sabato 5 settembre 2015

IL SEGRETO DI MARADESH di Marika Misino



Regno di Maradesh. Da sempre minacciate dai malz, creature malvagie che si cibano delle ninfe, queste ultime lottano per la sopravvivenza. Loara ha appena perso suo marito in un attacco e, poche ore dopo il parto, è costretta ad abbandonare il suo unico figlio per garantirgli la salvezza. Molti anni dopo, Bome e sua sorella Jaka sono due bambini rimasti orfani proprio durante un attacco dei malz. Salvati da un salck’arturk, un guerriero reale, i due si ritrovano in una comunità che si occupa della loro educazione. Ben presto seguiranno le orme del loro salvatore ed entreranno a far parte delle schiere dei guerrieri. La guerra si avvicina, il nemico è da sempre alle porte e il dolore di un atroce lutto spingerà Bome a mettere tutto in discussione per mostrarsi all’altezza del suo compito. Il suo cammino è destinato a incrociare quello di Jò, l’ultimo dei Mathkai, unico ad avere il potere di piegare gli elementi della natura. Sarà quest’incontro a cambiare il destino di entrambi e della stessa Maradesh.
Marika Misino crea interamente un mondo con cultura, tradizioni e spiritualità proprie e ne fa teatro di un’avventura mozzafiato, ricca di colpi di scena che sanno appassionare dalla prima all’ultima pagina.
Dopo tanti romance finalmente un buon fantasy... e che fantasy!!! Lasciate che ve lo dica: Marika Misino è un genio!!! Mi piacerebbe tanto poter comporre il suo numero di telefono per complimentarmi con lei; un'immaginazione fuori dal comune. Perché? Ha creato un mondo che non mi sarei mai aspettata, popolato da creature fantastiche, ninfe (uomini e donne), malz (mangiatori di uomini), mathkai (esseri magici in grado di comandare i Quattro Vertici della Natura), otron (centauri alati), taptem (cavalcature alate con il corpo di un leone). E potrei continuare all'infinito. Ma forse è il caso che parta dall'inizio.
Ci troviamo a Maradesh (la nuova speranza), un luogo sorto dopo una lunga battaglia contro i malz, che vennero confinati oltre i monti; una terra rigogliosa e prospera che vede la costruzione dei vari villaggi e che ebbe la sua prima regina nella figura di Cora, una donna dalla pelle color dell'ebano, venuta da un posto sconosciuto che diede vita a tutto ciò che è Maradesh stesso. Eppure la pace era destinata a non durare a lungo.

I malz ridiscendono dai monti e iniziano ad attaccare i villaggi minori, ma il famelico popolo teme i mathkai, uomini in grado di controllare gli elementi fondamentali della natura, acqua, terra, fuoco e aria, e per questo decidono di attaccare Illybon di notte, quando tutti stanno dormendo. Ma Tori è sveglio e siede al capezzale della sua compagna di vita, Loara che ha appena dato alla luce il loro primogenito. Maradesh non è più un posto sicuro e i due si preparano per far passare il loro unico figlio attraverso i Trunski, porte che danno l'accesso a più mondi, l'unico modo per proteggerlo da morte certa.
Nel frattempo Jaka e Bome stanno raccogliendo la legna da portare a casa, ma tardano per raccogliere anche un po' di frutta da dividere con la madre e i fratelli, e forse quel ritardo salva loro la vita. Sulla strada del ritorno notano del fumo provenire dal loro villaggio, Arantuna, scoprendo che è stata attaccato dai malz senza lasciare sopravvissuti. Durante il loro vagare si imbattono in Jas, un salck'arturk, ovvero un guerriero reale, che li conduce al tempio di Jurt, e che dopo diversi anni li vede arruolati essi stessi come salck'arturk. Entrambi i fratelli vengono mandati al fronte nord e durante uno scontro contro i giganti, Jaka perde la vita e Bome viene rimandato a Rasek Mant dopo aver preso a pugni un compagno e avergli rotto il naso. Una grazia visto che a quel tempo una semplice scazzottata era punibile con la prigione a vita.

Non era difficile individuare le tende dei generali perché erano colorate di verde, le tende riservate agli otron erano blu, quelle che servivano per le comunicazioni, gli smistamenti e le informazioni erano in rosso, mentre quelle dei soldati erano semplicemente grigio pallido.

