Assaporai
da lui il gusto tiepido del bourbon, la nota fruttata che improvvisamente
diventava piccante in modo quasi fastidioso. Doloroso. Come era lui. Non mi
fece finire, conservò un po’ di quel liquido compatto all’interno del bicchiere
e vi inzuppò il pollice. Con una naturalezza surreale accarezzò le mie labbra
dipingendole con quella patina dolciastra, bollente e gelata allo stesso tempo.
Le
mie ciglia sfarfallarono ad accogliere lo stordimento che stavo provando.
Distolsi la bocca, scostandomi. Non volevo più essere una vittima dei suoi
giochetti, non potevo più continuare a vivere in trance, soggiogata dalle sue
arti magiche. Dovevo svegliarmi da quel maledetto incantesimo. Afferrai il suo
polso e lo fermai. «Non siamo qui per giocare, James.»
Non
è un gioco per cui siamo tagliati, eppure ci siamo trovati proprio in mezzo.
Questo perché non ho dato ascolto al mio capo e amante, James La Salle,
l’artista che mi aveva dipinta senza veli, ridonandomi anima e cuore,
soffiandomi addosso il suo alito di vita. Il padrone da cui talvolta io e il
mio amico Robin fuggivamo, per poi ritrovarci inevitabilmente e disperatamente
soggiogati dalle sue parole, dalle sue mani, dalle sue perversioni.
Ma
gli uragani non sono fatti solo di acqua e vento, talvolta sono fatti di
persone, la cui unica ragione di vita è farti del male, buttarti sotto un’onda
e affogarti. D’altronde, per raggiungere i prati cangianti del Paradiso bisogna
passare dalle rovine dell’Inferno. Per godere della luce bisogna aver vissuto
al buio. E io del buio mi ero cibata per tutta la vita.
Attraverso
i paesaggi rurali della Louisiana più afosa, le acque più torbide del
Mississippi e le barocche contraddizioni della peccaminosa New Orleans, il
viaggio degli artisti bohémien James e Robin e della loro giovane musa
Charlotte, con quest’ultima novella giunge finalmente al termine.
#prodottofornitodaMolokoBlaze
Eccoci
arrivati al terzo e conclusivo atto della trilogia UNDRESSED. Il viaggio fin
qui percorso ci ha offerto la possibilità di conoscere a fondo tre personaggi
complicati che abbiamo amato e seguito nel loro mondo fatto di vizi estremi e
di profondi sentimenti. Ma è qui, in UNDEFINED che i tre raggiungono la vera
completezza. Tuttavia il cammino verso la maturazione non si dimostra per nulla
facile, vari sono gli ostacoli da superare così come tante sono le situazioni
contrarie e il pericolo di distruggere tutto diventa reale. Basta poco perché i
ruoli vengano stravolti e l’equilibrio si spezzi e quando succede, tutto diventa
più difficile. Non si può tornare indietro se un pensiero pronunciato ad alta
voce viene equivocato, le conseguenze sono inevitabili e le azioni successive finiscono
per distorcere la realtà. All’improvviso le certezze di un tempo svaniscono
come nebbia al sole e al loro posto prende piede l’instabilità del presente.
Quando
Charlotte torna a casa, si rende conto del cambiamento in atto, la partenza di Robin
ha lasciato un vuoto difficile da colmare e il comportamento di James non è più
lo stesso.
Colui che avevo di fronte era un uomo
che aveva paura di perdere qualcuno. Me? Robin? Ancora non mi era chiaro.
Le
domande sono tante e tutte esigono risposte sincere, Charlotte, profondamente
legata a James, ha tutto il diritto di capire. Il tempo delle incertezze è
passato e lei, pur consapevole della forza del sentimento che prova, si rende
conto che senza sincerità, per loro non può esserci futuro. Ed ecco che scopriamo
una Charlotte forte, lontana anni luce dalla ragazza spaurita e ingenua
conosciuta all’inizio, e capace di mettere ora in discussione la leadership del
suo creatore.
C’era qualcosa che mi nascondeva e
questo mi metteva in continuo allarme. Non mi fidavo, e lui l’aveva capito. […]
Cominciavo a pensare che per lui fosse impossibile comportarsi come un uomo
normale.
È
dura per James resistere, la caparbietà della ragazza lo porta a guardarsi
dentro e a confrontarsi con il doloroso passato. Tra dubbi e certezze l’uomo
tutto d’un pezzo, freddo e distaccato prende coscienza dei propri limiti e si
lascia andare, abbandonando una volta per tutte la maschera che per tanto tempo
lo aveva protetto.
James si precipitò su di me, mi
strinse con tutta la forza che aveva. «No. È colpa mia.» Mi prese il volto tra
le mani per guardarmi. «Siamo uguali io e te, ti prometto che starai meglio con
me. Nessuno ti capirà come ti capisco io. Siamo la stessa cosa, con le nostre
spine possiamo ferire e ferirci, ma anche due cactus possono sopravvivere
vicini in mezzo al deserto.»
Nonostante
si assomiglino molto, Charlotte e James hanno bisogno di Robin per far
funzionare il loro rapporto. Il creolo rappresenta il collante tra i due pezzi
di un’unità traballante. E come era accaduto a Charlotte nel primo libro, qui
anche lui ha bisogno di fuggire per confrontarsi con il mondo esterno e provare
a se stesso di essere cresciuto.
Mi misi seduta, notando la sua
espressione farsi più audace, più risoluta. Non era più Robin, il mio compagno
di giochi, in assenza di James il padrone era lui.
UNDEFINED,
quindi, rappresenta non solo il logico epilogo di una storia penetrante, ma
anche un viaggio psicologico composito e singolare utile per la conoscenza
approfondita dei tre protagonisti.
Per leggere la recensione del primo volume, cliccare sull'immagine!!
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