono sua madre e la sua infermiera, Carla. Finché, un giorno, un camion di una ditta di traslochi si ferma nella sua via. Madeline è alla finestra quando vede... lui. Il nuovo vicino. Alto, magro e vestito di nero dalla testa ai piedi: maglietta nera, jeans neri, scarpe da ginnastica nere e un berretto nero di maglia che gli nasconde completamente i capelli. Il suo nome è Olly. I loro sguardi si incrociano per un secondo. E anche se nella vita è impossibile prevedere sempre tutto, in quel secondo Madeline prevede che si innamorerà di lui. Anzi, ne è sicura. Come è quasi sicura che sarà un disastro. Perché, per la prima volta, quello che ha non le basta più. E per vivere anche solo un giorno perfetto è pronta a rischiare tutto. Tutto.
Avete idea di cosa voglia dire vivere tutta la propria vita dietro le mura domestiche, senza mai assaporare la sensazione del sole sulla pelle, dell'acqua che bagna i piedi o, ancora, dell'erba sotto di noi?
Madeline questo lo sa fin troppo bene, non ha mai avuto idea di cosa volesse dire assaporare la vita che tutti i suoi coetanei hanno, andare a scuola o alle feste, uscire o quant'altro.
Affetta da SCID (per gli amici medici, con SCID ci si riferisce a tutte quelle malattie da immunodeficienze gravi, ma in questo parliamo più di ADA-SCID, un deficit dell'adenosina deaminasi) sin da quando è nata, la protagonista vive dentro una bolla in cui tutti gli agenti patogeni son tenuti a distanza di sicurezza. Amichevolmente chiamata SCID, questa malattia implica un sistema immunitario gravemente compromesso, al punto che il peggiore nemico per il corpo è rappresentato dall'ambiente circostante. Onde evitare che qualsiasi patogeno rappresenti un rischio letale, Madeline vive in una casa completamente isolata dall'esterno, dove per entrare si deve passare attraverso una camera di decontaminazione. Vivere così, a diciassette anni, per la protagonista non è una menomazione, poiché ha perso i ricordi di come si viva al di fuori della sua bolla. Non ricevendo poi stimoli che la portino a considerare l'idea di uscire, con come unici amici i libri, la sua infermiera Carla e sua madre, Maddy pensa che niente avrebbe potuto farle desiderare quello che non avrebbe potuto mai avere, questo però forse perché non ha ancora incontrato lui, Olly.
Premo il palmo aperto contro il vetro.
Ho il fiato corto, come se a fare quell’assurda acrobazia fossi stata io.
Osservo prima lui, poi la facciata della casa,
il davanzale e di nuovo lui, che nel frattempo
si è rialzato e mi sta fissando.
I nostri sguardi s’incrociano e io mi chiedo che cosa veda nella mia finestra:
una ragazza stramba vestita di bianco con gli occhioni sbarrati.
Mi sorride e il suo viso non è più né duro né arcigno.
I genitori, la famiglia, la malattia che ti colpisce all'improvviso, non sono cose che si scelgono, capitano e basta, e forse è questa una fra le cose che più accomuna i due protagonisti.
L'una costretta a non assaporare mai le gioie della vita, o il calore di un abbraccio dato da una persona che ti piace, l'altro a dover subire ogni giorno il carattere del padre, a cercare di difendere a spada tratta non solo i propri ideali, ma anche sua sorella e sua madre.
Un destino scritto per entrambi, che inevitabilmente li porterà a cercare di mettersi in contatto, perché una cosa è certa, da entrambe le parti c'è la voglia di scoprire di più l'uno dell'altra e se l'unico modo per farlo è dietro a un computer, così sia.
Poi diciamocela tutta, non c'è una cosa che sia scontata in Olly, al punto che tutto in lui suscita la curiosità di Madeline, dalle sue acrobazie, alla sua fossetta, alla sua storia (e alla storia dietro al cappello che indossa, perché no).
Madeline: Amici, Olly!
Olly: e gli occhi
Madeline: E tu smettila con la storia delle mie lentiggini.
Madeline: E dei miei capelli.
Olly: e delle tue labbra
Madeline: E della tua fossetta.
Olly: ti piace la mia fossetta?
Madeline: Amici!
Olly: okay
E così, giorno dopo giorno, i desideri dei due iniziano a crescere, portandoli a volere quello che a Mads è sempre stato negato: un'amicizia, la vicinanza, le farfalle allo stomaco.
Perché quest'ultime? Perché è quello che la ragazza prova quando gli sta vicino, qualcosa di così nuovo e atipico da non saperne nemmeno il motivo, se non che quando gli viene offerta l'opportunità di invitare di nascosto Olly, dentro di lei nasce una nuova consapevolezza, insieme a quella che l'amore non deve portare dolore.
Di una cosa sono certa: i desideri generano solo altri desideri.
Non c’è fine al desiderio
Come può trovare un terreno fertile l'amore per lei? Come può anche solo coltivare un'amicizia quando anche il più semplice abbraccio le è negato?
E sarà qui che la Maddie che vuole diventare intraprenderà una lotta con la Maddie che sino ad ora è stata, la Maddie nella bolla.
Non ho parole per dirvi quanto per me sia complicato troncare qui la mia recensione, ne son consapevole, però non voglio spingermi oltre, perché ogni parola che avrei qui potuto scrivere sarebbe stato uno spoiler, in un senso o nell'altro.
Sino ad ora, della malattia qui riportata, ne avevo letto solo sui libri di studio senza mai immaginarmi cosa realmente potesse significare per qualcuno esserne affetto, benché ne abbia studiato molti risvolti clinici.
Cosa ho apprezzato? La delicatezza di cui Nicola Yoon è stata capace, un qualcosa che difficilmente si trova, un'abilità nell'intrecciare una malattia simile con dei colpi di scena capaci di mozzare il fiato.
Un'altra cosa? Sicuro come l'oro, che non vedo l'ora di comprare il biglietto per il film tratto da questo libro.
Nicola Yoon è cresciuta in Giamaica e a Brooklyn. Vive a Los Angeles, in California, con il marito e la figlia, dei quali è follemente innamorata. Noi siamo tutto, bestseller n1 del New York Times, è il suo primo romanzo.
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