Sulla Terra, e precisamente a Roma (o Ramil), Giovanni si sta dirigendo al lavoro, ma rimane affascinato dal calesse che si trova davanti al Colosseo al quale è attaccato un enorme cavallo nero dagli occhi color blu cobalto. Tutto succede in pochi minuti: il cavallo si imbizzarrisce, le persone cercano rifugio alla metro, e Giovanni nota che la creatura gli sta andando addosso ma... si ferma improvvisamente e lo fissa. Pochi istanti e il cavallo scappa. Dopo una giornata persa al pronto soccorso, Giovanni torna a casa, apre la finestra e osserva il cielo. Nota una stella molto luminosa, che sembra avvicinarsi rapidamente nel punto in cui si trova. Il tempo di sposarsi e nel salotto di casa si ritrova il cavallo nero della mattina; ma, un attimo, non è un cavallo, bensì una specie di centauro. Dice di chiamarsi Roga, di venire da Maradesh e di essere arrivato sulla Terra per tornare indietro con lui. Dopo avergli concesso una notte per pensarci, Giovanni accetta e decide di seguirlo. Si ritrova così a passare in uno dei tanti passaggi dei Trunski e sente di aver trovato il suo posto nel mondo.

Jò risiederà in accademia insieme ad altri ragazzi con i quali stringerà un'amicizia sincera e profonda e inizierà come loro l'addestramento con Bome. Si verrà a scoprire che Jò è uno degli ultimi mathkai di Mardesh e dopo un duro allenamento, fisico e mentale, e aver scoperto che i suoi vertici sono l'acqua e l'aria, il re in persona gli chiederà di battersi contro Poarminus, il mathkai responsabile di tutti quegli attacchi e della fine della loro stirpe.

“La terra da cui vengo sta morendo, e con essa i suoi abitanti. A Larlen c'è una popolazione così esigua che i defunti da vendicare sarebbero troppi rispetto a quelli che potrebbero riscattarli. Ma poi con chi potremmo mai prendercela noi sopravvissuti? Con i nostri antenati che hanno fatto scempio della nostra bella terra fino a farla esaurire e morire? E allora a che servirebbe vendicarli se essi stessi sono causa della loro morte? Io e Orelia, così come gli altri sopravvissuti di Larlen, siamo soli e senza popolo e ci sentiamo abbandonati e senza la speranza di una vita migliore su Larlen, tu invece un popolo lo hai, e hai anche una bella terra ricca e rigogliosa che ha molto da offrirti. Hai ancora la possibilità di sentirti parte di una famiglia e di casa. E quindi, mi chiedo, che senso ha vendicare i defunti? Sarebbe meglio usare le proprie energie per vivere con i vivi.”, proferì Rojan.


Potrei continuare a scrivere per ore e ore e raccontarvi cosa succederà più avanti, ma perché dovrei togliervi il piacere della lettura? Se amate i fantasy non potete perdervi questo libro, che riuscirà a catapultarvi nel fantastico mondo di Maradesh facendovi perdere la cognizione del tempo, un po' come è successo a me che non riuscivo a staccare gli occhi da ogni singola pagina. Più andavo avanti e più sentivo il bisogno di scoprire cosa sarebbe successo, fino a quando non mi sono ritrovata a leggere l'epilogo. I capitoli sono brevi e scorrono in maniera armonica e semplice, forse avrei evidenziato gli sbalzi temporali come l'entrata in accademia di Jaka e Bome o il loro addestramento come salck'arturk o il ritorno, anche se per poco, sulla Terra quando Roga va a prendere Giovanni (o Jò). 

Ma non posso negare di aver terminato la lettura in due giorni e già sento la mancanza di tutti i suoi personaggi. Anche se più di tutto mi manca poter tornare su Maradesh che, con i suoi tre soli (Ori, Tam e Fart) e le sue due lune (Hoy e Jurt), ha scandito il mio tempo.


Marika Misino, nata nel 1987, vive a Bisceglie. Fin da ragazzina ha amato ascoltare e collezionare le storie di chi la circondava. Nel 2006 si è diplomata all’Istituto Tecnico per Geometri di Molfetta e fu proprio durante la preparazione agli esami di maturità che mise appunto la prima bozza del suo romanzo, che durante il 2007 e il 2011 sarebbe stato interamente rivisto e rielaborato più volte: Il segreto di Maradesh, edito da Buttefly Edizioni, è il suo libro d’esordio.

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